Recensione: Let Your Life Pass You By

Di Alessandro Calvi - 14 Marzo 2014 - 9:30
Let Your Life Pass You By
Band: Drastisch
Etichetta:
Genere:
Anno: 2014
Nazione:
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55

I Drastisch non hanno sempre avuto questo nome. Al contrario, il monicker, pur rimanendo sempre piuttosto simile, è cambiato per ogni album ufficiale che hanno pubblicato. Prima Drastic, poi Drastique, infine Drastisch; e siamo pronti a scommettere che cambierà ancora in futuro. Cambiamenti che non hanno riguardato solo la lingua del nome, ma anche lo stile del logo, come a volersi adeguare costantemente al sound in continua evoluzione. La mente dietro a tutte queste uscite è sempre una sola: Chris Buchman che, nonostante il nome straniero, è un musicista veneto.

Partiti da un black metal piuttosto classico, gli allora Drastic son arrivati, con questo “Let Your Life Pass You By” a proporre un misto di dark-gothic metal, con qualche abbozzo death. I riferimenti sono molteplici e fanno tutti parte del gotha della musica metal, a seconda del momento possiamo udire echi di diversi gruppi che han fatto storia, come Tiamat, Katatonia o Arcturus (seppur con un certo divario dal punto di vista qualitativo tra la proposta di Buchman e gli originali). Non solo il genere è cambiato, ma anche il modo di proporre la propria musica agli ascoltatori. Via, infatti, la voce, l’ultimo nato in casa Drastisch è un disco esclusivamente strumentale.
Non sappiamo quali siano i motivi che hanno spinto Buchman a fare questa scelta: forse il non essere riuscito a rintracciare un cantante adatto o all’altezza delle sue aspettative, forse il disco è nato direttamente così. Di certo si tratta di una decisione coraggiosa, con la quale, però, bisogna purtroppo fare i conti.
Buchman, di fatto, non è un virtuoso della chitarra (per quanto molte composizioni siano chiaramente molto guitar-oriented), quindi “Let Your Life Pass You By” non va a inserirsi nel solco dei tanti dischi simili, composti da bravissimi musicisti tutto sommato per mettere in luce le proprie capacità.
Appare, piuttosto, un album normale, come tanti altri, a cui è stata tolta la voce. Questo semplice fatto è sufficiente per mettere in luce tutta una serie di imprecisioni, di errori, di cose che avrebbero potuto essere fatte meglio, e che la presenza di un vocalist avrebbe contribuito a mascherare. Gli arrangiamenti, in più punti, zoppicano, mentre in altri sembrano del tutto assenti. La drum-machine non brilla per originalità, al contrario segue ritmi spesso banali, come se si limitasse a tenere il tempo, inoltre non è sempre precisissima e in vari passaggi appare fin troppo finta. Se ci fosse stata la voce, molti di questi particolari sarebbero passati inosservati e saremmo stati portati a giudicare questa uscita come un buon album, con idee interessanti, anche se non particolarmente originale. L’assenza delle linee vocali, invece, dà sicuramente qualche punto in più di originalità al disco, ma fa subito balzare agli occhi e alle orecchie un numero altissimo di pecche su cui è impossibile soprassedere.
La produzione stessa, inoltre, contribuisce a peggiorare, anche se non troppo sensibilmente, il risultato finale. I suoni di molti strumenti non son sempre convincenti (in particolare, lo ricordiamo, la drum-machine), così come il mixaggio, che avrebbe potuto mascherare un po’ alcune mancanze, contribuisce invece a metterle in risalto.

Per concludere “Let Your Life Pass Your By” è un esperimento che, purtroppo, non possiamo considerare completamente riuscito. L’idea iniziale avrebbe anche potuto essere buona, ma avrebbe dovuto essere supportata da una maggiore cura in fase di composizione e songwriting. In particolare la scelta di rinunciare al cantato ha fatto sì che si mettessero in luce molti difetti che, altrimenti, sarebbero anche potuti passare inosservati o quasi. Un plauso, quindi al coraggio di provare a fare cose nuove, è una qualità che va sempre apprezzata anche quando, come in questo caso, porta a risultati non esaltanti. Speriamo che questo mezzo passo falso non faccia desistere Buchman e i Drastisch (o come si chiameranno alla prossima uscita) dal continuare a seguire la loro strada.

Alex “Engash-Krul” Calvi

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