Recensione: From The Inside

Di Francesco Prussi - 12 Dicembre 2004 - 0:00
From The Inside
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Genere:
Anno: 2004
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75

Giunge nelle mie mani questo promo dei From The Inside ottimo prodotto di hard-rock melodico, dove ritroviamo ai microfoni un personaggio di tutto rispetto come Danny Vaughn vocalist dei Tyketto, nome di punta dell’hard-rock Americano della scorsa decade. Il progetto in questione è sicuramente valido, poiché in cinquanta minuti scarsi di musica il vocalist ed i validi musicisti coinvolti nel progetto, ci regalano undici tracce di un fiammeggiante e scintillante hard-rock melodico dal retrogusto ottantiano. Ascoltare un pezzo come la stupenda ballata Damn, è come tornare indietro nel tempo, ricordando la lezione impartita dagli anni ottanta, che rivivono con arrangiamenti moderni. Ottimo è il brano d’apertura Nothing At All una canzone molto robusta e trascinante, che ci mette subito in sintonia con le atmosfere del disco, pezzo esaltato da Danny che sfoggia una bella prova vocale sulle orme del miglior Steve Perry. Una chitarra più dura introduce l’hard-rock song Suddenly, un brano robusto e sicuramente valido che ha un ottimo refrain molto trascinante e coinvolgente. Notevolmente bello è l’up tempo di Fight For Love, esaltato da un trascinante refrain, poi a seguire è la volta della ballad Losing Game, sostenuta da un bel chitarrone e da una bella prova del singer. Dopo di che tocca all’ottantiana e già citata Damn, dove ancora una volta Vaughn, recita la parte del leone. Invece mi cattura in maniera particolare il pezzo seguente Stop: un pezzo hard-rock molto ritmato e sostenuto da un bel lavoro di chitarra.
Segue la bella Relentless, pezzo che si dimostra efficace per un refrain accattivante e diversi cambi d’atmosfera; è la volta di Blessing In Disguise, ottimo brano che rievoca vagamente i mitici Reo Speedwagon. Poi tocca ad Is Anybody Watching Me?, un’altra stupenda ballata-rock, sostenuta da un bel chitarrone, dove il singer sciorina una prova molto ispirata e sentita, degna solo di grandi talenti come il nostro sta dimostrando alla grande in questo gradito ritorno. Ci avviciniamo alla fine con il melodic rock assai scolastico di Always, brano che si lascia ascoltare e scorre via senza lasciare il segno. Termina il lotto di canzoni la stupenda e sinfonica Beautiful Goodbye, sei minuti molto intensi che si animano all’altezza del ritornello, chiudendo in questo modo un lavoro molto valido. Forse non sarà il capolavoro dell’anno, ma per conto mio, ha tutte le carte in regola per dire la sua in un panorama molto arido di nuove promesse, ma che vive per le continue e fiere zampate di questi vecchi leoni che non vogliono sentirne di mollare la preda e sfornano prodotti sempre degni di nota.
Tracklist:

  1. Nothing At All
  2. Suddenly
  3. Fight For Love
  4. Losing Game
  5. Damn
  6. Stop
  7. Relentless
  8. Blessing In Disguise
  9. Is Anybody Watching Me?
  10. Always
  11. Beautiful Goodbye

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