Recensione: Summoning The Bygones

Di Daniele D'Adamo - 11 Giugno 2012 - 0:00
Summoning The Bygones
Band: Bilocate
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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77

Bel colpo per l’etichetta italiana Code666 Records (divisione della norvegese Aural Music) che fa suoi i Bilocate, provenienti da terre che con il metal, soprattutto estremo, hanno poco a che fare: quelle di Giordania. “Summoning The Bygones”, l’album in questione, è il terzo della carriera della band asiatica. Carriera iniziata nel 2003 e che, fra mille difficoltà dovute alla particolarità della cultura natìa, ha trovato nel 2006 uno spunto decisivo con la stabilizzazione della line-up e, poi, con il successo internazionale del secondo full-length “Sudden Death Syndrome” (2008). E “Summoning The Bygones”, per confermare l’assoluto valore planetario dei suoi creatori, è stato missato e masterizzato presso i Fascination Street Studio (Svezia) con l’aiuto del produttore Jens Bogren (Opeth, Katatonia, Amon Amarth, Symphony X, Paradise Lost).

Come già evidenziato dall’ascolto di “Sudden Death Syndrome”, i Bilocate contaminano con decise pennellate di black il loro death metal melodico di base, non esulando divagazioni varie nei territori del gothic e, come si poteva immaginare data la loro… ruralità, dalla musica etnica (“The Tragedy Within”). Un approccio stilistico che va di pari passo, e questo senz’altro non è un caso, con la poliedricità del geniale polistrumentista svedese Dan Swanö (Edge Of Sanity, Nightingale, Bloodbath), ospite d’eccezione in veste di cantante a supporto del bravo Ramzi Essayed (ottimo, il suo growling sofferto).      

Rispetto al predecente lavoro, con “Summoning The Bygones” viene compiuto un passo in avanti, seppur non molto lungo. Lo stile, così variegato nelle sue parti essenziali, assume una buona personalità, conferendo alla proposta della band di Amman un sound se non originale, almeno deciso nella sua riconoscibilità. Il mix fra i generi più sopra menzionati è, in effetti, un’arma a doppio taglio. Se da un lato, difatti, s’incrementano le possibilità d’inventiva, dall’altro si rischia di perdersi in un guazzabuglio di note senza capo né coda. I Bilocate s’inseriscono nei pressi del primo di questi due poli, riuscendo sì a mantenere una sufficiente unitarietà d’intenti ma anche divagando, a volte, dalla retta via sfilacciando così qualche elemento di troppo. È una sensazione, questa, che prende consistenza soprattutto nei brani più lunghi, ove si fa un po’ fatica a seguire il filo del discorso con la conseguenza che, anche dopo parecchi passaggi, è difficile memorizzare la singola composizione nella sua unitarietà. Come se ciascuna di queste canzoni fosse scomposta da più sotto-canzoni, legate poco tenacemente fra loro. Non a caso, l’episodio più compatto è la cover di “Dead Emotion” dei Paradise Lost, tratta da “Gothic” del 1991.     

Per il resto, “Summoning The Bygones” regala invece molti momenti coinvolgenti e accattivanti, grazie all’indubbio talento artistico di Essayed e compagni, in grado – comunque – di dar luogo a un’ora e un quarto di musica senza forzature e/o affaticamenti. In effetti, i sei membri del gruppo sono tutti in grado di sostenere con professionalità il proprio ruolo (anche dal punto di vista tecnico), con particolare menzione per Waseem Essayed, il tastierista, e i due chitarristi, Baha Farah e Rami Haikal, a volte anzi spesso in grado di tirar fuori dal cilindro soli così melodiosi da far rizzare i peli sulle braccia (“A Deadly Path”, “Hypia”). Pure Hani Al-Abadi al basso e Ahmad Kloub alla batteria, comunque, sanno il fatto loro, come dimostra la possente “2nd War In Heaven”. L’esuberanza del songwriting, poi, trova facile riscontro nella suite “A Desire To Leave”, suddivisa in tre parti (“Obscurity”, “Surrounding Hell” e “…Of Leaving”), ciascuna delle quali può, a sua volta, essere considerata un’altra suite. È qui, forse, che si trovano con più efficacia ed evidenza i dettagli caratterizzanti la musica dei Bilocate. Toni melanconici, tendenti all’oscuro; linee di basso classiche e profonde; arabeschi, orpelli, abbellimenti pregevoli delle lead guitars; ritmi sostenuti ma raramente sconfinanti nei blast beats; linee vocali varie e ricercate; soli di chitarra magnifici; tastiere ficcanti, ricche di carattere.  
 
Insomma, manca ancora qualcosa, a livello di logica compositiva, per rendere ottima un’iniziativa musicale in ogni caso buona. Si tratta, forse, di canalizzare meglio una vena artistica rigogliosa ma, a tratti, troppo turbolenta. “Summoning The Bygones”, nonostante i suoi difetti, merita pur tuttavia di far parte della discografia di chi non disdegna la faccia melodica e contaminata del moderno metal estremo.
   
Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. The Tragedy Within 8:45     
2. Beyond Inner Sleep 5:59     
3. A Deadly Path 9:52     
4. Passage 5:01     
5. Dead Emotion 5:25       
6. Hypia 9:34     
7. 2nd War In Heaven 8:22     
8. A Desire To Leave – Obscurity 9:35
9. A Desire To Leave – Surrounding Hell 6:34
10. Desire To Leave – …Of Leaving 4:25

Durata 73 min.

Formazione:
Ramzi Essayed – Voce
Baha Farah – Chitarra
Rami Haikal – Chitarra
Hani Al-Abadi – Basso
Ahmad Kloub – Batteria
Waseem Essayed – Tastiere

Ospite:
Dan Swanö – Voce in “Hypia” e “A Desire To Leave”
 

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