Recensione: Bat Out Of Hell II: Back Into Hell

Di Mauro Gelsomini - 15 Maggio 2004 - 0:00
Bat Out Of Hell II: Back Into Hell
Band: Meat Loaf
Etichetta:
Genere:
Anno: 1993
Nazione:
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85

Dopo 16 anni la coppia che aveva dato vita a quel capolavoro che fu Bat Out Of Hell si riunisce con la ferma intenzione di bissarne il successo sicuri dei propri mezzi (anche economici) e soprattutto ben consapevoli di quelli che nel 1977 erano stati i punti di forza della prima parte.

Così Meat Loaf, al secolo Marvin Lee Aday, e Jim Steinman danno vita a un’opera vincente dal punto di vista commerciale fin dalle prime note. Si ritrovano per l’occasione, come ex compagni di scuola, il produttore originale Todd Rundgren ed Ellen Foley, già compagna di duetto di Meat Loaf.
La formula è studiata a tavolino, ed è quella dell’esasperazione musicale e dell’estremizzazione, ai limiti dell’ironia, di brani che diventano per l’occasione iper-pompati sotto ogni aspetto: dal sound alla durata, dalla magniloquenza degli arrangiamenti al lirismo quasi operatico delle linee vocali. Verrebbe da pensare ad un tributo ad un genere – la rock opera – che diventò un caposaldo, e per questo nel disco vi sono ben sei remake, di altrettanti pezzi già editi da Steinman con il suo monicker, e si tratta esattamente di “Rock & Roll Dreams Come Through”, “Out Of The Frying Pan (& Into The Fire)”, “Lost Boys And Golden Girls”, “Wasted Youth” (titolo originale “Love and Death and an American Guitar”), tratte da quel Bad For Good, del 1981, che doveva essere il seguito di Bat Out Of Hell, ma che Meat Loaf, tornato con la voce distrutta da quattro anni di tour in tutto il mondo, fu impossibilitato a registrare. Si occupò Steinman stesso delle vocals, come non fece per “Good Girls Go To Heaven (Bad Girls Go Everywhere)” e “It Just Won’t Quit”, tratte dall’album “Original Sin” del suo progetto parallelo, i Pandora’s Box, datato 1989, per i quali Jim volle l’ugola di Ellen Foley.
La voce di Meat Loaf, d’altra parte, negli anni è maturata molto, e nel 1993 era perfetta per il boombastic rock di quei brani, che con questo innesto possono di diritto essere etichettati come hard rock hollywoodiano, dal momento che il loro carattere operistico è portato alle stelle da un personaggio istrionico ed eccessivo.

I brani “nuovi” sono imponenti ed esagerati, si passa infatti dalla straripanza epica di “Everything Louder Than Everything Else” alla parodistica ballad “Objects In The Rear View Mirror May Appear Closer Than They Are”, che fa il verso a certe song senza speranza della produzione pop dell’epoca (chi ha detto Springsteen o Bryan Adams?) musicando un evento triste come la morte di un amico in una maniera sfrontatamente strappalacrime. La demenzialità tocca però il suo apice con “Life Is A Lemon And I Want My Money Back”, una sorta di “la vita fa schifo e io non gioco più”, per una reminiscenza tragicomica di comuni sfoghi adolescenziali…

Menzione a parte è dovuta, per evidenti meriti acquisiti, a “I’d Do Anything For Love (But I Won’t Do That)”, difficilmente misconosciuta anche a chi è digiuno di hard rock e metal. Il brano in realtà è una versione riveduta e corretta (ma dovrei dire allungata) di “Paradise By The Dashboard Light”, incluso in Bat Out Of Hell, impreziosita dalla voce della misteriosa Mrs Loud del duo inglese “The Louds” nel ruolo che fu della Foley.
Grazie a questa stratosferica hit, il cui singolo vinse ben cinque dischi di platino, Meat Loaf rimase sulla cresta dell’onda (leggi in cima alle classifiche) per 88 settimane, e anche se non riuscì ad eguagliare il record del predecessore, che si attestò su cifre cinque volte superiori, confermò che l’accoppiata Steinman/Meat Loaf era davvero killer, e le vendite confermarono quest’alchimia in entrambe le occasioni in cui i due vollero unirsi.

Tracklist:

  1. I’d Do Anything for Love (But I Won’t Do That)
  2. Life Is a Lemon and I Want My Money Back
  3. Rock & Roll Dreams Come Through
  4. It Just Won’t Quit
  5. Out of the Frying Pan (And into the Fire)
  6. Objects in the Rear View Mirror May Appear
  7. Wasted Youth
  8. Everything Louder Than Everything Eles
  9. Good Girls Go to Heaven (Bad Girls Go Everywhere)
  10. Back into Hell
  11. Lost Boys and Golden Girls

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