Recensione: Beyond

Di Claudio Casero - 2 Marzo 2005 - 0:00
Beyond
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Anno: 2004
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58

I Motus Tenebrae, band pisana formata da Andrea Cosci (basso), Maurizio Tremolanti (batteria), Marco Giampaolini (chitarra) e Luigi Bianchi (chitarra e tastiera) approdano con questo “Beyond” al loro primo demo. Il gruppo fondato nel 2002 ci propone un gothic/dark ethereal con chiare influenze di gruppi come Type O’ Negative, Paradise Lost e Moonspell.

Dopo una breve intro strumentale si passa a “Still life”, un brano di chiara matrice Moonspelliana caratterizzato dal continuo susseguirsi di cavalcate veloci e potenti e di momenti lenti e “agonizzanti” in cui i riff cadenzati delle chitarre di Marco e Luigi creano un’atmosfera claustrofobia; unico punto dolente della canzone è la voce che non mi convince per nulla sia per le stonature che per il timbro che è sì cupo ma non riesce ad esprimere potenza come vorrebbe. Alla lunga il brano risulta essere ripetitivo a causa del ritmo praticamente sempre uguale; devo purtroppo ammettere che anche la voce femminile è poco curata per nulla convincente.

Si prosegue con “Prisoners of light”, a mio parere il brano più valido di tutto il lavoro sia per quanto riguarda l’atmosfera cupa da esso creata che per l’esecuzione in cui le chitarre, pur non facendo nulla di eclatante, stupiscono per potenza e pulizia; meglio in questo caso anche la voce di Luigi che, nelle parti in cui c’è bisogno di potenza, rende decisamente bene, mentre nei momenti più lenti risulta decisamente stonata e poco adatta al genere.

“Secrets” è un brano decisamente più ritmato rispetto agli altri e più vicino a gothic metal propriamente detto; anche in questo caso il livello musicale del combo pisano è buono e la canzone, nonostante non sia di certo la più originale che abbia sentito, convince abbastanza non fosse per il solito problema della voce che in questo caso mi sembra quasi un lamento nelle parti lente.

Il demo si chiude con “Dead inside” in cui i riff lenti e granitici delle due chitarre danno notevole impatto al brano; la voce in questo caso è più che accettabile, visto che fa la cosa che gli riesce meglio, cioè tenere un’intonazione cupa con qualche caduta ogni tanto nel growl. I diversi cambi di tempo presenti nella canzone fanno sì che la monotonia non prenda piede e rendono il tutto decisamente più complesso e piacevole all’orecchio.

In conclusione questo “Beyond” è un demo più che accettabile sotto il profilo della registrazione, dell’artwork e della composizione strumentale dei brani, mentre mi lascia decisamente perplesso riguardo alle parti vocali che risultano troppo spesso stonate e fuori luogo non riuscendo a colpire positivamente l’ascoltatore se si escludono alcuni casi isolati. Un consiglio, per il vostro prossimo lavoro puntate soprattutto nel migliorare questo aspetto e di certo uscirà qualcosa di veramente positivo!

TRACKLIST:
1. Ajar
2. Still life
3. Prisoners of light
4. Secrets
5. Dead inside

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