Recensione: I

Di Stefano Ricetti - 21 Gennaio 2013 - 0:00
I
Band: Giant X
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
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70

L’uomo di Amburgo colpisce ancora! Rolf Kasparek, detto Rock’N’Rolf, classe 1961, torna a stupire i palcoscenici del Metallo e affini con una nuova creatura chiamata Giant X. Molti, seguendo i vari comunicati stampa apparsi puntualmente anche su questo portale, avranno di primo acchito sperato di incocciare in un’ulteriore incarnazione dei favolosi Running Wild, magari addirittura più duri e inca**ati degli originali, forti di quella “X” nel moniker che a suo tempo partorì i notevoli X-Wild, di fatto agguerriti dissidenti poi necessariamente fuoriusciti dalla band madre, evidentemente stufi degli schemi dittatoriali imposti da Kasparek. Ebbene, niente di tutto questo! I Giant X costituiscono un’entità inedita, che nulla ha a che vedere con i Toxic Taste ma nemmeno con i nobili Running Wild, invero sempre più decaduti, oltremodo successivamente al recente inciampo chiamato Shadowmaker, del 2012.

Le cronache provenienti dal Länder posto fra la Bassa Sassonia e lo Schleswig-Holstein riportano notizie di un ritorno dei Pirati teutonici già quest’anno; su quali basi ce lo si chiede un po’ tutti, di certo l’attesa del nuovo parto discografico non è paragonabile al periodo fra Pile of Skulls e Black Hand Inn, ad esempio, tanto per usare un eufemismo.    

Tornando al combo oggetto della recensione, ad affiancare Kapitän Rolf nei Giant X vi è il fido chitarrista, compositore, arrangiatore e altresì produttore Peter J. Jordan, di Hannover, già all’opera con gli ultimi ‘Wild sin dal 2005. Basso e Batteria non pervenuti: meglio pensare che se ne sia occupato “Angelo Sasso” per non perdere il buonumore… ah,ah,ah! Sul booklet, di dodici pagine, comprensivo di tutti i testi e di una sola foto riguardante la band con Rolf e Peter, i Nostri se la cavano con un laconico “vocals&instruments performed by Giant X”.

I” consta di dodici pezzi e, usando le parole dei due protagonisti, “scritti in linea con la tradizione di quanto creato in passato da grossi calibri come Kiss, Queen, Thin Lizzy, Van Halen ma anche Billy Talent”. Rock&Hard Rock, roba classica, quindi, a mostrare al mondo un lato inedito dell’accoppiata artistica Kasparek/Jordan.

Appena dopo l’intro The Rise Of The Giant X vi è l’irruzione della chitarra di Rock’N’Rolf e della sua, inconfondibile, acida voce a dettare legge all’interno delle trame melodiche di On A Blind Flight, brano che si dimostra biglietto da visita azzeccato in virtù di un hook prodigioso. La cosa che però fa più piacere notare è il fatto che il vecchio e prode nocchiero dei Running Wild non si è assolutamente convertito sulla via di Damasco dell’hard rock in maniera spudorata ma viceversa mantiene le proprie peculiarità e le applica al genere.    

Altro episodio irresistibile, per quanto attiene l’orecchiabilità, è Don`t Quit Till Tomorrow, archetipo del brano ooooohhhh! da rock arena, di quelli con le bionde appariscenti a dimenarsi in mezzo al pit piuttosto che sulle possenti spalle dell’energumeno di turno.   

Impossibile non rimembrare i grandi Cinderella di Tom Keifer in Badland Blues, canzone che dice già tutto nel titolo e si conferma all’altezza delle attese. Passa senza impressionare Now or Never mentre in Nameless Heroes Rolf si cimenta in un lentazzo degno del Sunset Strip degli anni Ottanta con accendini al cielo incorporati, invero con risultati accettabili, di certo non strabilianti.
    
Go 4 It è semplice rock’n’roll allo stato brado, così come la successiva The Count, con qualche piccolo distinguo. Cambio di passo, decisamente in meglio tramite Rough Ride, secondo, decoroso echeggio dei Cinderella. Udite, udite: i Giant X si addentrano addirittura in territori moderni con Friendly Fire! Nomen omen in Let`s Dance, rocciosi chitarroni la fanno da padroni all’interno delle note di Soul Survivors, traccia che probabilmente avrebbe potuto dare di più se i Nostri si fossero spinti verso un tonnellaggio di tamarraggine maggiore. Chiusura all’insegna del ritmo con R.O.C.K. pezzo però sofferente, come quello che lo precede, di troppa poca enfasi per graffiare davvero.

Alla resa finale dei conti, “I” si dimostra lavoro dignitoso, anche se permane l’amaro in bocca per alcuni passaggi che potevano rendere molto di più se maggiormente curati. E’ puro godimento constatare che Herr Rolf non abbia venduto l’anima al diavolo alle sonorità cosiddette più leggere, gli spunti provenienti dalla Running Wild High School of HM non mancano di certo all’interno dei solchi del disco, anche se sicuramente non possono assurgere a orgasmo metallico, ma più mestamente adagiarsi fra le mollezze del petting. 

Che sia l’hard rock, quindi, la nuova frontiera di Capitan Kasparek? Ai posteri l’ardua sentenza, magari dopo aver saggiato il prossimo capitolo del Pirata, atteso entro la fine di quest’anno.

Stefano “Steven Rich” Ricetti     
 

 

Tracklist:
01. The Rise Of The Giant X (Intro) – 0:34
02. On A Blind Flight – 3:29
03. Don`t Quit Till Tomorrow – 3:57
04. Badland Blues – 4:30
05. Now Or Never – 3:35
06. Nameless Heroes – 4:16
07. Go 4 It – 3:42
08. The Count – 3:23
09. Rough Ride – 4:24
10. Friendly Fire – 3:27
11. Let`s Dance – 2:59
12. Soulsurvivors – 3:52
13. R.O.C.K. – 4:06

Line-up:
Rolf Kasparek
Peter J. Jordan
 

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