Recensione: Anthology Vol I

Di Stefano Ricetti - 4 Febbraio 2011 - 0:00
Anthology Vol I
Band: Mournblade
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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63

Primi anni Ottanta nel Regno Unito: il Punk è morto e la NWOBHM muove i suoi pesanti passi all’interno del panorama musicale del periodo. I Mournblade vengono acclamati da Derek Oliver di Kerrang! – non di certo l’ultimo cudeghìn in circolazione – “come il futuro dell’heavy metal”. Dichiarazione pesante, certo, ma evidentemente non priva di motivazione, secondo il giornalista.

Nati nel 1983 per volere del singer Dunken Mullet e del chitarrista Rich Jones i Nostri prendono il nome dalla spada nera citata all’interno della serie di romanzi fantasy riguardanti Elric di Melniboné scritti da Michael Moorcock, compattano la line-up di volta in volta con membri che vanno e vengono e suonano duramente a Londra e dintorni, arrivando addirittura a collezionare più di quattrocento show fra il 1984 e il 1985. Suonano da headliner in posti leggendari come Marquee, 100 Club e Dingwalls. Fanno da supporter, fra gli altri, a gente come Motorhead, Hawkwind e Zodiac Mindwarp. Incidono un demo con quattro brani (due di questi compaiono a inizio disco: Anthem Of Chaos e Servants Of Fate) nell’84 e l’anno successivo esce il primo album, intitolato Time’s Running Out, dalla copertina minimale ma spettacolare. Sette pezzi di un concerto di Londra del 1985 vengono incisi su nastro e per la prima volta pubblicati ufficialmente in questo Anthology Vol I. Nel 1986 vede la luce l’Ep Ein Heldentraum, anch’esso compreso.

Il periodo seguente è puro bailamme contrassegnato da split clamorosi, progetti semi-paralleli e continui rimescolamenti di line-up fino a che, di fatto, si perdono le tracce della band. E’ del 1989 il canto del cigno: con una formazione fortemente rinnovata i Nostri pubblicano Live Fast Die Young, senza però lasciare un segno tangibile, cosa che inevitabilmente pone la classica pietra tombale al di sopra al progetto.  

Oggi Dunken vive in Nuova Zelanda e Joe Geesin ha ben pensato di riportare, all’interno del booklet, subito dopo i passi fondamentali della carriera dei Mournblade, alcuni suoi ricordi e aneddoti legati al passato. Stesso trattamento per il pard Rich Jones.  

Anthem Of Chaos e Servants Of Fate si possono assimilare ai tipici pezzi eruttati fuori da un’umida cantina di Londra nel 1984 da parte di un gruppo dedito all’heavy Rock che intende sperimentare il giusto. Buon tiro, chitarre aggressive ma non troppo, sezione ritmica degna, velocità medio/alte e voce graffiante per quanto concerne il primo mentre mistica pura riguardo il secondo, che infatti segna l’iniziazione alle sonorità spaziali a la Hawkwind, che abbracciano i brani da The Stairway a Desolation, tratti da Ein Heldentraum.

Le canzoni dal vivo del Natale 1985 partono dalla traccia numero sette per esaurirsi con la penultima Servants Of Fate. Resa sonora così così: una testimonianza che attesta il “tiro” live dei Mourn’ e nulla più. Durezza mista alle ascesi pindariche, con i classici “fischi” di una prestazione on stage del tempo non “addomesticata” a posteriori. Chiude lo Space Rock dadaista di Titanium Hero, in versione remix.                 

Anthology Vol I, dalla copertina con la foto della band durante uno dei tanti concerti di Londra con la mitica scritta Marquee dietro la batteria, copre la prima parte della carriera dei Mournblade, fra classici e rarità. Uscita senza dubbio interessante per i completisti del periodo legato alla NWOBHM, un po’ meno per chi si aspetta chissà quale tesoro rimasto colpevolmente nascosto e magicamente estratto in questo inizio 2011 dal polveroso scrigno in soffitta. La band di Mullet e Jones ha avuto modo di dimostrare ampiamente il proprio valore durante gli irripetibili anni Ottanta, suonando dal vivo con una media e una costanza pazzesca. Non sarà di certo un caso se non sia mai avvenuto “il botto”, evidentemente è sempre mancato loro quel “qualcosa” che invece altri grandi hanno capitalizzato a dovere. Band onesta per un onesto hard’n’heavy sognatore, né più né meno.      

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 


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TRACKLIST:
1. Anthem Of Chaos
2. Servants Of Fate
3. The Stairway
4. The Machinery Of Joy
5. Science Fiction
6. Desolation
7. In The Arms Of Morpheus (live)
8. Eternal Champion (live)
9. Hunter Killer (live)
10. Battlezone (live)
11. Titanium Hero (live)
12. Sidewinder/The Sorcerer (live)
13. Servants Of fate(live)
14. Titanium Hero (remix)

Line-up:
DUNKEN MULLETT
RICH JONES
DEREK JASNOCH
CLIVER BAXTER
NIGEL TUBE
 JEFF WARD

 

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