Recensione: Damnation

Di Paolo Beretta - 17 Marzo 2009 - 0:00
Damnation
Band: Gaia Epicus
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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60

Li vedo sugli scaffali, so che genere fanno avendo ascoltato qualche loro sample, e so che in linea di massima potrebbe anche piacermi la loro proposta, ma passo sempre oltre andando alla ricerca di qualcosa di diverso. I Gaia Epicus, lo sanno tutti i power metallers, sono una di quelle band che fanno una musica che rimanda ai Gamma Ray senza raggiungerne minimamente le vette degli ispiratori. I norvegesi, attivi con questo nome dal 2001, giungono alla loro ultima fatica dopo il cambio di rotta palesato in parte nell’ultimo “Victory” che ha portato ad un po’ più di sostanza e muscoli (chitarra) a discapito delle melodie ultramelodiche ed immediate. Apro il booklet e vedo una marea di ospiti ed una line up formata dall’immancabile Thoman Chr Hansen e dal batterista Ole Myrholt. Il terremoto avrà scosso questa formazione facendola uscire da quel limbo a metà strada tra celebrità ed anonimato?

Solita copertina mix tra tematiche fantasy e futurismo anche se questa volta è caratterizzata da un uso di colori più freddi. Forse in simbiosi con il sound che si può prevedere come più arcigno rispetto al solito? Inizio coraggioso e positivo con la title track “Damnation” che sfiora i 9 minuti. Un mid tempo che ben presto si trasforma in cavalcata con doppio pedale quando il coro si approssima; si gioca con questa riuscita alternanza e pure il lungo break con tanto di pausa riflessiva non mi è dispiaciuto. Si cambia dal giorno alla notte con una hit elementare come “Master Of The Sea” che si affida completamente al ritornello, al ripetitivo riff ruvido in contrasto con infantili oh-oh-oh testimoni di una vena creativa alquanto arida. Power metal scandinavo neoclassico e sbadigli nell’up tempo “Firestorm” con forti innesti di tastiera e basso per fare da cornice ad assoli scala. Riffing serrato di chiaro stampo ottantiano per una hit d’impatto e semplicissima “Your Are A Liar”. Hansen con la sua mediocre potenza vocale si trova completamente a suo agio in toni bassi e sporchi e rende al massimo per 3 minuti piacevoli quanto scontati. Futurismo in“Cyborgs From Hell” che sarebbe anche molto carina (tra le migliori del cd) se non fosse che il palese tentativo di richiamare nel lavoro di batteria e cori ad Armageddon dei Gamma Ray me l‘abbia resa quasi inascoltabile. Ed ora marciamo verso la fine ad ampi passi. Una volta svelata la minaccia da combattere (i cyborgs di cui sopra) ecco arrivare su tempi sostenuti l’eroe (“The Savior”); quello che incarna le speranze in tutti noi (“A Hero In All”), per poter contare su un’insperata vittoria e conquistare la salvezza (“Salvation Is Here”). Mamma mia che concept album orrendo!!!! Musicalmente parlando e per la mera cronaca il nemico viene sconfitto a suon di assoli di chitarra e tastiera e up tempi: le storiche cavalcate power da cantare a squarciagola e quando il pericolo è finito si può cantare sul serio con un’ugola che si rispetti come quella del singer Ola Halen degli Insania.

Sono stufo di cd inutili come Damnation. Siamo di fronte a band navigate che dimostrano la completa incapacità di andare di là di qualche bel passaggio strumentale. La spiacevole sensazione di già sentito mi accompagna durante tutto questo disco mediocre sia per testi che per musica. La voce del singer, che mi è parsa una macchina in difficoltà sui tornanti in salita, non giova certamente al tutto. Le canzoni saranno anche ben confezionate e prodotte, ma questo ad un certo livello lo do per scontato. Alla fine Damnation è una mezzoretta di power metal scolastico, freddo e senza pretesa alcuna che mi lascia indifferente.

Top Songs: Damnation, You Are A Liar!, Cyborgs From Hell
Skip Song: Firestorm.

Tracklist:

1. Damnation
2. Master Of The Sea
3. Firestorm
4. The Wizard’s Return * MySpace *
5. You Are A Liar! * MySpace *
6. Cyborgs From Hell * MySpace *
7. The Savior (Will Come)
8. A Hero In All * MySpace *
9. Salvation Is Here

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