Recensione: Ô Laudate Dominvs

Di Giorgio Vicentini - 17 Giugno 2005 - 0:00
Ô Laudate Dominvs
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Genere:
Anno: 2005
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83

Arriva di nuovo dalla Francia un’incredibile realtà black metal, all’esordio discografico con un platter talmente poderoso ed espressivo da essere perfino figurativo, dopo un demo relativamente recente che aveva mostrato le doti del combo. Immaginatevi in una pianura deserta sotto un cielo terso, con un vomitevole puzzo di morte che lentamente si diffonde nell’aria, guardatevi attorno e scorgerete spuntare dalla linea delle colline l’avanzata bellicosa di una masnada di demoni dominatori, lanciati in una corsa furente e pronti a travolgere ogni cosa in un’orgia demoniaca. 
Correte al riparo se siete dei codardi o lasciatevi investire come me dal tappeto di note violente e blasfeme di Ô Laudate Dominvs, disco della potenza inaspettata al pari della sua maturità, una rappresentazione del chaos maligno e devastante che incombe sulle genti per soggiogarle con un’arma musicale classica per questi intenti: il fast black metal alla svedese.

Furia blasfema ed un’aria infernale, otto evocazioni capaci di sollevare da terra e trascinare in un turbine di note sapientemente sparate a velocità da invasione e dal costante tocco melodico oltre che potere coinvolgente, immerse in un alone nero come la pece dalla perfidia palpabile. “I feel the poison seeping in my veins…” (“Poisoned Flesh“), un veleno corvino che si insinua nel corpo progressivamente, mentre il canto gregoriano dell’iniziale “Dictum Audiens” introduce all’apertura in grande stile di “Ô Laudate Dominvs“, primo manifesto d’una capacità di irretire e travolgere, il cui tema centrale rappresenta uno dei punti più alti del disco. Brani d’apertura che permettono di cogliere immediatamente doti tecniche e fantasia compositiva di primissimo livello, costantemente tese al raggiungimento del maligno, comandate dallo scream lurido e tendente al growl che copre di crudeltà ed efferatezza ogni parola proferita. 

Ciò mi esalta della loro musica, è l’uso che Glorior Belli fanno della strumentazione, la creazione di un tappeto di note furiose in costante e squassante corsa nel substrato dei componimenti, sostenute da un drumming grandioso e vario, mai sopra le righe e valore aggiunto dal potere ipnotizzante per la sua varietà (da seguire il lavoro enorme svolto sui piatti). Brani tesi, sfuriate costanti, illusori rallentamenti al solo fine di innescare corse furibonde, un calderone diabolico in ebollizione dalla quale emergono riff evocativi della chitarra solista dal piglio quasi “cantato”, intonando litanie di morte che innalzano la coppia di brani “Celestial Phenomena” e la successiva strumentale “In Paradisum…” (un assalto malefico) a doppietta d’oro del disco. 

I Glorior Belli sono una band di pazzi posseduti, folli, rabbiosi e capaci di una furia malignamente sotto controllo in maniera “preoccupante”, segno che la loro malvagità potrebbe essere più vera di quanto si pensi, immersi in uno stato di partecipazione totale nella loro guerra contro il bene. Da rimarcare in primo luogo tutto il contorno grafico del disco, dalla copertina che ricorda lo stile delle incisioni di Albrecht Dürer, al booklet bianco e nero curatissimo e moderno; secondariamente la freschezza e l’estrema personalità del songwriting, che riescono a ridarmi fiducia in un genere musicale i cui alfieri erano i Marduk, attualmente zoppicanti ed in costante regressione.

Il vostro 2005 non avrà alcun senso senza aver invocato a voi la nera legione Glorior Belli, correndo il rischio di venir smembrati e sacrificati… ma se li avrete cercati sarà chiaro che smaniate gli inferi. 

Tracklist:
01. Dictum Audiens
02. Ô Laudate Dominvs
03. Poisoned Flesh
04. Celestial Phenomena
05. In Paradisum…
06. Eternal Torments
07. Darkened Shroud
08. Stigma Diaboli

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