Recensione: Los Angeles (feat. Michele Luppi)

Di Gaetano Loffredo - 10 Luglio 2007 - 0:00
Los Angeles (feat. Michele Luppi)
Band: Los Angeles
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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80

La carriera discografica di Michele Luppi è in continua ascesa e ogni giorno più importante: ieri la cavalcata metallica firmata Vision Divine, oggi l’eleganza e la dolcezza dell’AOR targato Los Angeles, domani  l’hard rock spontaneo degli instancabili Mr. Pig. Quando si dice la capacità di fondere con personalità le diverse tradizioni musicali.
La notizia del passaggio dell’artista italiano sotto l’egida protettrice della nostrana Frontiers Records, qualche mese fa, faceva ben sperare; ancor di più i nomi che lo coinvolgevano nel progetto che andremo a spulciare: Los Angeles. 

Le suggestioni ottantiane e il fascino per il rock adulto rappresentano stilisticamente la nuova band di Michele, guidata dalla penna raffinata di chi il rock lo sa scrivere, di chi il rock lo sa vivere, supportato dai lungimiranti attori inseguiti in una vita intera: primo tra tutti l’idolo delle tastiere Gregg Giuffria (House Of Lords).
L’umiltà, il sudore e il sorriso hanno accompagnato Luppi alla riscoperta di un genere che si adatta perfettamente a quel delicato timbro; voce che sa un po’ di Mark Free e un po’ di Eric Martin, eterea nei momenti docili, tagliente nelle fasi energiche: le doti riconosciute ai suoi carismatici insegnanti.

Undici brani deliziosi, undici lampi scagliati nella nebbia, undici tributi, migliaia di parole fragili come il cristallo che si infrangono su un muro di zucchero, undici vivaci colori del suo mondo, epigrafe di una vitalità artistica concentrata nell’attimo sfuggente di Los Angeles, dei Los Angeles. Un attimo da assaporare fino all’ultimo respiro.

L’apporto funzionale di specialisti quali Tommy Denander, Fabrizio Grossi e Frankie De Grasso è oro che cola e Michele Luppi lo sa bene “approfittando” dell’occasione concessagli per trasformare i disegni I Will Carry You, I Must Be Blind e Thanks To You in quadri d’epoca. Aperture melodiche che lasciano intravedere i mille spiragli della nuova luce, brani che si alternano con sapiente logicità.
Gli spiriti musicali aleggiano rincorrendosi senza sosta, le melodie patinate si infrangono sul meraviglioso suono della chitarra di Denander, autore di un lavoro metodico certosino; diventa facile uscirsene con pezzi dalla appetibilità immediata:  Edge Of Forever The Last Chance.

Le composizioni suonano compiute e ricche di personalità. Run, When You Think Of Me e One More Try, riescono a centrare il bersaglio con l’arma che non t’aspetti: la semplicità.
Non resta allora che lasciarsi prendere per mano e farsi condurre nei pressi della contea californiana, la meta e la fine del nostro viaggio, guidati dalla colonna sonora di The Other Side, Caroline e Measure Man: fate scorrere i fotogrammi (rigorosamente in bianco e nero) di quell’America ricolma di speranze e di ingenuo romanticismo. Ne uscirete appagati.

Los Angeles è uno di quei dischi che suscitano sensazioni. Sarebbe fin troppo facile elogiare l’artista di casa nostra per partito preso eppure, di lui si sono accorti perfino i guru di un genere che appartiene a Michele Luppi come una stella all’universo infinito. E’ un peccato? E’ un’esagerazione? No, è uno stato di fatto, è qualcosa di cui andare fieri ed orgogliosi.
Undici pezzi che si attestano su livelli egregi: non si può girdare al miracolo ma si deve riferire di un artista e di una band che si affiancano inesorabilmente alle grandi formazioni AOR emerse negli ultimi anni. E’ lì da sentire.

Gaetano Loffredo
 

Tracklist:
1.I Will Carry You (MySpace)
2.I Must Be Blind
3.Thanks To You
4.Edge Of Forever
5.The Last Chance
6.Run
7.When You Think Of Me
8.One More Try
9.The Other Side
10.Caroline
11.Measure Of Man

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