Recensione: In Memory Of

Di Alessandro Calvi - 26 Gennaio 2011 - 0:00
In Memory Of
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Anno: 2011
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62

Norvegesi, i To Cast a Shadow, giungono con questo “In Memory Of” al loro secondo album. Le coordinate stilistiche non sono sostanzialmente mutate rispetto al loro esordio “All Alone”, anche se si segnala l’avvicendamento dietro al microfono tra Camilla Granlien e Gunnhild Huser (che sul primo cd compariva solo su due brani).

Partendo proprio dal profilo vocale per descrivere e valutare questo cd, non si può che notare come la prova offerta dalla cantante è anni luce lontana da quella che si può trovare in molte produzioni fotocopia di gruppi gothic (o pseudo tali) con voce femminile. Le coordinate delle linee melodiche della Huser, infatti, vanno alla ricerca di arie eteree e malinconiche, di una dolcezza gentilmente soffusa di tristezza, piuttosto che del facile ritornello orecchiabile. Un compito certo non facile, ma che la cantante norvegese porta a termine come se per lei fosse fin troppo semplice.
Non altrettanto brillante, purtroppo, l’apporto vocale maschile. I frequenti duetti e alternanze tra voce eterea femminile e growl maschile vengono, uno dopo l’altro, invariabilmente rovinati dalla seconda, decisamente inadatta e, a tratti, disarticolata. L’effetto è tale che spesso si ha l’impressione che Marcus Granlien si sia dovuto adattare a fare del suo meglio in assenza di un vero cantante. Forse si sarebbe dovuto limitare al cantato in pulito, visto che, almeno questo, gli riesce un pochino meno peggio.
Sotto il profilo musicale, infine, c’è ben poco da aggiungere. Che non ci si trovi dalle parti dell’ennesimo gruppo clone di goth-pop dotato di frontwoman più o meno avvenente su cui puntare tutto (anche al di là delle relative capacità vocali), si è già detto. In effetti i To Cast a Shadow vanno piuttosto alla ricerca di soluzioni maggiormente d’atmosfera, che fanno maggiormente presa sull’emotività dell’ascoltatore, seguendo un filone riconducile direttamente ad alcuni dei gruppi storici del genere come My Dying Bride, Paradise Lost e Anathema. Purtroppo, così come l’idea di base, anche i risultati non sono nuovi di zecca. Qui e là si avverte qualche sensazione di dejà-vu (e in generale una certa mancanza di originalità) che, purtroppo, rovina un po’ l’effetto generale del disco togliendogli dei punti.

In conclusione, tirando le fila del discorso, non si può che fare i complimenti ai To Cast a Shadow per aver tentato la strada meno facile che il gothic oggi può offrire, mantenendosi distanti dalle sirene di un mercato (e di case discografiche) che sembran chiedere solo melodie orecchiabili. D’altra parte, pur con alcuni elementi di innegabile qualità, a “In Memory Of” manca ancora qualcosa per essere sulla bocca e negli stereo di tutti. Essendo solo il loro secondo album, però, confidiamo che possano ancora riservarci delle sorprese e tirar fuori, già dal prossimo cd, un po’ di originalità e personalità in più.

Tracklist:
01 Tormented
02 Morose
03 Nightfall
04 Oceans Apart
05 Betula
06 My Misery
07 When You Leave the Room
08 Set Afire
09 The Answer
10 In Memory Of

Alex “Engash-Krul” Calvi

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