Recensione: Days of rising Doom

Di Gaetano Loffredo - 30 Gennaio 2004 - 0:00
Days of rising Doom
Band: Aina
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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85

Introdurrei questa recensione raccontandovi qualcosina di interessante tratta dal “behind the scenes” riportato in fondo allo splendido booklet della metal opera AINA. Quindi, cominciamo dalla fine…
Per anni le rock opera sono state considerate essere tipiche degli anni 60, basti pensare a Tommy, Hair o a Jesus Christ Superstar per esempio, che con grande difficoltà hanno avuto dei degni successori. Ritorno di fiamma dalla metà degli anni 90 in poi: Nostradamus, Avantasia e Ayreon sono solo alcuni esempi di straordinari successi in questo campo aggiungendo al classico Rock le coordinate sinfoniche dell’heavy metal che caratterizza questo decennio.
Il famosissimo produttore tedesco Sascha Paeth (Rhapsody, Kamelot, Angra, Heaven’s Gate, Ed-guy e molti molti altri) prende la cosiddetta “palla al balzo” e non si lascia certo scappare la possibilità di produrre una metal opera tutta sua: AINA.
Oltre all’aiuto dell’inseparabile Miro, Paeth decide altresì di avvalersi della collaborazione di Robert Hunecke Rizzo, ma non è tutto: Aina non sarebbe mai nata senza l’aiuto della bella americana cantante e compositrice Amanda Somerville che da anni vive in Germania e studia negli Heaven’s Gate studio di Wolfsburg, esperta in componenti quali la pronuncia e l’intonazione nel canto, cercata espressamente da Sascha.
Occupiamoci ora del “cast” scritturato per dare vita a questo platter: Paeth dimostra di avere ottimi gusti scegliendo cantanti quali Michael Kiske (Helloween ed ora Supared), Tobias Sammet (Ed-guy), Olaf Hayer (Turilli), Candice Night (Blackmore’s Night), Andre Matos (Angra ed ora Shaman), MarKo Hietala (Nightwish), Damian Wilson (ex Threshold), Oliver Hartmann (ex At Vance) e Glenn Huges. Non tralascerei i musicisti presenti tra i quali spiccano Jens Johansson, Derek Sherinian, Thomas Youngblood ed Erik Norlander…

Un po’ di storia…

AINA viene presentata come una terra incontaminata dove, da moltissimi anni, vige un regime di prosperità con la sua splendida popolazione ma un giorno…
Le Divinità misero in allerta gli Oracoli che riferirono al Re Taetius Ainaen di una visione di violenti e desolanti maledizioni che si sarebbero abbattute ben presto sule loro terre ma, il Re, mise da parte tutte le preoccupazioni contando sul fatto che fino a quel momento nulla era mai successo.
La bellissima “Vergine d’argento”, Oria Allyahan, adorata ed amata da tutti nelle terre di AINA si innamorò perdutamente di Torek figlio di Taetius e futuro Re di Aindahaj. I due si tennero dentro il segreto e quando Torek decise di proclamare finalmente Oria come sua futura sposa, Talon, suo fratello , annunciò di essersi unito proprio con la bella Silver Maiden.
Torek chiese spiegazioni ma tutto per lui fu invano e decise di andarsene per l’onta subita…
Egli viaggiò per miglia e miglia fino ad arrivare a lande sconosciute dove incontrò il Krakhon, una strana creatura che costruì con lui in quelle terre un impero del male chiamato Naschtok.
Il principe aveva il fuoco negli occhi, ogni suo pensiero rimembrava Talon ed Oria, covava una vendetta di proporzioni immense, e dopo anni di brutalità in terre non sue, arrivò il giorno del ritorno ad Aina, uccise gran parte della popolazione ma il suo sguardo puntava diritto sul castello di Ainaen dove si trovavano in quel momento Talon, Oria e il loro figlioletto nascituro Nalì…
In poche parole Talon fu sconfitto, Oria rapita e violentata più e più volte ma Nalì fu portato in salvo e…
Beh, lascio a voi la lettura del seguito di questa storia che si intreccia perfettamente col cd che ascolterete e che soprattutto non mancherà di presentarvi grosse sorprese.

AINA…

Booklet mastodontico per la Limited Edition in mio possesso, comprensivo di due cd musicali e di un DVD. Nota di demerito va sicuramente al cartonato porta-cd che è scomodo per i primi due platter, addirittura fastidioso per il DVD in quanto abbisognamo di una laurea in ingegneria per riuscire ad estrarlo dal fondo del booklet.
Inserito il primo dei tre dischi ci troviamo di fronte alla classica intro apocalittica ed alle orecchie non può non balzare all’attenzione la clamorosa produzione destinata a questa metal-opera.
Uno splendido giro di chiatarra acustica ci porta diritti verso la prima hit del disco: “Revelations”, narrata nei primi due minuti da Michael Kiske insieme ad un gruppo di sette ragazzini (non avranno più di tredici anni ciascuno!!) che compongono l’Angelic Ainae Choir e che introducono la prima esplosione di power metal culminante in un’assolo di tastiera a dir poco fulminante da parte dell’ex Stratovarius Jens Johansson.
Si torna a ritmi blandi con una song dal sapore antico, sublime… Difficilmente riesco ad esprimere ciò che provo nell’ascoltare Michael Kiske esibirsi in questo lento dal titolo “Silver Maiden”, un pezzo che i produttori della Walt Disney non si lascerebbero scappare nemmeno sotto tortura se solo sapessero di Aina: è una colonna sonora dolce e sentimentale dove Kiske interpreta con pathos innato ed alla perfezione le toccanti note di pianoforte, flauto traverso, violini, violoncello, contrabbasso… Insomma una orchestra ai suoi piedi, o meglio, alla sua voce.
Terza song e terzo centro! Stavolta è speed metal, veloce, velocissimo, e Tobias Sammet ci carica con la sua interpretazione letteralmente esplosiva di “Flight of Torek” che eleggo miglior brano dell’intera opera e che ci offre un bridge incalzante che sfocia in un ritornello da cantere fin dal primo ascolto seguendo il singer degli Edguy, ai livelli vocali da lui sempre sognati. “Flight of Torek” è il sunto dell’intera scena power metal degli ultimi 10 anni ed al suo interno è presente anche la classica ciliegina sulla torta ovvero Glenn Huges che frena la velocità di Sammet con un lento ma azzeccato intermezzo.
A Thomas Rettke viene affidato il compito di cantare il pezzo successivo: la rockeggiante “Naschtok Is Born”, sicuramente meno accattivante delle songs precedenti ma da apprezzare per lo splendido e maideniano break centrale di chitarre che porta al bellissimo assolo di Sascha Paeth.
“The Beast Within” è il pezzo al quale è legato un video (ai limiti dell’indecenza) presente sul DVD di Aina, che offre un ottimo spunto sonoro per gli amanti dell’Hard Rock melodico. Tre minuti e sedici secondi che volano sulle note di questa track.
L’Angelic Ainae Choir riapre la successiva “Siege of Aina” che ci riporta a momenti di stampo prettamente classico alternati ad altri di vero e proprio heavy metal roccioso. Miro e Sascha ci accompagnano passando da momenti operistici con Glenn Huges a momenti speed con Olaf Hayer per conludere con momenti candidi e sognanti con Candice Night. “Siege of Aina” è un pezzo da ascoltare più e più volte.
Tenero, grazioso, dolce, leggiadro e misterioso il mid tempo successivo (tendente al lento) “Talon’s Last Hope” che ha uno splendido inizio Hard Rock targato anni ’70 e che annovera tra le sue fila la toccante prestazione dell’ex Angra Andre Matos nella seconda parte del brano preceduto dal sempreverde Glenn Huges. Anche qui ci troviamo d’innanzi ad un pezzo concepito con la massima attenzione e curato in ogni minimo dettaglio negli arrangiamenti e nel suono.
Incontriamo “finalmente” il primo dei due punti deboli dell’intero album, song titolata “Rape of Oria” e cantata interamente dalla bella Candice Night (moglie del famosissimo Ritchie Blackmore) che non convince appieno sulle insipide note di questo lento, lentissimo pezzo.
Vivacissima la successiva “Son of Sorvahr” che si distacca ampiamente dai soliti cliché dello speed metal e riprende appieno le coordinate dell’Hard Rock più classico. Caldamente consigliata.
Torniamo nel regno fantasy di Aina cullandoci sulle calde note intonate dal “solito” Michael Kiske che con “Serendipity” ci riporta indietro nel tempo e ci prepara dolcemente all’ascolto degli atti conclusivi di questa avventura.
“Lalae Almer” sorprende per il suo tema orientaleggiante che viene proposto per tutta la durata della song ed è, a parte l’introduzione iniziale, l’unica track acustica che si fa tranquillamente apprezzare.
Finalmente power con “Rebellion” che si distingue per l’ottima prova di Glenn Huges ed il fantastico guitar-solo di Emppu Vuorinen in concomitanza con l’altrettanto estroso keyboard-solo di Erik Norlander.
Le battute finali spettano a due brani completamente differenti tra loro: l’ottima, veloce e pomposa “Oriana’s Wrath” contrapposta all’outro finale “Restoration”. La prima fa del suo punto forte il chorus epico interpretato da un nutrito nugolo di artisti e dalla bellissima voce soprano di Sif Sigurdardottir, alla seconda invece spetta semplicemente concludere la storia del concept di Aina.

CD Extra e DVD…

La Trasmission records non contenta dell’incredibile lavoro compiuto da Sascha Paeth & company ci “regala” un paio di chicche, come già detto, per la versione limited edition.
Comincio col dire che né il Cd extra né il DVD sono indispensabili ma aiutano ad avere una visione completa del prodotto che abbiamo tra le mani.
Porrei immediatamente l’accento su “The story of Aina”, prima traccia del secondo platter che altro non è altro che una versione completamente acustica della durata di 15 minuti di tutti i pezzi presenti nel primo cd: un’ottima idea che fa comprendere l’effettiva grandezza sonora di questo lavoro.
Sottolineo inoltre altri due pezzi: “Flight of Torek” (single version) con l’assenza della lenta parte centrale, e “Silver Maiden” (alternate version) degnamente cantata da Amanda Sommerville (anche se paga dazio confrontata con la Kiske version).
Il resto è tutto o quasi inutile con versioni demo sparse qua e là e con la finale “The story of Aina” stavolta semplicemente raccontata (ma potrete leggere tutto sul booklet).
Dvd decisamente insufficiente causa la qualità video scarsissima e soprattutto un indegno video del pezzo “The Beast Within” creato completamente col Rendering studio in 3D ma di rara bruttezza visiva. Appena divertente il making of dove potremmo farci un piccola idea del lavoro fatto in studio per creare questo “mostro sonoro” ed infine una spruzzatina di Slide show, Artwork ed ancora “The story of Aina” questa volta raccontata e presentata con qualche bel disegno, tutto qui.

Considerazioni finali

Aina è una realizzazione di tutto rispetto confrontata con le produzioni recenti o meno in campo heavy metal sinfonico e non solo, probabilmente gli interpreti presenti fanno guadagnare punti in più ai produttori ma, non è assolutamente in secondo piano la qualità delle strutture, dei suoni, degli arrangiamenti e della produzione finale del disco.
Per questo mi trovo nella posizione di dover premiare senza indugi questa fantastica esperienza musicale, con la speranza di poter ascoltarne mille altre in futuro.
Consigliato senza riserve.

Disc 1 (Days of rising doom):

  1. Aina overture
  2. Revelations
  3. Silver Maiden
  4. Flight of Torek
  5. Naschtok is born
  6. The beast within
  7. The Siege of Aina
  8. Talon’s last hope
  9. Rape of Oria
  10. Son of Sorvahr
  11. Serendipity
  12. Lalae amer
  13. Rebellion
  14. Oriana’s Wrath
  15. Restoration

Disc 2 (The Story of Aina):

  1. The story of Aina (instrumental)
  2. The beast within (single version)
  3. Ve Toura sol (Rape of Oria)
  4. Flight of Torek (single version)
  5. Silver Maiden (alternate version)
  6. Talon’s last hope (demo)
  7. The siege of Aina (single version)
  8. The story of Aina

DVD

  1. The Beast Within (video)
  2. The Making of Aina
  3. The Story of Aina (moving storyboard)
  4. Slide show
  5. Artwork
  6. Audio settings
  7. Credits

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