Recensione: Danza Macabra

Di Andrea Poletti - 18 Marzo 2016 - 0:13
Danza Macabra
Band: Arcana 13
Etichetta:
Genere: Doom 
Anno: 2016
Nazione:
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80

L’Arcano XIII non ha nome, la tradizione compie l’errore di attribuirgli in modo superficiale il significato e a volte anche il nome, della “Morte”, ciò condiziona profondamente l’interpretazione dell’Arcano. Sotto due aspetti è possibile visualizzare tale simbolo, sotto una versione positiva è l’arcano della trasformazione e del movimento, il necessario abbandono del passato per accedere ad un futuro pieno di promesse. Ciò che doveva accadere è già accaduto, il fondo è già stato toccato e oramai non rimane più nulla da temere. L’unica soluzione possibile è la risalita, la liberazione, la rivitalizzazione che tiene sempre dietro a ogni morte iniziatica a cui fa seguito l’auspicato risveglio interiore. Nella parentesi negativa, sopratutto se combinato in prossimità di arcani problematici ancora di più se presentato diritto, il verso più pesante di questa carta, il cambiamento preconizzato fa paura e viene vissuto molto male, con una gamma amplissima di sentimenti negativi, dal dispiacere alla disperazione, dalla malinconia all’angoscia, dallo scoraggiamento al vittimismo.

Con certezza infinitesimale è doverosa necessità del singolo rincorrere il significato negativo o positivo, come accade per l’arcano, verso questa nuova band dal nome Arcana 13. Non v’è nulla di sbagliato nel giudicarli nell’uno o nell’altro verso, ma personalmente non si va da nessuna parte guardando il gusto personale; la cosa migliore sarebbe ricondurre tutto ad una visione leggermente più super partes dove si riesce a leggere al meglio il contesto in essere. Cortesemente cercate di moderare i vostri istiniti e padroneggiarli con cura, qui ci sono persone serie. Cosa può essere trovato a favore dei nostri paladini con questa prima uscita commerciale? Senza ombra di dubbio il fatto di essere italiani, che la natura quando ci mette lo zampino porta solamente a risultati nettamente positivi rispetto al resto del mondo. Pensiamo alla pittura, la scultura, la letteratura e ciò che anche oggi contraddistingue il famoso “Made in Italy”; puoi confermarlo anche tu che stai leggendo che quando vedi tale appellativo su un prodotto all’estero hai un senso d’orgoglio e tepore dentro, giù nel nel profondo. Una piccola ma perenne certezza di qualità e di alto valore  commerciale e simbolico. Così vale per la musica e gli artisti che ne fanno parte. Danza Macabra è un album che prende in pieno le sonorità del rock anni 70 e ne fa regalo al mondo sotto un aspetto nuovo, personale e sublime; ognuna delle otto tracce in essere è personale, caratterizzata e di qualità. Mi stai per scrivere davanti al monitor, spingendo tasti a caso sulla tastiera, che i Ghost fanno già questo negli ultimi anni, che sono i migliori stile fanatico Jihadista vaneggiando nel dire che ormai è tutto un susseguirsi di copia e incolla? Peccato sbagli in pieno, a volte succede.

La forza degli Arcana 13 è quella di essere riusciti sapientemente a mixare i classici connotati del rock di matrice settantiana, con una verve heavy doom-eggiante che riesce a tramutare ogni canzone in un potenziale singolo, forgiando melodie e tempistiche non solite nel panorama internazionale. 

Io come grande inquisitore

Ti condanno

Copritele il volto con la maschera del demonio

Inchiodatela

Che il fuoco purificatore la riduca in cenere

E che il vento purificatore possa cancellarne ogni traccia

Con queste parole si apre Danza Macabra, un breve stralcio dal grande film La Maschera del Demonio di Mario Bava del 1960, già con queste poche parole lascia intuire come l’atmosfera e le tematiche trattate saranno decodificate, con intelligenza e serietà, al fine di creare una ipotetica quiete oscura e decadente per l’intera durata dell’album. Otto canzoni che trattano di film horror, otto canzoni che hanno una loro speciale attitudine e riescono alla perfezione ad entrare in testa senza difficoltà sin dai primi ascolti. La doppietta iniziale formata da Dread Ritual e Arcane XIII è la perfetta comunione tra il vintage retroavanguardista e il contemporaneo che non demorde; la nostra nazione ha ancora qualcosa di potente e meraviglioso da raccontare in termini musicali. Atmosfere e ritmiche classiche del doom primitivo settantiano di tipica scuola “Sabbath” con la contaminazione perfetta nelle linee vocali a là Danzig dei tempi che furono. Non male vero ragazzi? La terza, Land of Revenge, come da prassi è il classico lentaccione che smorza un po’ l’adrenalina e ti riporta con i piedi per terra, dove le armonizzazioni sono celestiali e tutto diventa sempre più proto-Blue Oyster Cult con la verve moderna e frizzante che non guasta mai. La si può ascoltare dieci volte consecutivamente e sarà sempre un piacere, nel suo piccolo non sovverte la storia, ma regala emozioni senza chiedere nulla in cambio. Oblivion Master poggia le basi su un riffone senza ombra di dubbio di matrice Down, dove il doom rockeggiante che ci ha accompagnato sino ad ora arriva distrattamente senza disturbare per mettersi da parte in favore di un fraseggio groovy e scanzonato come mai prima d’ora. Ennesima conferma che gli Arcana 13 non hanno il paraocchi, lo spazio visivo alla loro portate è molto ampio. Arriva Suspiria, tutto si ferma, all’inizio non credi ai tuoi occhi, non credi alle tue orecchie e in un batti baleno ti ritrovi catapultato dentro l’immaginario mondo di Dario Argento e dei Goblin. Facciamo che per questa traccia non vi dico nulla di più, andate, ascoltate e traetene le vostre conclusioni, il sottoscritto sarà almeno al cinquantesimo ascolto e gode come un porcospino ammaestrato; perché? Segreto. Le tre tracce finali, non è che non voglio raccontarvele, è che va controcorrente con il mio standard, penso di avervi già detto molto, troppo, più di quello che uno deve sapere per comprendere che Danza Macabravale la pena di essere ballato fino alla morte“. Sappiate solo che la porzione centrale di The Holy Cult of Suicide è impossibile da non cantare a squarciagola e lasciare penetrare dentro le vostre vene fino a farvi inghiottire piano piano. Hell Behind You è la chiusura perfetta con i suoi sette minuti, psichedelia e groove e doom e heavy e rock e melodie e tutto quello che il bello della musica del mondo di oggi offre attraverso una composizione ricca ed accurata nei minimi dettagli. La prestazione dei singoli è da applausi, ogni strumento ha il suo spazio e la voce rapisce attraverso linee vocali insolite e studiate alla perfezione; condensa in poco spazio dinamiche e disturbanti coinvolgimenti come raramente accade. Sprecare fiato e tempo per cos’altro aggiungere? Ribadire che ogni amante delle sonorità vintage, ogni amante del doom d’annata, ogni amante dell’horror rock, ogni amante della buona musica deve ascoltare quest’opera prima degli Arcana 13 ed assaporarne ogni secondo.

Se l’arcano della morte può avere due facce, portando a grandi nefandezze o a illimitate positività, se il “Made in Italy” è sinonimo di qualità e creatività, se gli istinti inzialmente accennati sforano e vagano, se per una volta ogni tanto desideriamo essere orgogliosi dell’Italia che merita, quest’album è un buon biglietto di partenza. Gli amanti della musica, quella bella, quella intelligente, quella studiata e ricercata non avranno difficoltà a comprendere come Danza Macabra non è un prodotto di riciclo e di copia e incolla. Come avrete comprenso non sovvertirà la storia del mondo e creerà un nuovo genere, ma il suo sporco e orrorifico lavoro lo fa alla grande e con disinvoltura, come solo dei professioni sono in grado di comporre e noi dobbiamo dargliene atto. Chapeau.

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