Recensione: Blaze And Ashes

Di Fabio Vellata - 29 Novembre 2009 - 0:00
Blaze And Ashes
Band: Delany
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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72

Nasce da un’idea del bass player Volker Leson, membro dei teutonici Wizard, l’idea dei Delany, project band responsabile di “Blaze And Ashes”, concept album d’esordio che si presenta ricco d’ambizioni in virtù di un biglietto da visita piuttosto intrigante in termini di narrazione e membri coinvolti.

Incentrato su “Cronaca degli Immortali”, opera fantasy del romanziere tedesco Wolfgang Hohlbein (molto famoso in patria, quanto ancora poco conosciuto dalle nostre parti), il disco si avvale infatti del contributo di una serie di ospiti illustri e di caratura decisamente superiore, indicati al fine di riservare la migliore sostanza ad una serie di canzoni dall’anima rock, cui non possono difettare spunti drammatici e suggestioni cinematografiche.
Le eccellenti ugole dei bravissimi David Readman (Pink Cream 69), Lana Lane e Davy Vain (Vain), la magia delle keys del grande Erik Norlander e la scintillante produzione ad opera dell’esperto Dennis Ward, rappresentano un patrimonio d’indiscusso valore, capace di lasciar presagire risultati di grande fascino per un disco, sulla carta, destinato ad ottenere riscontri di prima grandezza.
Come l’esperienza insegna tuttavia, la presenza di una serie di fuoriclasse e di ottimi musicisti, non sempre fornisce come diretta conseguenza il tanto sperato capolavoro, in particolar mode se, come nel caso specifico dei Delany, quello che viene un po’ a difettare è il puro e semplice songwriting  (elemento a cura degli stessi Leson e Vain, coadiuvati da Torsti Spoof dei Leverage), ovvero la capacità imprescindibile di garantire ai protagonisti un terreno adeguato su cui esprimere al meglio il proprio potenziale.

“Blaze And Ashes” è essenzialmente identificabile in questa definizione. Un album ricco di buoni intenti e grandi professionisti, che si rivela però purtroppo altalenante nella resa, mostrandosi incapace di spiccare come nei progetti, il volo verso vette davvero ispirate ed assolute.
Esistono certo, momenti gradevoli e ben congeniati, situazioni in cui il talento dei protagonisti – Readman e Lane su tutti – si erge quale punta di diamante di un prodotto dal taglio comunque più che dignitoso ed ascoltabilissimo, ma quella che, alla resa dei conti viene a mancare, è una continuità nello spessore delle composizioni, non tutte allineate in maniera omogenea e caratterizzate da qualche filler di troppo.

È il caso, per entrare nel dettaglio, di un paio di brani come “Blood And Ashes” e “Here Comes Lonely”, coppia di tracce posta in apertura, che ben si attaglia a rappresentare concretamente quanto descritto.
Un buon pezzo melodic rock dai risvolti sinfonici, nobilitato dalla splendida voce di David Readman il primo, un episodio scialbo e banale, con un ritornello ripetuto alla noia, il secondo.
Un’attitudine formale che tende a mantenersi con costanza lungo l’intera scaletta, costellata da momenti effettivamente riusciti e di buon impatto – come riscontrabile in “Love Tears”, “Web Over London” e nella Kingdom Come oriented “Distance Of Love” – cui si contrappone la scarsa verve di passaggi quali “Incarnation”, “Planets Turning” e “Dead Undead”, in cui l’attenzione dell’ascoltatore è destinata a scemare con il procedere del minutaggio, emblema caratteristico di un prodotto che non dispiace nel complesso, ma che in definitiva avrebbe potuto regalare qualche cosa di più.

Un esordio per nulla malvagio ad ogni modo, per un progetto che ha i numeri per offrire, se destinato a durare nel tempo, qualche soddisfazione di un certo peso agli appassionati di melodic hard rock contraddistinto da forti connotazioni teatrali e cinematografiche.
Per ora gli esiti – a causa di un songwriting perfettibile – non permettono di lasciarsi andare ad entusiasmi smodati, ma gli auspici paiono decisamente dei migliori.

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Tracklist:

01. Blood And Ashes (David Readman)
02. Here Comes Lonely (Davy Vain)
03. Love Tears (Lana Lane)
04. Incarnation (David Readman)
05. Web Over London (David Readman)
06. Eternity Is Yours (Lana Lane)
07. Planets Turning (Davy Vain)
08. Shadow On Your Heart (Lana Lane)
09. Distance Of Love (Davy Vain)
10. Dead Undead (David Readman)
11. London Bridge (David Readman)

Line Up:

Lana Lane – Voce
David Readman – Voce
Davy Vain – Voce
Tommy Rickard – Batteria
Jamie Scott – Chitarre
Volker Leson – Basso
Dano Boland – Chitarra
Erik Norlander – Tastiere

 

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