Recensione: More Than You

Di Simone Volponi - 27 Febbraio 2017 - 0:02
More Than You
Band: M.I.L.F.
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2016
Nazione:
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65

Sotto l’esuberante e sfacciato moniker M.I.L.F., acronimo di Make It Long ‘N Fast, si presentano cinque ragazzotti toscani debosciati e amanti dello sleazy rock vizioso, quello che si respirava negli ‘80’s sul Sunset Boulevard Losangelino. More Than You esce dopo un anno di lavoro intenso, sotto il marchio Buil2Kill e con la sponsorizzazione di Trevor dei Sadist, e si propone di offrire un hard rock “in your face”, compatto e sbarazzino, figlio dei Motley Crue e sbavante (visto il cane posto in copertina) di quell’appeal lascivo ereditato oggi dagli Steel Panther.

Sin dall’opener Let Me Believe, troviamo tutte le caratteristiche necessarie per formulare la perfetta colonna sonora di un viaggio spensierato a bordo di una cadillac rosa (ma essendo italiani, immaginiamo più una Panda dai sedili scamosciati) in compagnia di una biondona giunonica. Le chitarre ringhiano a dovere, il piede è spinto sull’acceleratore e il divertimento la fa da padrone, come in Let’s Go dalle ottime gang vocals in stile Ratt.
C’è spazio anche per la vena romantica e decadente, perché i rozzi capelloni M.I.L.F. un cuore ce l’hanno, perso tra bottiglie di vodka e posacenere stracolmi, così sentiamo il pianoforte farsi largo tra le note di Thief Of Love, che offre anche un assolo sentito. Si riparte però subito dopo con l’inno da spiaggia Beach Blues, con le sue slide e il testosterone pronto a spalancare le gambe di qualche groupie dal trucco sbafato.

Il lirismo demenziale di Dancing Savage ricorda gli Ugly Kid Joe, mentre il riffing di Hang On fa lo sberleffo agli AC/DC, e la doppietta conclusiva formata da Midnight e Can’t Stop dirotta di nuovo il tutto verso lo sleazy più spedito inneggiando al rock ‘n roll senza remore.

Così, nel tempo di una sveltina con sigaretta annessa, si consuma questo More Than You, un ascolto disimpegnato ma ben suonato dai ragazzi in questione. Unica nota dolente, e non da poco, è la voce di Matt Lombardo, troppo pulita per risultare aderente in toto al genere. Servirebbe più sporcizia nella sua tonalità, che a volte fatica anche nelle parti più alte. Per intenderci e prendere come esempio uno dei fondatori del genere: Vince Neill non verrà certo ricordato come un grande cantante, ma il suo timbro nasale e sozzo è ciò che lo rende speciale e azzeccato nel contesto. Più personalità, unita all’esperienza, saranno importanti affinché i M.I.L.F. possano proporsi in futuro come punti di riferimento della scena nazionale in ambito hard rock. Per ora, il divertimento non manca.

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Genere: Hard Rock 
Anno: 2016
65