Recensione: Soul Burning Still – A Fatal Retrospective

Di Stefano Santamaria - 18 Settembre 2017 - 0:00
Soul Burning Still – A Fatal Retrospective
Band: Fatal
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2017
Nazione:
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85

I Fatal sono una di quelle realtà seminali dell’underground americano che, insieme a band quali Death e Morbid,  furono tra i precursori del death metal. Il progetto nacque nel lontano 1985 ed ora Hammerheart Records decide di dare alle stampe questa compilation che contiene tutto il loro passato discografico. 

Nell’ordine ci troviamo di fronte: 01-05: “Guts for Dinner”, demo, 1988; 06-10: “Fatal (aka Molested Slaughter)”, demo, 1988;11-14: “Soul Burns”, demo, 1989;15-17: “A Somber Evocation of Nihilism, 7“, 1990. 

Sound primordiale il loro, per molti aspetti decisamente originale perché sì in grado di spingersi al death ma capace anche di unire follia esecutiva grind al thrash. I suoni, scarni e per nulla gonfiati dalle moderne produzioni, hanno un fascino innegabile. Pause e poi sfuriate improvvise ci riportano a quella freschezza scevra da clichè che poi troppe volte si è incontrato nel genere della morte. I suoni affilati della chitarra vibrano di quella tensione che lacera i nostri timpani senza bisogno di stupire. 

Note compulsive, spasmi che ci trasportano di fronte ad un corpo che sussulta d’improvviso e che ci stringe mortalmente. Nervi che si spezzano dopo essere stati sulle spine, sfilacciandosi esausti, come chioma che morente si lascia cadere al suolo. 

Via via scorrendo la compilation notiamo come i brani si facciano più intricati, avvicinandosi al concetto di death. Rigurgiti di bile, ribollio di rabbia che si traduce in una malevolenza senza pace. 

Stupisce l’originalità delle strutture, la libertà espressiva che si respira e che mescola elementi heavy e speed thrash senza alcun reale schema. Oscurità allo stato puro, morte che si mostra in tutta la propria angosciante complessità. Stupisce come, con lo scorrere del tempo e dei pezzi, la band affini gli elementi creando un sound davvero unico, capace di mantenere genuinità effondendo adrenalina. 

Consigliamo vivamente l’ascolto di questa compilation che vi aiuterà a conoscere una realtà che ha certamente dato un contributo fondamentale al metal, senza perdersi in qualunquistiche citazioni. Le melodie non mancano, tocchi di classe che nutrono l’ascoltatore e che ci prendono per mano, in un modo sempre diverso, in questo ideale viaggio nella vita musicale dei Fatal.

Stefano “Thiess” Santamaria

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