Recensione: Silencing The Moments

Di Giuseppe Abazia - 7 Novembre 2008 - 0:00
Silencing The Moments
Band: Remembrance
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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73

Nel ristretto ambito del funeral doom, una delle forme più popolari e più imitate è lo stile melodico e ricco di tastiere originariamente portato al successo dagli Shape Of Despair, e che successivamente ha visto le proprie fila infoltite da numerosi altri gruppi, alcuni ottimi (citiamo, ad esempio, i Comatose Vigil, i Colosseum, o i DOOM:VS), altri meno. I francesi Remembrance si aggregano proprio a questo filone, ma fortunatamente possono fregiarsi di rientrare nella prima categoria di gruppi. Composti da Mathieu Sachs e Carline Van Roos (entrambi già membri dei Lethian Dreams), i Remembrance, pur non inventando nulla di nuovo, riescono a distinguersi dalla massa grazie ad una buona dose di personalità e ad un songwriting di complessità superiore alla media. Già autori, tre anni orsono, del buon Frail Visions, i nostri tornano ora sulle scene con Silencing The Moments, album stilisticamente affine al precedente, ma complessivamente migliore dal punto di vista qualitativo.

Per quanto il loro stile sia chiaramente debitore agli immancabili Shape Of Despair, i Remembrance riescono a non cadere nell’errore di esserne una pedissequa copia; la struttura delle loro canzoni, anzi, denota un’evidente cura dei dettagli, una minuziosa ricerca finalizzata alla composizione di canzoni varie ed interessanti. Nelle orchestrazioni, fra l’altro, è ravvisabile addirittura l’influenza dell’ethereal/neoclassical tipico di gruppi come i Dark Sanctuary, e questo dovrebbe dare un’idea del tipo di funeral doom con cui abbiamo a che fare: maestoso, a tratti epico, ma sempre irrimediabilmente malinconico. I riff di chitarra costruiscono melodie sofferte, e definiscono l’atmosfera col loro incedere plumbeo e greve, coadiuvati dal sostanzioso contributo delle tastiere, che talvolta assumono un ruolo di background, talvolta diventano elemento trainante del sound. L’apporto vocale è costituito sia da un profondo e cavernoso growl maschile (largamente prevalente), sia da saltuari interventi di voce femminile. Il songwriting è sorprendentemente vario, e si passa con naturalzza da passaggi più dimessi e soffusi ad altri dove le atmosfere si fanno più pregne di pathos; il tempo è sempre estremamente lento, ma la varietà che contraddistingue lo svolgersi delle canzoni assicura una salda presa sull’attenzione dell’ascoltatore. L’album è composto da sei tracce, tutte di durata non inferiore ai nove minuti (eccezion fatta per la quarta, un breve intermezzo di sole tastiere e voce femminile), che si assestano più o meno sullo stesso livello qualitativo e costituiscono quasi un fluire unico di note, atmosfere ed emozioni.

Silencing The Moments è un album confezionato con cura e dedizione, forse non particolarmente innovativo, ma dotato di buona personalità e composto con passione; una conferma del valore dei Remembrance, ed un acquisto altamente consigliato agli estimatori della frangia più melodica e romantica del doom metal.

Giuseppe Abazia

Discutine nella sezione sul Gothic-Doom

Tracklist:

1 – Thief Of Light (10:39)
2 – Death Diaries (09:13) (mp3)
3 – Silencing The Moments (11:16) (mp3)
4 – These Hallways Are Eternal (02:42)
5 – Fragments (09:59) (mp3)
6 – One Reckless Sleep (11:58)

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