Recensione: Hollow Motion

Di Andrea Bacigalupo - 14 Dicembre 2018 - 8:30
Hollow Motion
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2018
Nazione:
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Terzo album per i lussemburghesi Abstract Rapture, che provano a mettersi in evidenza con ‘Hollow Motion’, distribuito dalla Black N’ Purple Records a partire dal 15 dicembre 2018, che segue, a sette anni di distanza e dopo significativi cambi di lineup, il precedente ‘Earthcrush’.

Il loro sound è cattiveria pura, ispirato alle produzioni Thrash degli anni ’90, interposta con delle linee melodiche, malinconiche e rassegnate, evidenziate essenzialmente nei refrain e, in alcuni casi, con delle sezioni musicali di completamento viranti al progressive.  

Il disco è cupo, con ritmiche grevi e profonde, pur se dinamiche, ed un cantato che risulta forte ed aggressivo durante le sezioni Thrash ed inquieto durante le parti melodiche, con atmosfere che pescano anche dalle emozioni che emana il Death Metal.

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Un misto di tante idee, dunque, non nuove ma neanche stantie, sviluppate nel dettaglio, ma in tanti casi accozzate in modo tale da far perdere fluidità al disco.

E’ così, innanzitutto, per ‘Inner Plague’, introdotta dalla breve quanto scura strumentale‘…and Winter Comes’, è frammentata in tantissime sezioni che la rendono troppo articolata e di difficile assimilazione, pur se contiene momenti di grande intensità emotiva come l’assolo di chitarra, in stile progressive, ed il tappeto ritmico intrecciato dalle chitarre.

Anche la successiva ‘Venom Skies’ è iper cangiante, difficile da ascoltare tranne nuovamente la parte dell’assolo, coinvolgente, che porta ad un’apparente calma per poi ripiombare nel drammatico.

Per il resto la formula che prevale è quella del ‘poliziotto cattivo e poliziotto buono’, dove il cattivo lo fa il Thrash, violento ed arrabbiato, mentre quello buono è rappresentato  dalla sezione melodica, intrisa di dramma e finta tranquillità.

Così è il pezzo d’ apertura, ‘A Promise from the Ghouls’, in cui alla furia, che cresce d’intensità fino ad arrivare all’apice rappresentato dal cantato in growl, vengono affiancate altrettante strofe drammatiche.

La seguente ‘The Cancer in Your Soul’ si muove lungo gli stessi binari, è però impreziosita da un cambio improvviso, come se al suo interno s’insinuasse un’altra canzone, lenta e struggente con un andamento ipnotico in sottofondo.

Dance of the Hanged Men’ è un pezzo acustico strumentale inferiore al minuto, che ad un certo punto diventa deprimente.

Endless Chapter’ parte con le chitarre che sembrano uno sciame di calabroni inferociti, di quelli che sono appena stati disturbati con il fuoco, cosi come sono feroci le seguenti strofe cadenzate e la successiva accelerazione. A tanta rabbia si contrappone, nuovamente, la melodia, dividendo la canzone in due parti distinte.

Stessa struttura per ‘Blood-Red Revolt’, senza troppe varianti.

Risultano più efficaci i brani diretti, con pochi passaggi tra un ritmo e l’altro, come la violenta ‘The Fear Industry’, veloce e furiosa con un intermezzo melodico ed un assolo che richiama entrambe le parti e la successiva ‘Hollow Soul’, nera come la notte, intrisa di un’affascinante melodia lenta e nostalgica e la conclusiva ‘Ego Non Te Absolvo (A Drunken Conclusion)’, un Thrash dichiaratamente anni ’90 che chiude il tutto con alta dignità.

Alla fine ‘Hollow Motion’ è un po’ controverso: da una parte si apprezza la ricerca sonora e melodica, dall’altra la troppa articolazione dei pezzi fa perdere l’orecchiabilità del lavoro, che diventa di non facile elaborazione.

Resta comunque il frutto di un’opera curata nei particolari, seria e motivata, ben prodotta e suonata, sotto il profilo tecnico, in modo praticamente impeccabile, con la volontà di essere moderni. Per questo gli Abstract Rapture vanno premiati consigliandone l’ascolto.            

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