Recensione: Infinity Through Purification

Di Blackwizard69 - 13 Gennaio 2004 - 0:00
Infinity Through Purification
Band: Diabolic
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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82

Il metal è bello non solo perchè è vario, ma soprattutto perchè è sempre pieno di liete sorprese. E qui in parte mi dò una bella zappata sui piedi, confessando pubblicamente la mia ignoranza: mi accingo a recensire il quarto lavoro dei floridiani Diabolic senza aver mai avuto il piacere di ascoltare uno dei loro albums precedenti, ma vi posso assicurare che
sulla base di quello che ho ascoltato negli ultimi 39 minuti e 35 secondi, la mia “wishlist” per i prossimi acquisti si è allungata ulteriormente, ahimè….

I Diabolic sono di Tampa, e questo già rappresenta un asset invidiabile per la band. Infatti, tal piccola cittadina marittima situata sulla bellissima costa
ovest della Florida per molti è famosa soprattutto per le bellissime spiagge e perchè ospita i Tampa Bay Buccaneers, campioni USA in carica di football americano, ma per noi adepti del metallo estremo rappresenta, o meglio ha rappresentato qualche anno addietro, una delle aree più prolifiche in termini di produzione di death metal bands di qualità, citando i più rappresentativi su tutti: Obituary, Morbid Angel, Death, Deicide e Massacre. Non dimenticando che Tampa rappresenta anche sede della Morrisound Studios, dove operava tra gli altri un tale Scott Burns, produttore di bands come Cannibal Corpse e Seputura, oltre a quelle citate sopra.

Questa breve ma significativa introduzione sulla terra d’origine dei Diabolic è funzionale all’inquadrare la band in questione in termini di stile e sound: i Diabolic praticano un death metal aggressivo, ma anche estremamente tecnico e vario, che deve molto in termini di impostazione, influenze ed ispirazione ai loro più famosi predecessori. I primi nomi che mi vengono in mente ascoltando “Infinity Through Purification” sono Deicide e Monstrosity, con leggere influenze Cannibal Corpse e primi Morbid Angel. Ma qui terminano le similitudini con i parenti stretti ed iniziano i non pochi meriti dei Diabolic. Anzichè “adagiarsi sugli allori”, limitandosi a pubblicare un album suonato in modo impeccabile ma carente in termini di originalità, peccato compiuto da tantissime death metal bands negli ultimi anni, nonchè causa principale del parziale default del movimento death metal floridiano, i Diabolic si “mettono in discussione”, montando sopra una un’infrastruttura tecnica solidissima alcune peculiarità che aiutano a distinguere i nostri da tantissime bands a loro simili e che, in un certo senso, li collocano in una categoria privilegiata. In particolare, l’intesa tra le due chitarre di Brian Malone ed Eric Hersemann è impeccabile, ed i due si rincorrono continuamente in assoli incrociati velocissimi e tecnici, ma spesso melodici al tempo stesso, elemento a mio parere originalissimo e che raramente emerge in lavori simili. Il supporto del drumming di Gael Barthelemy e
del lavoro al basso di Ed Webb è assolutamente all’altezza, ed il risultato finale è un felice impasto di death metal brutale e tecnico vecchio stile, che fa dei blast beats il proprio cavallo di battaglia, arricchito in modo significativo da continui cambi mai banali e da assoli di chitarra melodici e tecnicamente impeccabili, che danno una dimensione inedita ed una profondità significativa al suono della band. ll singing di Ed Webb, che deve molto al growl tipico di Glen Benton, pur non rappresentando nulla di originale fornisce il supporto necessario alle intricate composizioni dei Diabolic. “Infinity Through Purification” è stato prodotto ai Morrisound Studios (neanche a dirlo!), con il supporto tecnico dello stesso Tom Morris, altro produttore di spicco del panorama death metal floridiano e non targato anni ’90, ed il risultato finale è impeccabile.

In conclusione, il nuovo lavoro dei Diabolic rappresenta una piacevole e senz’altro benvenuta ondata di freschezza nonchè boccata di ossigeno per un genere musicale che negli ultimi anni ha cominciato a perdersi i pezzi per strada e che secondo molti ha già vissuto il suo momento d’oro e si avvia ormai verso il definitivo tramonto. Tuttavia, come suol dirsi, la speranza è l’ultima a morire, soprattutto finchè ci saranno nuove uscite come “Infinity Through Purification”. Fortemente consigliato a tutti gli amanti del buon death metal targato USA, ed in particolar modo agli adepti del “Florida sound”.

Nicola “Blackwizard69” Guglielmi

Tracklist:

1. From The Astral Plane…Entwined With Infinity
2. Spiritual Transition
3. Satanic Barbarism
4. Internal Mental Cannibalism
5. Procession Of The Soul Grinders
6. Exsanguinated Life
7. Descending Through Portals Of Misery
8. Enter The Maelstrom

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