Recensione: Descent To The Underworld

Di Francesco Sgrò - 10 Marzo 2013 - 0:00
Descent To The Underworld
Band: Raven Lord
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
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78

Cosa succede quando una serie di ottimi musicisti provenienti da diverse parti del pianeta decidono di collaborare per dare vita ad un nuovo progetto? La risposta è semplice: nasce una nuova eccellente realtà, rispondente al nome di Raven Lord.
La formazione di questo sestetto può, infatti, contare sulla bravura e sulla grande esperienza – accumulata in tanti anni di onorata attività – di musicisti come il bassista Jamie Mallender (Tony Martin), il batterista Rich Smith (Power Quest) ed il celebre chitarrista Joe Stump (Holy Hell, Reign Of Terror), elementi indubbiamente di elevata caratura, in una formazione completata dal tastierista Alessandro Duò, dal secondo chitarrista George Karafotis e dal singer Csaba Zvekan, alle prese con un disco d’esordio che, date le premesse, risulta essere quanto meno appetibile.

“Descent To The Underworld“, album uscito ad inizio febbraio 2013, si può definire come un ottimo esempio di puro Heavy Metal, feroce seppur elegante, arricchito da un’ottima produzione, pulita ed asciutta.

I nostri spezzano subito ogni indugio con la violenta “The Rebel“, ottima nel presentare il sound dell’eterogeneo gruppo sottolineando, fin dalle prime battute, l’intenzione perfettamente riuscita di mescolare potenza e melodia, quest’ultima evidenziata, oltre che dalle linee vocali allestite dal singer serbo, anche dalla serie di ottimi assolo chitarristici eseguiti dall’esperto Joe Stump.
La seguente “Attila The Hun“, prosegue l’opera di distruzione avviata dalla canzone precedente, presentando una serie di riff granitici ed un refrain semplice ed epico.
Un tema portante che sembra davvero piacere alla band: proprio come nelle due canzoni appena ascoltate, infatti, anche nella massiccia “Let The Show Go On“, il gruppo si rivela essere perfettamente a suo agio nel creare ottime melodie orientaleggianti, rendendo così il lavoro molto dinamico e vario nelle sfumature.

Ottima anche la seguente e più cadenzata “Seal Of The Cross“, da segnalare soprattutto per l’ottimo coro, di grande impatto emotivo.
Poco dopo, i Raven Lord tornano nuovamente su velocità più sostenute e con la gelida “Promised Land“, incastonano un altro importante tassello di questo esordio.
Una marcia che si rivela incessante: il sestetto continua a mietere vittime ed anche la violenta “Settle The Score“ non delude le aspettative per un album che non sembra avere cali di tensione neanche nelle cupe “Black Friar“ e “World Out Of Steel“, canzoni che precedono il trittico conclusivo composto dalla furiosa “Revelation“, subito seguita dall’orientaleggiante “Metal Knights“ ed infine concluso dalla breve e a dire il vero, non eccezionale “Sun God“.

Forse i Raven Lord non avranno composto il disco dell’anno, non esistono particolari incertezze al riguardo.
Questo “Descent To The Underworld“ tuttavia, rappresenta per il sestetto internazionale, un validissimo punto di partenza.
Qualità e valori ci sono tutti: il resto potrà venire da se…

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Tracklist:

01. The rebel
02. Attila the Hun
03. Let the show go on
04. Seal of the cross
05. Settle the score
06. Promised Land
07. Black Friar
08. World out of steel
09. Revelation
10. Metal Knights
11. Sun God

Line Up:

Csaba Zvekan – Voce
Joe Stump – Chitarre
George Karafotis – Chitarre
Alessandro Duo’ – Tastiere
Jamie Mallender – Basso
Rich Smith – Batteria
 

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