Recensione: Shine Black Era

Di Fabio Gironi - 4 Dicembre 2003 - 0:00
Shine Black Era
Band: Thodde
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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65

Alla loro seconda produzione a livello di demo ritornano, dopo “Dark Mount Inside” del 2002, i perugini Thodde, un duo formato dal mastermind e polistrumentista Herr Thodde e dal singer Black Ice.
Ritenere, lasciandosi guidare dall’impatto estetico del CD e dai titoli delle canzoni, di trovarsi di fronte ad uno stereotipato album di black metal sarebbe –almeno parzialmente- un errore.

Molte ed eterogenee tra loro sono infatti le influenze e le direzioni musicali esplorate dai nostri, che se pur si definiscono Umbrian Necro Folk, di folk -comunemente inteso- non ci regalano nulla in questo demo: si spazia da un black metal dal gusto sperimentale [mi sono venuti in mente i primi Arcturus] di una “Ancient Lake”, fino alle atmosfere ambient [a la ultimo Burzum] di “Your Distance”, o semi-industrial [Red Sand], passando per brani di più difficile catalogazione come “Haunted Man” dove troviamo venature quasi Oi/Punk.

La resa sonora degli strumenti non è eccessivamente sporca, ma il mixaggio è decisamente da rivedere in quanto molti brani perdono la profondità che un souno meglio “stratificato” avrebbe potuto donare loro [l’atmosferico riff di chitarra che emerge verso la metà della elettronica “Your Distance” è praticamente inudibile, rovinando così l’effetto ricercato]. In particolare mi riferisco alle voci: se lo screaming, seppure un po’ troppo confuso, può essere accettabile, il cantato pulito [le cui linee melodiche sono da affinare] è del tutto “fuori posto”, risultando troppo in primo piano laddove dovrebbe trovare il suo spazio sullo sfondo sonoro [alla Emperor per intenderci].

Pur se tra alti e bassi, la grande varietà della prorosta dei Thodde non può che risultare gradita ad un amante della sperimentazione come me, ma questa stessa varietà denuncia il maggior limite della band: la costante sensazione che non sia ancora stata trovata una definitiva forma musicale, che le composizioni non abbiano in loro quel sottile filo che correndo al loro interno possa essere capace di dar loro una base solida su cui evolversi. Da momenti diversi di una stessa traccia si potrebbero trarre spunti per farne altre tre,da una stessa idea se aprofondita ed ampliata potrebbe venirne un’ intera composizione molto più interessante ed elaborata.

Alcune intuizioni musicali dei Thodde sono infatti davvero ottime, come l’uso ben collocato di alcuni strumenti [geniale è l’uso del piano nel sottofondo di “Haunted Man”, o di uno spettrale xilofono che appare di tanto in tanto in alcune traccie], o la semplice composizione di un outro veramente bella quale è “Unleashed In Chaos” [a quanto pare basata su una melodia tredizionale umbra]. Il problema è che a volte l’impressione risulta essere che brani diversi potrebbero essere stati composti per album diversi o addirittura da band diverse, e che all’interno stesso di questi manchi una certa coesione strutturale che possa renderli più “coerenti” ma non meno vari. Una sorta di eccedenza di idee, che rischia di risolversi in una caoticità in cui le buone tra queste non riesano ad imporsi a sufficienza.

Un disco dunque di difficile assimilazione, un pò troppo “slegato”, ma che mostra comunque come questa band abbia amplissimi margini di evoluzione, anche al di fuori dei canoni black metal.

 

1. Entraphtured in Chaos
2. Seventh Black Keys
3. Haunted Man
4. Red Sand
5. Nothing Bloom
6. Ancient Lake
7. Your Distance
8. Unleashed By Chaos

9. A Rainbow In Syringe [extra track]

 

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