Recensione: Apocalypse Moon

Di Ottaviano Moraca - 26 Maggio 2016 - 8:00
Apocalypse Moon
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2015
Nazione:
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75

Premessa: il sottoscritto ha una predilezione particolare per LE cantanti che, in ambito metal, scelgono di cimentarsi con il cantato growl. Da Angela Gossow (ex- Arch Enemy) in avanti gli esempi di front-girl sono sempre più numerosi, anche se, pur comprendendo quanto possa essere ostico emergere in un ambiente prettamente maschile, molte sembrano occupare il loro posto più per ragioni di marketing (diciamo così) che non per reale valenza. Ma niente paura perché nei canadesi The Order of Chaos il microfono è retto dal talento dalla carismatica Amanda Kiernan. Sorprendente, oltre che per l’indiscutibile tecnica, anche e soprattutto per la costante e trascinante passione che mette in ogni nota. Tutto questo per la soddisfazioni di chi scrive! La bella (sì, è anche un bel personaggino) Amanda è accompagnata in questo viaggio dai due axemen John Simon Fallon e John Saturley e dalla sezione ritmica capeggiata da Tim Prevost alla batteria e da Barrett Klesko al basso. I nostri hanno da poco dato alle stampe questo terzo lavoro per l’etichetta tedesca Killer Metal Record, cui va il merito di aver creduto in questo combo che in cambio elargisce del solido e moderno metal, che spazia dal classico heavy metal, al thrash, fino a lambire il death melodico.

Ad aprire questo “Apocalypse Moon” è la lunga e incalzante “The Anthem of Pain”, caratterizzata, come il resto del disco per altro, dai passaggi repentini, ma sempre appropriati, tra cantato pulito e growl. Pregevole il lavoro dei chitarristi, i quali, pur dando prova di possedere una buona tecnica velocistica, intessono solidi impianti melodici senza cedere alla tentazione di esagerare con il numero di note. Pregevole anche la struttura che risulta articolata ma non cervellotica. Molto più immediata la successiva “Death After Life” che ha nelle contaminazioni heavy metal e nel riffing sostenuto, accattivante  ed aggressivo la sua maggiore ragione d’essere. Insensato e sgradevole invece lo “Yeah” finale che costituisce però un minuscolo  peccato nel bilancio altrimenti buono di questo brano. Totale riscatto con la seguente “Indoctrination” con cui il gruppo libera tutta la propria cattiveria in una traccia che pecca solo perchè, pur con uno stacco centrale molto tecnico dal sapore thrash, non riesce a convincere completamente. Di tutt’altro livello la splendida “Downfall” che con le prime note ci porta in territori gothic, per poi lanciarsi in una serie articolata di giochi melodici e incroci strumentali. Stessa complessità e riffing vagamente NWOSDM invece per “Evil Surrounds Me”, il pezzo più Classic dell’album, che si distingue per la sezione ritmica davvero feroce e, nuovamente, per il lavoro egregio dei chitarristi, saggi nel dare buona prova di sé, senza risultare stucchevoli. Meno ispirata e fin troppo tradizionale è invece “Survival of The Richest”, una prova un po’ superflua, se pur ben suonata e, ancora una volta, molto ben confezionata. Con la Title Track “Apocalypse Moon” si torna su livelli d’eccellenza: cattiveria, e aggressività al servizio della melodia per questa traccia articolata che procede frammentata tra accelerazioni e momenti sincopati. Mai banale, ben costruita, costituisce una prova davvero buona. In poco meno di 3 minuti la successiva “The Venom”, invece, non riesce ad esprimere il potenziale che mostra di avere nei primi secondi. Peccato perché questo era un brano che se fosse stato sviluppato di più avrebbe potuto certamente dire la sua e aggiungere qualcosa ad un album comunque ottimo. Molto più convincente “Sexwitch” in cui mitragliate di doppia cassa cementano il lavoro egregio della chitarra solista che qui si sbizzarrisce mostrando tutto il repertorio di cui è capace. Belle anche le linee vocali sovrapposte e, più in generale, ottima la prestazione al microfono. Il ritmo non cala di una virgola in “Victim of Circumstance”, che forse manca di un poco di originalità, ma riesce comunque a venire fuori come del solido e rovente metallo fumante. Già dal crescendo iniziale si capisce che la malvagia “Deceiver” ci regalerà uno dei brani migliori di questo disco. Cattivissima nella prima metà questa traccia è incastrata in una complesso articolato dove trova spazio anche l’intermezzo tutto melodia che poi ci lascia al gran finale per la sassata in faccia definitiva. Ottima! L’album si conclude con il pezzo più lungo: molto oltre i 6 minuti la meravigliosa “The Devil You Know”, a partire da un intro da infarto, elargisce un crescendo di emozioni davvero notevole. Ma i nostri sanno come evitare le esagerazioni e, in una struttura ricca di cambi e stop, incastonano momenti melodici, assoli da far fumare le dita e sventagliate di batteria senza mai strafare e mostrando di saper davvero il fatto loro.

Come detto “Apocalypse Moon” è il terzo lavoro dei The Order of Chaos e si sente. Questo è un album decisamente maturo e piuttosto vario, in cui il combo si permette di contaminare la propria proposta, peraltro molto moderna nel sound, con sfumature di diversi generi (thrash, nu, heavy), pur convincendo maggiormente quanto più restano adesi al melodic death che, a quanto pare, è il loro terreno di caccia elettivo. A colpire maggiormente è il gran gusto con cui vengono dosate le soluzioni artistiche, senza mai lasciare che il messaggio venga ostacolato dallo strumento che lo veicola… anche sotto questo punto di vista una prestazione notevole. Agevolati da una produzione eccelsa che facilita l’ascolto di ogni sfumatura compositiva, i nostri convincono maggiormente nelle prove più impegnative. Questo infatti è un album in cui spiccano i brani più lunghi, difficili ed articolati mentre quelli più brevi ed immediati risultano meno brillanti. La qualità è comunque alta ma, come si dice, “quando la strada si fa dura solo i duri si fanno strada” e questi canadesi dimostrano di esserlo per davvero!

 

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