Recensione: Heroes in the storm

Di Beppe Diana - 11 Agosto 2002 - 0:00
Heroes in the storm
Band: Spitfire
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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78

Ennesima lodevole iniziativa di recupero del patrimonio artistico/musicale nazionale portata avanti dall’indipendente Andromeda relics, etichetta nata da una costola della oramai scomparsa Andromeda magazine, che dopo aver riportato in auge due nomi oscuri dell’underground italico degli eighties come gli hard rockers Pat Heaven e i più tenebrosi Black Hole, ci restituisce un altro pezzo di storia del metal tricolore che fu, pubblicando “Heroes in the storm” debutto postumo dei veronesi Spitefire.

 

Sicuramente fra i principali prime  movers della scena hard’n’heavy dei primi anni ottanta, gli Spitfire ebbero però vita breve, lasciando come testimonianza solo un apio di demo ed un singolo pubblicato dall’allora super attiva Minotauro records. Ed in effetti quest’album raccoglie tutto il materiale pubblicato dai nostri, arricchendolo con alcune tracce live inedite che non fanno altro che aumentare la mia personale considerazione nei confronti della band.

 

 Naturalmente, il suono degli Spitfire, era largamente influenzato dalla new wave Britannica che allora, era il 1982, esalava i primi vagiti con band storiche quali Angel Witch, Demon, Witchfinder General e Samson. E si, “Heroes in the storm” ha se non altro il pregio di riportarci con la mente vecchi ricordi di facce ed ambientazioni a noi molto care, ed anche se la qualità sonora non è delle migliori, si ma ricordiamoci che i master non sono altro che delle demo, i brani sono gradevoli all’ascolto soprattutto quelli posti nella prima parte come la sulfurea “Marchants of death” molto sabbathiana nel suo incedere, o la più fastosa “Hurricane (i’m free)” che ricorda lo stile di eroi scomparsi come Chariot o Syeon Vanes.

 

La marcia dei nostri continua imperterrita con la splendida tilte track, la dirompente e melodicissima Shadow of the axe e la suadente Stones of Venice, che ci fa comprendere la caratura degli Sptfire che, all’epoca del loro secondo demo omonimo, avevano attirato l’attenzione della label americana King Classic records, anche se la band non esisteva più da un pezzo.

 

Ritroveremo qualche mese più tardi il vocalist Giga in forza ai bolognesi Danger Zone, altra band sfortunata che dopo aver sbancato completamente Los Angeles, si ritrovò inspiegabilmente con un pugno di mosche in mano. Storia di bands sfortunate che per un non nulla, si sono viste passare davanti il treno delle grandi occasioni, restando inspiegabilmente al palo. Di sicuro operazioni lodevoli come questa ci restituiscono frammenti di storia metallica ma ci fanno soprattutto capire che il nostro paese è stato da sempre un fucina inesauribile di giovani leve devote alla nobile causa dell’heavy metal. Consigliato a chi ha fatto del metal una ragione di vita.  

Attenzione: questo cd si può comprare solo ordinandolo direttamente da Andromeda relics, al prezzo di 15 euro, tramite vaglia, presso:
ANDROMEDA C.P. 92
37036 San Martino B.A. (Verona)

Maggiori informazioni e catalogo al sito di Andromeda.

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