Recensione: A Whisper Of Dew

Di Onirica - 12 Febbraio 2003 - 0:00
A Whisper Of Dew
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Anno: 2003
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55

Ecco l’anteprima di un autentico cofanetto di sbadigli in programmazione per febbraio 2003. Si tratta di un gothic scarno in versione sonnifero, anonimo e niente affatto impressionante, lontanamente riconducibile a qualsiasi sfaccettatura del doom che tutti noi conosciamo perchè le chitarre sono tirate per i capelli. Un acquisto abbastanza incerto quello della Nuclear Blast, i Mandragora Scream lasciano poco alla resa dei conti e dimostrano una leggera staticità strumentale, movimentata o meglio incollata su se stessa da assoli insipidi a destra e sinistra. La voce femminile si alterna a quella maschile in soluzioni difficilmente solubili nella prima parte del disco, mentre nella seconda ogni brano sembra acquistare un minimo di scioglievolezza e un pizzico di senso logico a ricordare il successo della prima uscita della band sotto la famosa label.

Nessuna peggior idea che infarcire il tutto delle componenti elettroniche che in questo disco sono state aggiunte, a scapito di una miglior cura della resa sonora, in alcuni punti imbarazzante per la sua fragile postura fisica. Se il gruppo avesse badato maggiormente al songwriting e alla produzione piuttosto che dedicarsi solo alle atmosfere e ai suoni campionati, probabilmente il risultato sarebbe stato ottimo. Purtroppo non è andata in questo modo e fino adesso non mi sento di avvicinarmi più di tanto alla sufficienza, confido in un futuro miglioramento ma per il momento siamo proprio in alto mare.

Posso dire di aver apprezzato solo le tre tracce conclusive. Terry Horn interpreta nel migliore dei modi le parole pronunciate in Close Every Door, mentre la voce di Morgan Lacroix è padrona della successiva Crow’s Love: finalmente le idee pur originali della band prendono forma e corposità, ogni strumento al suo posto non molla mai la presa e fiorisce improvviso nel momento giusto. A Whisper Of Dew si rivela la miglior traccia del disco, ma nonostante sia la titletrack non può sicuramente considerarsi rappresentante dell’album: aggressiva e accattivante, straripa delle timide chitarre che forse troppo tardi hanno deciso di mostrarsi al pubblico.

Andrea’Onirica’Perdichizzi

TrackList:

1. Isserggia’s Hope
2. Silent Lullabies
3. A Vision They Shared
4. Velvet Eyes
5. iiaonman iifbiich Vampires
6. Labyrinth Of Earth
7. Bloody Ballade
8. Rainbow Seeker
9. Close Every Door
10.Crow’s Love
11.A Whisper Of Dew

 

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