Recensione: Inmortal

Di Federico Orano - 6 Luglio 2008 - 0:00
Inmortal
Band: Landevir
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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80

Tra le band di assoluto valore, come i brasiliani Aquaria e i madrileni Avalanch, che non vengono distribuite in Italia e nel resto d’Europa (Spagna esclusa in alcuni casi), ci sono anche i Landevir. Non per caso quindi, questa band spagnola è praticamente sconosciuta nella nostra penisola, nonostante siano giunti al terzo album.

Debuttano nel 2003 con “Legendas Medievales”, un album poco power e molto celtico, dove la produzione è un po’ il tallone d’achille: bisogna aspettare fino al 2006 affinchè la band faccia molto parlare di sé con il bellissimo “Suenos Celtas”. Il power/folk metal di questi ragazzi è davvero di altissimo livello e vanta la collaborazione di un ospite illustre come Txus (Mago de Oz), nella cover di “Eye of the Tiger”.

Dopo tre anni (2008) danno alla luce “Inmortal”. Era difficile pensare che potessero far meglio di “Suenos Celtas”, ma devo dire che i Landevir hanno centrato l’obiettivo. Meno cavalcate power e una maturazione invidiabile portano il sestetto iberico a comporre 11 canzoni di altissimo livello che, non solo fanno di “Inmortal” il loro migliore album, ma probabilmente anche uno dei migliori dischi dell’anno. Il sound dei Landevir si può paragonare a quello dei Mago de Oz, ma il confronto regge fino a un certo punto poiché lo stile della band è diventato molto personale, come dimostra quest’ultimo lavoro.

Si parte alla grande con l’accoppiata “Deuda eterna” e “Viaje sin retorno”. La prima è una tipica Landevir song dove la melodia violino/flauto e lo splendido ritornello vi cattureranno fin da subito. La seconda la definirei una power ballad anzi, una favolosa power ballad. Molto à la Mago de Oz è l’inizio di “Esclavos de una illusiòn”, che può ricordare quello di “Diabulus in musica” con un ritornello che vi si stamperà dritto in testa. “El ùltimo adiòs” parte con un potente riff di chitarra a cui, subito dopo, si aggiunge l’immancabile duo violino/flauto. Un mid-tempo di enorme fattura con l’esordio nell’album della voce femminile di Cristina Sanchez. Proprio la voce femminile presente in qualche pezzo si è rivelata una scelta davvero azzeccata. “La mil y una noche” è un vero e proprio tributo ai Saurom, altra band spagnola. Proprio il cantante dei Saurom duetta con Francisco e ne viene fuori una tipica canzone da festa in stile “La posada de los muertos” dei ben più noti Mago de Oz. Sfido chiunque a non alzarsi in piedi a cantare! Ma l’album ha ancora molto da dire e si prepara a dare il botto finale: in “Oscuro amanecer” ritroviamo la voce di Cristina e il pezzo è,a parer di chi scrive, una delle hit del disco. Fantastico lo stacco per poi far partire il meraviglioso ritornello tutto in doppia cassa. La successiva “Tù seras la luz” è la vera e propria ballata del cd. Altro ottimo pezzo. “Alba”, canzone già presente sul sito della band come singolo apripista del nuovo album, potrebbe benissimo esser considerata la più bella canzone dell’intero disco. Ottimo il riff che accompagna la strofa, ottimi gli intermezzi di violino e flauto, indovinato l’assolo centrale e semplicemente favoloso il ritornello. Si chiude con “El sueno se harà realidad”, una canzone veloce e melodicissima, caratteristica del gruppo, seguita da una lunga e dolcissima outro acustica finale.

Nessun difetto: la produzione è davvero ottima, il booklet niente male. In definitiva quindi, un album bellissimo. Se amate il metal melodico, il power metal con flauti e violini, un po’ in stile Mago de Oz, fate vostro questo meraviglioso disco, e speriamo che prima poi tutti gli album davvero meritevoli come questo, vengano distribuiti anche dalle nostre parti.

Federico “CelestialDream” Orano

Tracklist:
1. Deuda eterna
2. Viaje sin retorno
3. Esclavos De Una Ilusión
4. El Último Adiós
5. Luces Del Más Allá
6. Las mil y una noches
7. Palabras de cristal
8. Oscuro amanecer
9. Tú Serás La Luz
10. Alba
11. El Sueño Se Hará Realidad

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