Recensione: Evisceration Plague

Di Alberto Fittarelli - 12 Febbraio 2009 - 0:00
Evisceration Plague
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
72

Si sa, un album dei Cannibal Corpse è un po’ come le feste comandate: sai quando arriva, sai cosa aspettarti, eppure lo aspetti sempre con una certa trepidazione. Dopo un disco come Kill, che aveva tolto quell’appannamento notato sul combo negli ultimi anni, Webster & co. si affidano ancora alla produzione di Erik Rutan per svecchiare un sound che non ha nessuna voglia di rinnovarsi, ma nemmeno di venire seppellito sotto a coltri di muffa. E ci riescono di nuovo, anche se con meno decisione.

Certo, tutte le regole sono rigidamente rispettate: i riff sono sempre quelli, la batteria rocciosa-ma-non-troppo-fantasiosa di Paul Mazurkiewicz pure, e Giorgino Fisher non cambia di una sola, infima virgola il suo approccio vocale, magari godendo solo del raddoppio delle vocals su alcuni passaggi (ma si tratta più che altro di un artificio di produzione, e dobbiamo quindi ringraziare il suddetto Rutan). Tutto nella norma, tutto tranquillizzante; e la qualità dei pezzi?

Beh, possiamo andare abbastanza sul sicuro anche in quel caso. Abbastanza, perché per l’appunto i riff sono un po’ meno azzeccati, l’impatto un pelo smussato, e non c’è una vera “hit” (ma anche a questo siamo ormai abituati, e del resto ci può essere una sola “Hammer Smashed Face” nella vita di una band…): pezzi come la simpaticamente intitolata Skewered from Ear to Eye scivolano via placidi, magari con qualche parte cadenzata che fa molto Gallery Of Suicide e che contribuirà all’aumento delle ernie cervicali del popolo metal; mentre la più accattivante A Cauldron of Hate, col suo bel ritornellone da ruggire ai concerti (eh sì, e che ritornello!) resta in testa come apice del disco, e mostra tutta l’esperienza di una band che vive di trucchi del mestiere, di solidità compositiva, di cadaveri smembrati e di live show quotidiani.

Continuando a citare qualche esempio particolarmente riuscito, bisogna per forza di cose nominare la title-track, come da tradizione il pezzo che più si distingue nella scaletta: lento e cadenzato, assomiglia alla marcia di un esercito di zombie verso quel supermercato in cui vi siete inutilmente rifugiati. E come le creature di Romero e soci, il fatto che sia lenta non significa che non sia inesorabile.

Termini usuali del resto coi Cannibal, che nell’essere conservatori hanno creato un’intera carriera. Rassicuranti, i loro album servono sempre, anche in questo caso, a dare i riferimenti per gli altri gruppi, vecchi o giovani, old-style o modernisti che siano. Evisceration Plague non è esattamente il disco brutal dell’anno: ma se i Cannibal Corpse non ci fossero, e non facessero regolarmente album come questo, sempre pronti tra l’altro a finire nella Top 100 di Billboard, dove finirebbe la scena brutal? Pensateci, e poi ascoltate questi nuovi dodici pezzi.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

Discutine sul forum nel topic dedicato al gruppo!

Tracklist:

1. Priests of Sodom 03:31
2. Scalding Hail 01:46
3. To Decompose 03:03
4. A Cauldron of Hate 04:59
5. Beheading and Burning 02:16
6. Evidence in the Furnace 02:48
7. Carnivorous Swarm 03:36
8. Evisceration Plague 04:30
9. Shatter Their Bones 03:35
10. Carrion Sculpted Entity 02:33
11. Unnatural 02:22
12. Skewered from Ear to Eye 03:49

Ultimi album di Cannibal Corpse

Genere: Death 
Anno: 2023
75
Genere:
Anno: 2012
79
Genere:
Anno: 1996
85
Genere:
Anno: 2006
90