Recensione: Have Gun, Will Travel

Di Daniele D'Adamo - 3 Febbraio 2011 - 0:00
Have Gun, Will Travel
Band: Rezet
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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60

Se c’è qualcosa che i tedeschi non smetteranno mai di fare, nel campo musicale, è il thrash. E, fra tutte le tipologie cui si può suddividere questo genere, va sempre di gran moda quella che rimanda al famigerato «thrash ignorante».
Thrash ignorante che, appunto, fermandosi e accovacciandosi a cavallo del biennio 1985 ÷ 1987, ha semplicemente evitato di seguire la naturale onda evolutiva che ha portato, oggi, a stratosferiche progressioni come “Omega Wave” dei Forbidden, per esempio.

A stampare un disco fresco e attuale di thrash ignorante ci pensano, stavolta, i Rezet con il loro “Have Gun, Will Travel”; album d’esordio che segue alcune produzioni minori come EP e demo. La definizione metaforica dello stile proposto dai ragazzi di Schleswig non deve ingannare. Il full-length non è, infatti, composto da un’accozzaglia di note messe a caso sul pentagramma e ancora peggio eseguite a causa di un’imperizia tecnica che non c’è. La filosofia che, alla base, muove i Nostri coincide con una solida volontà di voler proporre il genere amato in una delle sue versioni più vicine a quella originale.

Fatta questa doverosa precisazione per non svilire la qualità artistica e tecnica del quartetto dello Schleswig-Holstein e di tutti i loro colleghi di… ignoranza, si può procedere a un’analisi particolareggiata del platter in esame. Platter che, seguendo anch’esso la moda imperante oggi in materia, si presenta con una copertina dai colori sgargianti e dal tema che rimanda ai moderni videogiochi d’azione. Ambientazione da fumetto, quindi, che però cozza duramente con il massiccio muro di suono eretto da Ricky Wagner e compagni. Costoro, difatti, non risparmiano certo le loro energie nello sciorinare un sound aggressivo e veemente. Il quale, davvero, dà la sensazione di percuotere per bene le schiene dei poveri ascoltatori; così come nell’accezione più pertinente dello specifico termine che ha attribuito il generico nome al thrash. “Have Gun, Will Travel” dimostra, anche, che il quartetto della mitteleuropa ha masticato molta NWOBHM; non limitandosi, pertanto, a suonare con l’unico scopo di far rumore e nulla più. Anzi, nascosti fra le pieghe di un riffing classico e corposo si nascondono – a volte nemmeno troppo velatamente – numerosi richiami all’heavy nella sua forma natìa. Con ciò, dando all’album una buona varietà compositiva e la possibilità, a chi ascolta, di trafficare con un insieme di canzoni legate dallo stile del gruppo ma eterogenee nella struttura e nelle armonizzazioni. Che, stringendo, rimane l’unica peculiarità del disco: il sound non ha nulla d’innovativo (ma questo è per… definizione) e i brani non hanno nulla di speciale. Una discreta qualità del songwriting che riesce, sì, a dare una certa personalità alla musica ma che, invece, non è in grado di sfornare pezzi che saltino all’occhio.

Come da titolo, la strumentale “Red Alert” apre il CD con foga e aggressività, seppur qualche sbavatura del drumming di Bastian Santen crei un po’ di caos, a volte. Un potente riff calibrato sugli stilemi dell’old school sostiene “Toxic Avenger”, song che mostra quale fosse la concezione di thrash nella sua versione più semplice e schietta (legata all’heavy e mischiata, anche, un po’ allo speed), confezionata a metà degli anni ottanta da parecchie band come Avenger, Hawaii, Hallows Ewe. “Metal Rite” mette in mostra i soliti cori riottosi e urlati, aizzati dalla buona e intonata interpretazione di Wagner. Poi “Altar Of Satan” rammenta la grandezza degli Angelwitch e, quindi, “Have Gun, Will Travel” che, assieme a “Fallen Angels”, spinge sull’acceleratore per raggiungere le alte velocità ove alberga il Regno del thrash. “The Final Breath” è una song un po’ a parte, sia per la lunghezza sia per la struttura articolata e melodica che, immancabilmente, mostra il caldo cuore dei thrasher.

“Have Gun, Will Travell” è un lavoro cui si può fare a meno di possederne le grazie, poiché non offre nulla di stuzzicante per i palati fini e/o progressisti. Per chi ama approfondire un po’ la Storia è, invece, una buona testimonianza – scritta oggi – di com’era il thrash nel periodo di «sola ignoranza». Quando, cioè, si era appena allontanato dall’heavy classico.
A voi la scelta…

Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. Red Alert 3:39    
2. Toxic Avenger 4:18    
3. Metal Rite 4:07    
4. Altar Of Satan 4:08    
5. Steamrolling The Society 5:09    
6. Have Gun, Will Travel 4:14    
7. The Final Breath 6:39    
8. Fallen Angels 4:01    

All tracks 36 min. ca.

Line-up:
Ricky Wagner – Guitar, Vocals
Thorben Schulz – Guitar
Sascha “Hoschi” Marth – Bass
Bastian Santen – Drums
 

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