Recensione: Rage of the aramada

Di Eugenio Giordano - 4 Agosto 2003 - 0:00
Rage of the aramada
Band: The Armada
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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73

Dopo un mini cd d’esordio arrivano alla pubblicazione del primo platter sulla lunga distanza i The Armada band capitanata da due glorie del metal classico europeo, parlo di Damir Uzunovic e Peter Langer entrambi provenienti dalle file dei mitici Stormwitch. I The Armada non sono però una band clone degli Stormwitch, anzi si discosatno sensibilmente dal classico stile dei tedeschi autori di “walpurgis night” abbracciando la causa del power metal epico e diretto dalle forti tinte neoclassiche. Questo platter dal titolo “rage of the armada” è stato curato con massima attenzione sotto il livello sonoro, la produzione e la precisione dei dettagli del suono sono all’altezza dei più esigenti ascoltatori senza però snaturarsi in soluzioni sterili e inoffensive. A questo risultato contribuiscono molto le linee vocali che subito appaiono vibranti e sporcate, mantenendosi lontane dal mero vocalismo, spesso insipido, dei cantanti power classci, i The Aramda si affidano a un cantato potente e preciso, ottimo per aggiungere energia all’esecuzione dei brani in sede live senza eccedere in vocalismi viertiginosi come spesso accade. Le danze sono aperte dall’ottima “guiding star” che propone immediatamente dei riuscitissimi cambi di atmosfera tra power metal e strutture più complesse e melodiche che rimandano al metal classico degli anni ottanta, il gruppo dimostra subito una perizia compositiva degna di altisonanti paragoni. Più diretta e power arriva “devilish lolita” che dimostra quanto il gruppo sappia colpire duro quando vuole, qui mi pare di poter soffermarmi a sottolineare la germanicità delle strutture musicali, vicinissime al power dei nomi storici tedeschi ma anche contaminate dal neoclassicismo malmsteeniano senza esagerare. Anche “endless crusade” appartiene di diritto ai brani epici più riusciti del disco, qui l’interpretazione vocale rende il brano molto efficace e a mio avviso possibilmente adatto alla sede live grazie a un refrain del ritornello molto convincente. Più classica e Stromwitch-oriented, “prayer” riporta i The Armada alle loro origini artistiche, certo un brano del genere, con il suo flavour crescente e fluido avrebbe giovato magari su un disco come “dance with the witches” a mio avviso troppo inoffensivo e per certi apsetti scontato. Dopo una ballad, non proprio azzeccata, arriva “near dark” che si sviluppa su tempi sostenuti e incendia nuovamente le sonorità del disco, i The Armada amano evidentemente gli stilemi power comunque cercano di non diventare mai troppo melodici e prevedibili e questo bisogna sottolinearlo sempre. Ancora una volta vicini al classico stile degli Stormwitch, ma comunque con una sezione ritmica sensibilmente più sostenuta i The Armada sfornano “wheels of fate” una delle migliori song del disco, non solo per la composizione ma anche per la grinta e la perizia epsresse dal gruppo. Da notare come anche brani più veloci come “voices” non si perdano in melodie ripetute e di facile presa, questo aspetto rende il disco comunque sempre interessante anche dopo una serie di ascolti, una caratterisitca particolare da tenere in cosiderazione. La title track si pone come un brano maggiormente articolato sotto il profilo compositivo, ma i The Armada non partoriscono mai brani particolarmente complessi e di lunga durata quindi vengono salvaguardati il tiro e il refrain del brano anche in questo caso. Così accade anche nelle buone e conclusive “tribal dance” e “vermillion lake” certamente una conclusione degna per un bel disco di power metal intelligente e coinvolgente. Senza stare a fare troppe considerazioni e paragoni rispetto alla produzione power di questo periodo posso comunque consigliarvi caldamente l’ascolto di questo platter anche alla luce dei personaggi coinvolti all’interno del gruppo, sebbene poco più che esordienti i The Aramada hanno dalla loro una esperienza e una capacità compositiva che li avvicina certamene ai nomi storici del metal tedesco. In ogni caso gli assidui seguaci degli Stormwitch, io tra loro, avranno di che gioire quando inseriranno questo platter nel loro lettore cd, la band in questione ha sempre cercato di trovare un suono personale così come i The Armada, pur mantenendo le loro origini, cercano una via al power lontana dal solito prodotto a cui siete abituati.

1 the scent of darkness

2 guiding star

3 devilish lolita

4 endless crusade

5 prayer

6 crimson winter sunrise

7 near dark

8 prelude

9 wheel of fate

10 voices

11 rage of the armada

12 tribal dance

13 vermillion lake

 

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