Recensione: Doomsday

Di Fabio Vellata - 7 Aprile 2012 - 0:00
Doomsday
Band: Admin
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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72

Dall’area modenese, si presenta alla nostra attenzione con il primo full in carriera questa nuova realtà attiva in territori hard rock contaminati e “trasversali”, indicativo segnale di come gli stili e le attitudini anche in un settore tradizionalmente impermeabile alle innovazioni stiano lentamente variando.
Dotati di un taglio vagamente stoner e di un’anima settantiana molto evidente, ma parimenti imbevuti di una modernità di suono che chiama in causa gran parte delle recenti leve delle categoria, gli Admin presentano con il loro curatissimo debut intitolato “Doomsday” (grafica e confezione del package impeccabili), il compimento concreto di un primo ed importante passo verso quella che, nelle speranze, sarà un’affermazione artistica di buon successo.

Fautori di un grintoso e robusto groove rock che cerca raffronti con Alter Bridge e Creed, sfruttando la scia dei versanti meno “alternativi” del grunge made in Alice In Chains e Soundgarden, i cinque musicisti emiliani mettono in mostra nell’arco di dieci tracce una maturità compositiva decisamente rispettabile per un gruppo all’esordio. Trame musicali ricche di influenze variegate, si rincorrono all’interno di episodi resi fascinosi da un lavoro di chitarra imponente e multiforme, mai fossilizzato su canoni troppo statici o ripetitivi.

La selvaggia veemenza di “Rain” e “38 Times” ad esempio, potrebbe in qualche modo portare alla memoria persino certo riffing del nerboruto Zakk Wylde, in particolar modo laddove gli accordi di chitarra vengono doppiati da una sezione ritmica solida come il cemento, preludio di un ritornello ultramelodico e del classico assolo fulminante.
Buon gusto anche nella ricerca della melodia: “Forever In Me”, alternando toni ribassati dal vago sapore alternative con un’armonia orecchiabile e solare, ottiene l’effetto sperato, lasciando in eredità un brano dal notevole appeal radiofonico.
Quando si parla di traccia migliore del disco, non si può in ogni modo ovviare dalla citazione di “Distractedly”, un potente groove che incrocia BLS, Soundgarden ed il rock sudista, ove poter reperire, ancora una volta, un lavoro perfetto svolto dalla coppia di asce composta da Diego Dessi e Alberto Lazzaretti.

Non male, pur se imperfetta, è infine la voce del singer Erik Riva. Forse tra i pochi elementi ancora bisognosi di qualche aggiustamento, le corde vocali del frontman emiliano sono in ogni modo in possesso di discreta espressività, vicina in certi istanti allo stile di Layne Staley, pur se ancora poco personale e dominante. Non in grado cioè, di guidare in modo forte e risoluto l’andamento dei brani.
Il talento però c’è ed è palpabile anche in questo caso. Tutto sta ad ampliarlo a dovere: taluni passaggi della conclusiva “Ridicolous” sono pronti a dimostrarlo.

Un’impostazione vocale più “tosta” e suoni meglio definiti e profondi – per il genere a dir poco fondamentali – avrebbero garantito a questo primo full length del quintetto italiano, un posto di assoluta avanguardia tra le cose sgorgate dall’underground nostrano negli ultimi mesi.
Già visti così, gli Admin sono comunque una bella realtà. Una di quelle band, a cavallo tra modern hard rock e riferimenti “grungy” agli anni settanta, che potranno rappresentare il futuro, anche dalle nostre parti, di un movimento che, dopo tanti anni di immobilismo stilistico, pare aver trovato nuove strade da percorrere ed esplorare.

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Tracklist:

01.    Doomsday
02.    Doggystyle
03.    Rain
04.    Forever In Me
05.    Far From Home
06.    Break The World
07.    Freedom
08.    Distractedly
09.    38 Times
10.    Ridicolous

Line Up:

Erik Riva- Voce
Diego Dessi – Chitarra
Alberto Lazzaretti – Chitarra
Dario Dessi – Basso
Samuel Pietri – Batteria

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