Recensione: Control Freak – Olocausto Farmaceutico

Di Davide Iori - 15 Aprile 2008 - 0:00
Control Freak – Olocausto Farmaceutico
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Hypershape records dà alle stampe questo split album di 12 tracce quasi equamente divise tra Self Human Combustion e Viscera ///, due gruppi che con la loro proposta evidentemente si rifanno ad un background brutal death, ma che inseriscono tra le loro influenze praticamente di tutto, dagli accenni gore-grind, ad escursioni in territori propriamente hardcore. Sebbene la proposta sia abbastanza omogenea essa non manca di differenziarsi sotto alcuni aspetti, passiamo quindi alla disamina di ciascuna delle parti di questo album.

Control Freak
Ad aprire le danze sono i Self Human Combustion, gruppo piacentino nato nel 2002 che sfodera un sound caratterizzato più dalla sua stranezza intrinseca che da un continuum compositivo adeguatamente identificabile. A chitarre che ricordano i Converge si accosta un growl spesso ipergutturale che alle volte si sposta su territori di marciume già sentiti in gruppi come Carcass e Obituary. Il riffing in ogni caso non ha nulla a che vedere con il death classicamente inteso, ma si aggira su spazi più propriamente hardcore passando dai già citati Converge fino ai Botch e sconfinando quasi nel noise in virtù dell’uso degli armonici artificiali, di accordi dissonanti e di inserti sintetici a suono non determinato. A descriverlo il sound potrebbe sembrare interessante, ma ben presto ci si rende conto di come la proposta dei nostri sia ripetitiva e non faccia altro che passare per tutto il tempo da breaks molto lenti a sfuriate in cassa/rullante senza ottenere un amalgama omogeneo. Se lo scopo dei Self Human Combustion era quello di ottenere il più alto livello di stranezza possibile non si può fare a meno di riconoscere che essi ci sono riusciti ed anche bene, ma il fatto che tutto ciò va a discapito dell’ascolto “rilassato” ossia quello che alla musica richiede il soddisfacimento di standard estetici minimi in modo da poterne fruire anche come semplice fonte di intrattenimento, oltre che come oggetto puramente espressivo. In questo i piacentini peccano ed anche molto, in quanto, se si esclude qualche momento di aggressione brutal di indubbio gusto, non c’è nulla nelle 7 tracce di loro competenza che si elevi al di sopra dell’effetto “pozza di fango ribollente” che va ad appiattire tutto. Rimandati.

Olocausto Farmaceutico
Se pensavamo di aver raggiunto il massimo livello di straniamento nella prima parte di questo split album ci rendiamo conto che avevamo soltanto cominciato quando parte l’ottava traccia, ossia la prima dei Viscera ///. A tutto ciò che era stato espresso dai loro compagni Self Human Combustion i Cremonesi aggiungono una dimensione maggiormente melodica ma, soprattutto, una serie di interventi campionati o cantati che tentano di infilare, ebbene si, una dimensione umoristica nelle composizioni, facendo in modo che la mistura raggiunga più volte i colori del grottesco. Anche qui la mancanza principale è da ricercarsi nella coerenza complessiva delle canzoni, le quali assumono spesso una forma caotica che potrebbe ricordare gli Strapping Young Lad di City ed Alien trasportati in ambito brutal-core, peccato che in questo caso le capacità compositive sul piatto siano molto, molto lontane da quelle del genio Devin Townsend. Alla opener Nobody Will Heal You, che potrebbe risultare anche godibile, vanno ad assommarsi canzoni che contengono praticamente di tutto, dai Converge ai Carcass agli Isis, come si nota nella psichedelica Remembering About M che tuttavia, dopo un inizio davvero bello, si caratterizza per stacchi di matrice ancora una volta praticamente noise che rovinano quanto di buono era stato fatto fino a pochi secondi prima. Si chiude in calando con Pava-Rot, pezzo che strizza l’occhio a gruppi come i Born From Pain e gli Hatebreed e che si conclude con una parodia del grande Pavarotti che sinceramente fa ridere i polli, e la title-track olocausto farmaceutico, stumentale senza capo né coda che ancora una volta va a risolversi in grida sopra una colonna sonora da videogame. Sinceramente indisponenti.

Tirando le somme si può dire che entrambe le band che portano il loro materiale in questo split album soffrono della stessa malattia: hanno bisogno di trovare un filo conduttore che guidi la loro proposta e di eliminare tutte quelle stranezze che, anche se probabilmente ai loro autori possono sembrare onorevoli tentativi sperimentali, all’ascoltatore non fanno altro che massacrare le orecchie senza ottenere alcun risultato se non la pressione del tasto eject. Se però i Self Human Combustion sembrano sull’orlo del salto di qualità i Viscera danno l’idea di avere ancora molta strada davanti prima di sbrogliare la loro matassa. Per ora comunque la sufficienza non c’è per nessuno dei due.

SELF HUMAN COMBUSTION – CONTROL FREAK
1. david sucker combustion
2. mallet inc.
3. chemical cinerary exhumation
4. control freak
5. meat wagon christ
6. hyeronimus bosh
7. purify at birth

VISCERA – OLOCAUSTO FARMACEUTICO
8. nobody will heal you
9. collateral demise
10. remembering about m
11. pava-rot
12. olocausto farmaceutico

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