Recensione: Power In Black

Di Eugenio Giordano - 3 Ottobre 2004 - 0:00
Power In Black
Band: Over Kill
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
63

Vi siete mai chiesti quale sia stata la prima band thrash metal della storia? Quella che ha fondato il genere musicale che ha spopolato durante gli anni ottanta? La risposta sono gli Over Kill. Quella che vedete qui recensita è la ristampa dei primi due demo della band americana, un vero e proprio pezzo da collezione per tutti gli amanti del thrash metal.

Le origini degli Over Kill affondano in un passato insospettabile, il primo nucleo della band furono il bassita Carlos Verni e il batterista Rat Skates, entrambi musicisti punk impegnati in band degli anni settanta. A loro si unì Bobby Ellsworth, pure lui militava in una ban punk. Gli Over Kill vennero fondati nel 1980 e subito cercarono di raggiungere una line up stabile. Vari chitarristi si alternarono nei primi anni della band, tra loro Dan Spitz, Rich Conte e finalmente Bobby Gustafson il quale partecipò alle registrazioni delle prime due demo del gruppo. La demo “Power in black” risale al settembre 1983 e venne registrata a Staten Island nei pressi di New York. La ristampa comprende pure la seconda demo della band americana intitolata “Feel the fire” e risalente al 1984. Inutile sottolineare quanto questo platter rappresenti un pezzo da archeologia metallica il cui valore supera la reale qualità artistica del suo contenuto musicale. La produzione dei pezzi è piuttosto artigianale e rivela le difficoltà che gli Over Kill incontrarono nel loro primo periodo. I pezzi sono leggermente differenti rispetto alle versioni registrate successivamente sui primi album ufficiali della band statunitense. Già dalle loro prime mosse gli Over Kill rivelarono un potenziale live enorme, la band riusciva a conquistare le attenzioni del pubblico con pezzi potentissimi dal refrain inarrestabile. La voce inconfondibile di Bobby Ellsworth emergeva nettamente già in queste prime registrazioni, il suo stile era più rozzo rispetto ai platter ufficiali ma certamente lasciava emergere la personalità della sua voce. Sotto il profilo tecnico gli Over Kill mostravano già una grande padronanza e una profonda perizia compositiva. Negli anni successivi questi Newyorkesi misero a segno una serie di platter perfetti con cui mostrarono al mondo quanto il thrash metal potesse essere potente e ambizioso senza perdere la sua carica originaria. In questo album gli Over Kill mostrano ancora una certa inesperienza ma al tempo stesso emergono le doti migliori della band e il suo carattere coriaceo.

La prima “Overkill” è uno spudorato esempio di metal veloce e diretto che non lascia dubbi in merito alla bravura della band americana, il pezzo non è ambizioso però convince l’ascoltatore fin dal primo ascolto, l’attitudine genuina degli Over Kill era già nettamente percepibile in questi loro primi brani. Il rifferama devastante di “The beast within” possedeva le caratteristiche dei brani migliori della band Newyorkese sebbene in questa sede gli Over Kill fossero ancora una creatura non matura e forse un poco ingenua. Bella e frontale “There is no tomorrow” esplode letteralmente in un refrain vocale da brividi, un pezzo come questo poteva scatenare un head banging furioso sotto il palco, dovrebbero suonarla ancora oggi. Lo speed metal grezzissimo di “Death rider” potrebbe far pensare a una canzone dei Nasty Savage ma la voce inconfondibile di Bobby Ellsworth conferma sempre la garanzia del trademark di questa band inconfondibile, un’altro esempio di cattiveria pura. Si prosegue con l’inarrestabile thrash metal di “Raise the dead”, si tratta di una composizione breve ma efficacissima, viene la malinconia ascoltando brani come questo alla luce di recenti dischi mediocri come “Bloodletting”, “From underground and below” e “Killbox 13”. La classica “Feel the fire”, leggermente differente riapetto alla versione ufficiale, mostra il talento indiscutibile di questi ragazzi e la loro preparazione tecnica. Le versioni live di “Second son” e “Kill at command” peccano per un sound veramente troppo artigianale e inevitabilmente finiscono per risultare meno convincenti rispetto alle registrazioni in studio, comunque si tratta delle prime tracce live della band e meritano un certo interesse da parte dei cultori degli anni ottanta.

In conclusione ragazzi vi avverto, se siete alla ricerca di un sano investimento e di un platter da mostrare con orgoglio ai vostri amici credo valga la pena di intraprendere le ricerche di questo “Power in black”. Se siete dei fanatici degli Over Kill e del metal degli anni ottanta direi che l’acquisto è doveroso. Se invece non conoscete bene la band e volete privilegiare la qualità rispetto al valore collezionistico di un oggetto come questo vi consiglio i primi album della band “Feel the fire”, “Taking over” e “Under the influence” tre capolavori del metal americano. Grandissimi Over Kill.

1. Overkill 03:23
2. The Beast Within 04:05
3. There’s No Tomorrow 03:25 
4. Death Rider 03:50 
5. Raise the Dead 03:13
6. Feel the Fire 05:35
7. Second Son (live) 05:21
8. Kill at Command (live) 04:38

Ultimi album di Over Kill

Band: Over Kill
Genere:
Anno: 2004
63