Recensione: Heavy&Dangerous [Reissue]

Di Stefano Ricetti - 12 Febbraio 2007 - 0:00
Heavy&Dangerous [Reissue]
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Genere:
Anno: 2006
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76

Altro colpo da KO perpetrato dalla rinata Minotauro: dopo Back From the Ruins dei Vanexa è la volta di Heavy and Dangerous dei pescaresi Unreal Terror. Nati dalle ceneri dei Respiro di Cane, i Nostri si affacciano ufficialmente sul panorama HM tricolore nel 1979, anno della loro costituzione, sotto il monicker di U.T. E’ del 1982 l’adozione definitiva del nome per esteso, “Unreal Terror” e, dopo qualche anno passato a fare concerti, nel 1985 esce Heavy and Dangerous, con la seguente line-up: Enio Nicolini al basso, Mario Di Donato – successivamente nei Requiem e poi nei The Black – alla chitarra, Luciano Palermi alla voce e Silvio “Spaccalegna” Canzano alla batteria.

Personalmente acquistai la versione in vinile al momento della sua uscita e rimasi solo parzialmente soddisfatto: le idee c’erano ed erano anche interessanti ma la produzione risultava scandalosa. Il tutto suonava “basso”, smorzato, la chitarra di Di Donato era poco più di una zanzara ronzante e la batteria assomigliava a un ammasso di pentolacce ovattate. Inevitabilmente, per i motivi di cui sopra, Heavy and Dangerous non si è mai quindi fatto particolarmente consumare dalla puntina del mio stereo, lasciandosi dietro quel senso di incompiuto che l’ha reso uno degli archetipi delle uscite con produzioni di serie Z degli anni Ottanta italiani.

La vera sorpresa però l’ho avuta qualche giorno fa, nel momento in cui il dischetto ottico nero e giallo targato Unreal Terror ha iniziato a irrorare di HM classico gli speaker del mio impianto. La situazione si è ribaltata, grazie al minuzioso lavoro di Marco Melzi della Minotauro: Heavy & Dangerous suona fresco, pulito e potente, rifuggendo totalmente da quello che era l’edizione in vinile del 1985.

I pezzi proposti sono quattro, tutti di derivazione Nwobhm, tranne uno: la title track è il manifesto della band, attacco di chitarra british e poi HM classico fino al termine! The Voice in the Darkness paga pegno ad Angel Witch: inizio terremotante a la Tank, “mid-cavalcata” dal retrogusto epico nella fase centrale e seconda parte del brano con la velocità a farla da padrona. Headbanger, come intuibile dal titolo, è robusta, massiccia, e probabilmente rappresenta il pezzo più famoso scritto dagli Unreal Terror in carriera: Nwobhm pura, veloce e diretta, senza fronzolo alcuno. Si chiude con l’evocativa, e di grande livello, Freedom be Your Law che, se non sapessi che è un pezzo degli UT, avrei scommesso la mia intera collezione di vinile che si trattava dei migliori Riot d’annata. Per chi scrive l’highlight di Heavy&Dangerous.

Come per Back from the Ruins dei Vanexa, la confezione della Minotauro prevede il cartonato a salvaguardia del jewel-case e, come se non bastasse, la recensione originale di Heavy&Dangerous dell’epoca, da parte del grande Beppe Riva di Rockerilla, all’interno del booklet.

Stefano “Steven Rich” Ricetti

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