Recensione: A tribute to the Scorpions

Di Abbadon - 15 Gennaio 2003 - 0:00
A tribute to the Scorpions
Band: AA. VV.
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Genere:
Anno: 2000
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70

Raccolta della Nuclear Blast che si propone di celebrare, come in ogni tributo che si rispetti, una delle band che ha fatto la storia del rock ed è stata di ispirazione per la musica delle generazioni successive. “A tribute to the Scorpions” vede l’obiettivo, chiaramente, di elogiare la band di Hannover, e per farlo raccoglie, visto il nome in gioco, molte tra le realtà musicali più affermate ai giorni nostri. Ecco quindi correre dalle varie correnti metal (ce n’è per tutti i gusti, dal power al thrash, dal gothic al death melodico) tanti rinomati artisti pronti a rielaborare le canzoni più famose degli Scorpions. A dire il vero, come tutti i tributi, più che per apprezzare gli Scorpions in sé, questo “A tribute to the Scorpions” è un’ottima sponda per confermare (per le band “stellari”) e dimostrare (per le emergenti) il loro valore. E a dirla tutta non tutti centrano l’obiettivo, anzi. Lasciando perdere le singole voci (nessuna si avvicina a quella di Meine per i gusti di chi scrive, ma credo sia comunque un dato oggettivo), il livello qualitativo di questo tributo è tra le cose più a corrente alternata che mi sia capitato di sentire, poiché passiamo da cover realizzate davvero a regola d’arte ad altre sufficienti e nulla più, ad altre che era meglio non fossero mai state fatte, o perché indegne tecnicamente, o perché snaturano la canzone in sé. Ecco perché adesso analizzerò i brani non pezzo per pezzo, come abituato a fare, ma band per band, elencando pregi e difetti della cover, e dando un voto ad ogni singolo gruppo. Dunque partiamo ad analizzare le 19 tracce.

Helloween : Eseguono “He’s a Woman, She’s a Man“. La song è prettamente rielaborata nello stile Helloween, e se tecnicamente non c’è nulla da dire (basso e batteria veramente potenti, Deris invece mostra i suoi limiti al microfono), non si sente il feeling e la classe dell’originale. Potete trovarla anche come opener del disco “Metal Jukebox”. Voto 70
Sinergy : Eseguono “Rock you Like an Hurricane“. L’esecuzione è insufficiente, e molte parti, tra cui l’intro e l’assolo seguono solo il canovaccio dell’originale, per poi andare per i fatti loro. Discreta la voce di Kimberly quando non forzata, e alcuni buoni frangenti melodici salvano parzialmente una cover comunque insufficiente. Voto 50
Paradox : Eseguono “Dynamite” e lo fanno davvero bene. Per essere una band semi sconosciuta (io non ho mai sentito altro che questa cover) dimostrano che coi pezzi potenti e voraci ci sanno davvero fare. Invertono un paio di passaggi, ma davvero un ottimo lavoro. Voto : 80
Sonata Artica : Personalmente mi hanno distrutto “Still Loving You“. l’idea è originale, l’inizio è anche buono, ma la rielaborazione in chiave veloce (seppur suonata bene) ha completamente disintegrato l’anima di un capolavoro. Esame di coscienza va..  Voto : 45
Stratovarius : Eseguono “Blackout“. L’inizio è travolgente, Tolkky esegue al meglio, ma c’è solo lui. Nel complesso una versione piatta di una canzone schiacciasassi. La voce di Kotipelto c’entra col suonato come i cavoli a merenda. Meglio deviare sull’ottima cover fatta da Rob Halford. Voto : 55
Children of Bodom : La sorpresa. Non amando particolarmente la band di Laiho devo dire che sono rimasto molto, molto sorpreso. L’esecuzione di “Don’t Stop at the Top” è eccellente, dura quando basta, e le tastiere fanno la loro bella figura quando usate. Peccato la voce fuori tema, ma è un dettaglio. Voto : 75
Agent Steel : per quanto mi riguarda, i migliori del disco. La loro cover di “Dark Lady“, pezzo tra l’altro difficile, è fedele, ben suonata e molto, molto gradevole. Gran riconoscimento per una band che avrebbe dovuto meritare di più nelle produzioni personali. Voto : 85
Steel Prophet : Altra buonissima cover, sempre tratta dal disco “In Trance”. La versione dei profeti dell’acciaio di “Top of the Bill” è molto bella musicalmente parlando, pecca nella voce, ma l’enfasi è del tutto positiva. Promossi con  merito. Voto : 80
Prolopower : suonano  “Dampflockfuhere” che altri non è che la versione di “Steamrock Fever” cantata in tedesco. Musicalmente la riproduzione è fedelissima, il testo suppongo sia lo stesso (anche se di deutusch poco capisco), quindi sufficiente cover. Magari un po’ più di originalità non guastava. Voto : 60
Tankard : Buona cover di “Coming Home“. Saltano la parte melodica (non sarebbe, giustamente, da Tankard), ma incattiviscono di brutto, pur senza storpiarla, la parte veloce, dimostrando di che pasta sono fatti. Voto : 70
Disbelief : Preparano e cimentano le loro capacità con la strumentale “Coast to Coast“. La versione qui presente è estremamente greve e oscura, ma perde dinamismo rispetto all’originale. Buone le chitarre, anche se tutto il sound complessivo è quantomai particolare. Orribili gli accenni vocali (peraltro quasi inesistenti visto che stiamo parlando di strumentale. Voto 60
To Die For : Splendida interpretazione, in chiave “decadente”, di “Passion Rules the Game“. Molto espressiva la voce di Japo, pulitissima ed elegante l’esecuzione strumentale, per un bel risultato complessivo. Voto : 80
Breaker : eseguono “Pictured Life“, aggiungendo una intro che fa molta “attesa”. Bella comunque l’interpretazione di questo classico della prima era degli Scorpions, anche se il sound è un po’ ovattato. Voto : 75
Therion : Lo scandalo. Non in chiave interpretativa, ma in quanto a gaf. Dicono di eseguire “Polar Nights“, cosa scritta anche sul tributo, e poi fanno “Crying Days“, è vero discretamente, ma stiamo parlando di due song che sono come il giorno e la notte. Non so se siano più in panne loro o la Nuclear Blast in questo caso. Mah, comunque cover sufficente. Voto all’esecuzione : 70, Voto di coerenza : 0 (e come dare altro?)
Rough Silk : Vale il discorso fatto per i Sonata Artica. Questi coverizzano, storpiandola,  “Is There Anibody there“. Le tastiere sono buone, ma con la canzone non c’entrano una fava, come quasi tutto il resto. Ne esce una bella canzoncina è vero, ma che dall’originale è distantissima, il che gioca la sufficienza al gruppo. Si capisce che è “Is there…” solo se ascoltiamo in alcuni tratti, in altri è proprio boh. Voto 50 (visto che parliamo di cover, altrimenti sarebbe un 75 pieno).
Metalium : Fedele ed aggressiva riproduzione di “Another Piece of Meat“. Tecnicamente siamo così così, come nelle altre produzioni Metalium, ma la grinta e la voglia di fare certamente non manca ai tedeschi, il che alza di un pugno di punti il giudizio globale. Voto : 70
Seven Witches : Gran rielaborazione di “Alien Nation“. La traccia mantiene la durezza dell’originale, ma ha un miglior sound, controbilanciato dalla voce non eccellente. Nel complesso una delle migliori cover del CD. Voto : 75
Custard : suonano “Send me an Angel” ed è la cover probabilmente più singolare di tutto il Cd (nonché quella che in assoluto mi ha impressionato maggiormente). Suonata da Dio, direi anche quasi al livello dell’originale, è invece cantata veramente malissimo. La voce, che a volte non riesco a capire se sia maschile o femminile (credo sia comunque maschile con una tonalità particolarissima), è davvero limitatissima e sforzata, ma a livello strumentale siamo tra le migliori 3 riproduzioni del tributo. Facendo una media esce un voto che voglio tenere separato. Voto esecutivo : 95, Voto cantato : 40.
S.O.D : Scandaloso. Partono benissimo con l’intro di “Rock you like an hurricane“, ma a questo grande preannuncio non segue la canzone. 19 secondi che esaltano ma portano a una delusione totale. Si poteva benissimo mettere qualcosa di altro, se i S.O.D non volevano suonare ma far solo da chiusura al cd. Voto : 30

Si chiude qui un disco che, come preannunciato, presenta alti (soprattutto le band meno osannate), medi e bassi (paradossalmente alcuni tra i più rinomati). In complesso esce qualcosa di tutto sommato discreto, ma che sarebbe stato meglio fare a pezzi, così da poter prendere solo le parti più interessanti. Peccato che la Nuclear non avesse sotto contratto le band che han fatto le cover migliori di un gruppo storico (vedi Malmsteen, Iron Maiden eccetera) perché ne sarebbe uscito un tributone. Ma pazienza, per chi vuole conoscere un po’ le sue band cimentarsi in cose fuori dall’ordinario, “A tribute to the Scorpions”, che rimane comunque il migliore dei 4 tributi alla band che io conosco (“Covered Like an Hurricane”, “Another Piece of Metal” e “Songs of Change” gli altri), va comunque benissimo.

Riccardo “Abbadon” Mezzera

Tracklist :
1) Helloween – He’s a woman, she’s a man
2) Sinergy – Rock you like an Hurricane
3) Paradox – Dynamite
4) Sonata Artica – Still Loving You
5) Stratovarius – Blackout
6) Children of Bodom – Don’t Stop at the Top
7) Agent Steel – Dark Lady
8) Steel Prophet – Top of the Bill
9) Prolopower – Dampflockfuhere
10) Tankard – Coming Home
11) Disbelief – Coast to Coast
12) To Die For – Passion Rules the Game
13) Breaker – Pictured Life
14) Therion – Polar Nights (Crying Days)
15) Rough Silk – Is there Anybody There
16) Metalium – Another Piece of Meat
17) Seven Witches – Alien Nation
18) Custard – Send me an Angel
19) S.O.D – Rock you like an Hurricane

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