Recensione: Gloria

Di Eugenio Giordano - 20 Agosto 2004 - 0:00
Gloria
Band: Ligeia
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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60

Ispirati da un racconto di Edgar Allan Poe (da cui il nome della band) i tedeschi Ligeia arrivano alla pubblicazione di quello che potrebbe sembrare il loro nuovo disco (il terzo della loro carriera). Ho detto potrebbe perchè in realtà la faccenda è molto più losca di quanto venga nascosto al di sotto della solita copertina sottratta all’ormai abusato Luis Royo.

E’ meglio ricordare a tutti, e a chi non conosce il gruppo, che i nostri Ligeia dopo essersi autoprodotti il primo album “Made of stone” nel 2000 ed essere tornati all’autoproduzione con una demo nel 2002, sono giunti alla realizzazione del secondo disco “Beyond the sky” nello stesso periodo. Trovato l’accordo con la tedesca Iron Glory lo scorso anno i nostri tedeschi hanno pensato bene di riregistrare otto delle dieci canzoni di “Beyond the sky” cambiando il titolo e la copertina del disco, aggiungendo e un paio di pezzi nuovi e di mettere il tutto sul mercato sotto l’altisonante titolo “Gloria”. Non solo! Per confondere maggiormente le acque, alla luce di evidenti guai discografici, i Ligeia hanno pensato bene di cancellare dalla loro discografia l’uscita di “Beyond the sky” in modo da far credere a tutti che questo “Gloria” sia realmente un disco nuovo quando invece la sua stesura risale a quasi tre anni da oggi, andate a vedere sul sito. Questo “Gloria” non è un disco nuovo, sappiatelo. I Ligeia sono a tutti gli effetti dei cloni, nel senso stretto del termine, dei vari Warlock, Black Lace, Zed Yago et similia. Autori di un heavy metal classico di matrice epica, i nostri si affidano alle doti vocali di Dani Unglert, la quale prevedibilmente sovrappone la sua prestazione vocale a quella della Dorothy Pesch degli anni migliori senza mai raggiungerne i risultati o scalfirne minimamente il carisma. Il sound generale della band tedesca, come già mostrato in passato, è incentrato su un saggio uso delle chitarre poste alla base delle composizioni senza mai spingersi in un songwriting particolarmente elaborato e personale. Senza dubbio questo “Gloria” rappresenta un buon esercizio musicale che comunque non aggiunge nulla a quanto non sia stato già detto nella seconda metà degli anni ottanta dai Warlock. Con questo non voglio dire che siamo di fronte a una band incapace, ma semplicemente se queste sono le loro credenziali credo che i Ligeia, nel raggio di un lustro, verranno completamente dimenticati. Oggi è assolutamente necessaria una forte identità per una band giovane, in modo da poter emergere rispetto al resto della scena.   

Si comincia con un buon mid tempo epico dal titolo “Mistress of the night”
interpretato bene dalla Unglert ma leggermente ripetitivo nel refrain del ritornello. Più aggressiva e frontale “Angelwitch” si rivela una delle migliori del lotto e dimostra una innegabile attitudine live. Con la title track i Legeia incominciano ad essere veramente prevedibili puntando su una architettura banale e su un ritornello chiaramente ispirato ai Warlock più epici. Con “Heaven is hell” i nostri si spingono verso una maggiore complessità strutturale riuscendo a ristabilire un certo interesse nei confronti del disco. La successiva “Walpurgisnight” riesce a coinvolgere l’ascoltatore sebbene non si tratti di un pezzo molto ispirato, alla base del brano viene messo il refrain vocale della solita Unglert. Si scade spesso in soluzioni decisamente banali con le seguenti “Last desire” e “Beyond the sky” e i Ligeia mostrano tutti i loro limiti, tutta la loro scarsa personalità. Ancora aggressivi e “ignoranti” i tedeschi in questione premono su tempi veloci sfornando “Wings of fire” per poi ripiombare in passaggi prevedibili con la sterile “Light of the gods”. La conclusione del disco è affidata alla pessima ballad “Silince” che purtroppo incide molto negativamente nell’ensamble del disco.

Diverse band quando siglano il primo contratto tornano sui pezzi vecchi e magari riregistrano album autoprodotti, ma almeno mantengono il titolo e la copertina in modo da far capire ai fan che non si tratta di album nuovi! Come nel caso Lordian Guard – Warlord anche i Ligeia hanno messo insieme un “nuovo” disco fatto con i pezzi del loro passato. Il mio voto valuta i pezzi presenti, che non sono poi così malvagi, ma era mio dovere informarvi su questa situazione perchè comunque le persone nel mio ruolo hanno una responsabilità di chiarezza e trasparenza nei vostri confronti. Traete voi le conclusioni in merito.

Beyond the sky (2002)  

1. Mistress Of The Night  
2. Wings Of Fire  
3. Beyond The Sky  
4. Gloria  
5. Here We Are  
6. Angelwitch  
7. Silence  
8. Walpurgisnight  
9. Last Desire  
10. Night Of The Cross  

Gloria (2004)

1. Mistress of the Night 03:00 
2. Angelwitch 03:48 
3. Gloria 04:01 
4. Heaven is Hell 05:44 
5. Walpurgisnight 04:52 
6. Last Desire 03:23 
7. Beyond the Sky 05:44 
8. Wings of Fire 03:20 
9. Light of the Gods 04:13 
10. Silence 04:22

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60