Recensione: Enfer (De La Bibliothèque Nationale)

Di Luca Montini - 31 Dicembre 2014 - 0:00
Enfer (De La Bibliothèque Nationale)
Band: Mastercastle
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2014
Nazione:
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80

Continua l’epopea musicale dei liguri Mastercastle: giunti al quinto full-lenght in appena sei anni di attività, la band guidata da Pier Gonella (chitarra) e Giorgia Gueglio (voce) ci trasporta nelle più remote ed occulte sale della Biblioteca Nazionale di Parigi: l’Inferno. “Enfer (De La Bibliothèque Nationale)” è infatti il luogo in cui dal 1844 vengono custoditi i libri proibiti, di matrice erotica e considerati pericolosi per la società (Da de Sade a tale Pierre du Bourdel, passando per il Kamasutra): i testi erano infatti consultabili solo dopo aver acquisito particolari permessi. 
Già dalla bellissima copertina si ha l’impressione che questo sia un album di svolta. Rispetto alla lineup del precedente “On Fire” (2013) si segnala l’ingresso in squadra di Francesco La Rosa (Extrema) alla batteria, al posto del celebre italoamericano John Macaluso. Si fa sentire anche il tocco del maestro Andrea De Paoli (Labyrinth) alle tastiere, un ospite di rilievo che è già un valore aggiunto al disco.

Dentro la biblioteca. Per quanto non sia possibile ascrivere il disco tra i cosiddetti ‘concept album’ in quanto non contiene un vero e proprio intreccio narrativo, nel complesso il lavoro risulta essere fortemente organico ed identitario. Si ha l’impressione di sfogliare davvero le pagine di un libro, grazie a testi intimi e poetici. Parole che sgorgano dalla penna di Giorgia Gueglio, evocativi come il senso magico di sicurezza e potere in “The Castle”, o dolci ricordi di giochi d’infanzia in “Pirates”: immagini nitide che vengono a crearsi anche grazie all’uso frequente dell’apostrofe, ad esempio attraverso il pronome “noi” (we)  che instaura un rapporto quasi dialogico con l’ascoltatore.
Già dal mid tempo “Let Me Out” e dalla potente e tenebrosa “Naked” è percepibile come lo stile della band stia virando dal power metal ad un hard rock melodico con guizzi neoclassici, pur in continuità con il passato. Il riffing è semplice ed incisivo, la sezione ritmica resta sullo sfondo a sorreggere con energia la struttura.
La titletrack “Enfer” è un ottimo biglietto da visita del disco, in questo scontro ricco di passione e personalità, intimità ed atmosfera, luci ed ombre. Non a caso è stato realizzato un video promozionale per il brano.
Ancora un pezzo più rockettaro e quadrato come “Straight to the Bone”, per spingere sull’acceleratore verso gli alti reami del power metal in “Throne of Time”: doppia cassa martellante ed assolo al fulmicotone.
Nuovo binomio lento-veloce con la power ballad onirica “Behind the Veil”, seguita dalla velocissima “Venice”, che nel freddo malinconico ed oscuro dei canali veneziani ci concede una scintilla di speranza nel suo ritornello super-catchy: senza dubbio altra hit del platter.  
In conclusione, immancabile momento strumentale in piena tradizione Mastercastle. Epilogo neoclassico dal titolo che palesa già il contenuto: “Coming Bach”, dal “Preludio in Re Minore Bwv999” del compositore tedesco, pezzo dal sapore decisamente malmsteeniano anche nel botta e risposta con la tastiera.
Il disco termina troppo in fretta: siamo leggermente sotto la soglia dei quaranta minuti, che già vien voglia di fare un altro giro in biblioteca. 

Enfer (De La Bibliothèque Nationale)” è un album molto ispirato ed intriso di un’atmosfera unica, tra hard rock, power metal e forti influenze neoclassiche: un disco che finalmente più vantare una produzione degna dei Mastercastle, che onestamente era un po’ quello che mancava ai lavori precedenti. Impossibile non rimanere rapiti dalle liriche intime e poetiche, intessute in linee melodiche semplici ma mai banali; solos di grande classe, sempre inseriti con il giusto senso della misura e capaci di elevare il lavoro della band ad un livello superiore. Atmosfere dal tetro all’onirico, dalla sensualità alla follia che reclamano di essere vissute e rivissute ad ogni ascolto. Chapeau! Non resta che augurare alla prolifica band ligure che quest’ispirazione permanga ancora a lungo: a quanto pare c’è ancora molto da esplorare nei recessi oscuri della biblioteca proibita, così come in quelli dell’animo umano.
 

“You will never be alone again
Cause I will hold your hand
We into the castle shade
Dark and lights are our stronger spell”

Luca “Montsteen” Montini

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