Recensione: Ignotum

Di Alessandro Calvi - 12 Marzo 2014 - 9:30
Ignotum
Band: Ignotum
Etichetta:
Genere:
Anno: 2014
Nazione:
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75

Gli Ignotum son una band giovane, nel senso che è nata solo nel 2011, ma che sembra avere fin da subito le idee ben chiare su cosa vuol suonare e come. Già ad inizio 2013, infatti, ecco il gruppo entrare in studio per registrare un primo EP, che ci apprestiamo a recensire in questa sede, composto da quattro tracce originali per far vedere all’Italia e al mondo di che pasta son fatti questi ragazzi di Como.

Il risultato è un prodotto assolutamente convincente.
Le quattro tracce che compongono l’EP hanno una impostazione prettamente black, con accelerazioni di doppia cassa e riff al vetriolo, ma non disdegnano qualche sortita fuori dai canoni. Rallentamenti, uso del growl, sprazzi atmosferici, chitarre melodiche, tutti elementi che contribuiscono a rendere i pezzi più variegati ed interessanti. L’impressione è che gli Ignotum abbiano studiato bene prima di mettersi a scrivere i propri brani e che abbiano fatto proprie le lezioni di altri gruppi che, già prima di loro, avevano pescato a piene mani là dove più gli faceva comodo. Parliamo di gruppi come gli Opeth, i Dark Tranquillity o gli Amorphis, band più interessate a suonare la propria musica, a trasmettere cosa hanno dentro in qualsivoglia modo sia necessario, che a preoccuparsi di rimanere nei paletti predefiniti di un genere. Non ci permettiamo di fare un raffronto diretto dal punto di vista qualitativo tra quei mostri sacri e gli Ignotum, i comaschi devon ancora affinare un po’ le loro caratteristiche, ma c’è la forte sensazione di un filosofia simile tra questi gruppi.
Per il momento non stiamo ancora parlando di miracolo, di qualcosa di innovativo e mai sentito prima, né, tantomeno, di una qualità tanto alta in grado di far strabuzzare gli occhi. Ma, come primo EP va decisamente più che bene. Va, infatti, dato merito agli Ignotum di esser stati in grado di comporre e suonare quattro brani decisamente molto buoni, dotati anche di una certa personalità. La speranza è che continuino a lavorare suoi propri punti di forza per migliorarsi sempre più, se lo faranno potremmo davvero aspettarci qualcosa di assolutamente grandioso.
Pur trattandosi di una autoproduzione, inoltre, sia la registrazione che il mixaggio risultano molto buoni e senza sbavature. Tutti gli strumenti si sentono bene, senza nessuno che sovrasti gli altri o qualcuno lasciato colpevolmente “in silenzio”. Anche il suono di batteria, basso e chitarre è perfetto per il sound del gruppo, risultando pieno e pulito, pur sufficientemente grezzo per dare un pizzico di violenza in più che non guasta mai.

Gli Ignotum, con questo loro primo EP omonimo, si presentano nel migliore dei modi. Un prodotto ben confezionato, ben scritto e ben registrato. Quattro tracce che fanno molto ben sperare per il futuro, ma che già ci mostrano un gruppo con le idee chiare e, soprattutto, con le capacità per metterle nero su bianco in uno spartito in maniera convincente. Come prima autoproduzione si tratta di un disco decisamente molto buono, naturalmente bisogna ancora crescere, affinare e migliorare, ma se il buon giorno si vede dal mattino…

Alex “Engash-Krul” Calvi

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