Recensione: Anything For You

Di Francesco Prussi - 10 Maggio 2005 - 0:00
Anything For You
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Anno: 2005
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80

Primo album solista per Tommy Funderburk, nome conosciuto nell’ambiente del rock business che solo ora giunge all’ambito esordio solistico grazie all’attiva Frontiers Records. Dopo una carriera spesa come session-man, ed aver prestato la propria ugola a nomi noti come King Of Hearts e Boston (cantò su Walk On), finalmente si ha la possibilità di ascoltare il talento innato di questo grande artista. Attingendo a piene mani dall’esperienza acquisita Tommy sforna un lavoro, forse non troppo originale ma dannatamente intenso, fatto di canzoni costruite ad arte per restare nella mente di chi ascolta. Compongono il disco dieci piccole gemme AOR semplici e dirette, valorizzate dalla voce e dall’espressività vocale del nostro che sfodera una prova degna solo dei grandi. Il tutto è valorizzato da una produzione stellare curata dall’infaticabile Fabrizio V.Zee Grossi che, come il solito, oltre ad occuparsi della consolle suona anche le tastiere ed il basso. Difficile trovare un pezzo debole nel disco, in quanto i brani brillano tutti di luce propria e non rendono mai tedioso l’ascolto del disco. Apre Learning How To Love un bel pezzo trascinante che mi riporta alla mente i mitici Bad English. Molto bella è anche Remember Our Love, che vive di un ritornello affascinante e orecchiabile. Ascoltarsi brani come Anything For You, o l’atmosferica Only You Can Give Me rimane un piacere per le orecchie e le coronarie di un rocker incallito come il sottoscritto, che vive di pane e rock da un paio d’abbondanti lustri. Uno dei miei brani preferiti è la semi-ballad To Say You Love Me, un pezzo che vive di una melodia semplice ed immediata ma tremendamente efficace. Segue You Got The Love, un brano cadenzato e parecchio affascinante dove incantano le melodie vocali tracciate dalla bella voce di Tommy. Molto bella è Skin, caratterizzata da diversi cambi di tempo ed un lavoro di chitarra decisamente sopra le righe. Mi piace The Garden vivacizzata da un ritmo e un coro sbarazzino alternati a cambi di tempo più melodici. La penultima traccia in scaletta, Second Chance è un piccolo gioellino AOR costruito su riff e melodie dal sicuro impatto. Conclude la ballad, dai ritmi vagamente blueseggianti, Say A Little Prayer, un pezzo molto emozionante e sentito, arricchito da un solo di chitarra denso di feeling. Peccato veramente che un disco dal potenziale radiofonico come questo sia destinato solo ad un circolo ristretto d’appassionati, mentre sui vari canali radiofonici e televisivi, dobbiamo sempre sorbirci idoli di cartapesta costruiti ad arte dal business e, come tali, privi di qualsiasi fondamento artistico.

Complimenti a Tommy Fudenburk autore di una prova di tutto rispetto destinata a restare nel tempo e che ogni amante del melodic-rock dovrebbe avere nella propria discoteca.

  1. Learning How To Love
  2. Remember Our Love
  3. Anything For You
  4. Only You Can Give Me
  5. To Say You Love Me
  6. You Got The Love
  7. Skin
  8. The Garden
  9. Second Chance
  10. Say A Little Prayer

 

 

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