Recensione: Devotion

Di Fabio Vellata - 6 Novembre 2007 - 0:00
Devotion
Band: Shylock
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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70


Nome di rispettabile fama e valore artistico, gli Shylock giungono, con questo ’Devotion’, alla prova numero quattro in carriera, intravedendo il compimento del primo decennio d’attività.

Sempre fedeli al proprio genere d’appartenenza, i musicisti tedeschi ci accolgono ancora una volta con una robusta dose di hard rock europeo (o meglio, “germanico”) e si ripresentano sul mercato a distanza di circa tre anni dall’ottimo ’Welcome To Illusion’, sino ad ora apice compositivo di una discografia esigua, ma non priva di discrete qualità in termini d’efficacia e buona resa.

Non mancano alcune sottili differenze rispetto al recente passato, ascrivibili in primo luogo ad un evidente incupimento del suono che, basando la struttura dei brani sulla ruvidità delle chitarre, perde in minima parte l’aspetto maggiormente “tastieristico” dei precedenti albums, lanciando così il platter verso territori affini all’hard rock più quadrato e solido, arricchito da sfumature, in qualche modo, assimilabili alle correnti “moderniste” del settore.
Come ormai divenuto consuetudine, le sonorità di Scorpions, Bonfire e Jaded Heart, veri capisaldi e maestri del genere, appaiono, in ogni caso, i termini di paragone più facili ed immediati.

Sufficientemente buono e ben ponderato il lavoro di songwriting ed inappuntabile, come sempre, l’impegno della band in sede d’esecuzione, le limitate critiche, riferibili ad un disco di “maniera” quale ‘Devotion’, vertono tutte, inequivocabilmente, sulla mancanza di omogeneità nel livello qualitativo dei pezzi che, a fronte di buone prove quali ‘U Feel’, ‘Ocean’, ‘Anybody Out There?’ e ‘Again’, frappongono canzoni dalla scarsa attrattiva ed appeal come ‘The Rain’, ‘Music’ e ‘Castaway’, episodi non molto vincenti e per lo più trascurabili, a causa di melodie talora “stridenti” e poco fluide, giocate su tonalità disarmoniche che potremmo definire pressoché sgradevoli.

Meritevole di menzione a parte, è invece ‘Farewell (To The Champion)’, ultima traccia presente in scaletta e brano scritto in occasione dell’addio al calcio di Thomas Hassler, grande del football tedesco, (campione del mondo nel 1990, giocatore, tra le altre, di Juventus e Roma, nonché fondatore della celebre etichetta MTM, responsabile della pubblicazione dei primi albums degli stessi Shylock), a testimonianza della discreta fama goduta dal combo teutonico all’interno dei patrii confini.

Melodica, cromata, robusta e corposa, la musica degli Shylock si ripresenta dunque all’attenzione degli amanti del genere e promette, con buone probabilità di successo, una compagnia piacevole e più che gradita.
Come ormai da qualche tempo routine nel settore, ecco un altro buon disco, non un capolavoro, ma un album in ogni modo consigliabile, degno di un ascolto, dalla resa decorosa e dai risultati accettabili ed assolutamente onorevoli.

Tracklist:

01. Eternal Life
02. Things Like That
03. Music
04. U Feel
05. The Rain
06. Ocean
07. Castaway
08. Again
09. Hunting High And Love
10. Fading Memory
11. New Attraction
12. Anybody Out There?
13. I Wanna Live
14. Farewell (To The Champion)

Line Up:

Matthias Schenk – Voce
Johannes Löhr – Chitarre / Back Vocals
Oliver Thiergärtner – Tastiere / Back Vocals
Steven Wussow – Basso
Achim Thiergärtner – Batteria
 

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