Recensione: Sworn to Destroy (EP)

Di Giuseppe Casafina - 21 Gennaio 2018 - 16:13
Sworn to Destroy (EP)
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2017
Nazione:
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72

Al buon Stavros Bontitsopoulos la determinazione di certo non manca: il caro lungocrinito di origine greca, da sempre leader fondatore dei suoi Legion Massacre, si è trovato costretto a buttare a terra la formazione che aveva attorno a se’ e con cui aveva composto ed inciso il precedente EP di debutto “Caged and Tortured” (qui la recensione), uscito nei primi mesi dello scorso anno.

Ora il musicista greco (ma residente in Italia) si è avvalso dei prestigi di Davide Laugelli (Heller Schein, Disease Illusion) al basso e Michele Panepinto (Vitriol) alla batteria, per passare definitivamente al doppio ruolo di chitarrista e vocalist della formazione: un leader a tutto tondo quindi, che a meno di un anno di distanza ha composto e diffuso il nuovo EP della sua creatura, tale “Sworn to Destroy”.

La nuova fatica della rinnovata formazione dall’asse italo/greco ha mantenuto, nonostante il cambio totale di formazione, vanta un sound pressoché simile a quello del debutto, merito della leadership del biondo e lungocrinito Stavros, da sempre unico motore compositivo e trainante della sua macchina Death Metal: e appunto di Death Metal parliamo, dove le maiuscole non vengono usate ovviamente a caso, contaminato con un’abbondante dose di Thrash puro e duro, amalgamato quel che basta per dare per piglio ‘groovy’ e ‘scapoccioso’ ai brani. La ricetta è, ovviamente, la medesima del precedente EP, solo che qui il suono si è aperto a large divagazioni strumentali, presenti una maniera maggiore rispetto al precedente antipasto, sintomo di una ricerca sonora maggiormente orientata alla varietà e all’interesse a lungo termine da parte dell’ascoltatore: ne sono ottimo esempio i cambi di tempo strumentali ora in puro stile Death (la band del compianto Chuck Schuldiner), ora di puro stampo groove e quasi alla Cannibal Corpse, presenti nella ‘slayeriana’ ‘Interpersonal Deception’, capitolo conclusivo del breve ma intenso platter, quello sicuramente dotato di alcuni riff in grado di richiamare maggiormente il precedente capitolo discografico della Legione del Massacro.

E parlando proprio di ancoraggio al passato appunto le liriche, come nel caso precedente, paiono sempre orientate al sociale e al proprio io interiore, perennemente scombussolato dai meccanismi della vita e della società. Le novità però, come già detto, non mancano: in primis l’ottima prestazione del leader Stavros dietro al microfono, così come i pregevoli assoli, mai noiosi e suonati sempre con gusto e senso (fattore raro in un contesto Death Metal), sempre forgiati dal Deus Ex Machina appena citato.

‘Venomous Nations’, che apre l’EP, è Death Metal assassino d’assalto grazie a quel suo piglio decisamente groovy e quei riff Thrash-oriented che, già al secondo platter, sono un marchio di fabbrica dei Legion Massacre: come già citato, ampi sono i momenti di cambio di tempo e le divagazioni strumentali, così come pregevole è il lavoro svolto da Davide Laugelli alle frequenze basse, spesso e volentieri lanciato in fraseggi ben lontani dal mero accompagnamento ritmico e tonale. La title-track, secondo brano in scaletta, vanta un inizio decisamente di scuola Slayer per poi lanciarsi in un mid tempo batteristico di scuola Obituary alternato a fraseggi chitarristici barocchi, rigorosamente in chiave strumentale, doppiati appositamente per conferire un taglio classicamente Heavy Metal alla proposta del ‘Terzetto del Massacro’, garantendo un risultato finale decisamente vario all’ascolto  e mai noioso.

In chiusura, possiamo tranquillamente affermare che “Sworn to Destroy” rappresenta un piccolo passo in avanti rispetto al precedente “Caged and Tortured”: con una copertina nuovamente disegnata con maestria da Roberto Toderico esattamente come nel caso precedente, il nuovo EP si presenta come una breve ma gradevole messa in mostra (e conseguente messa a fuoco) dello stile Legion Massacre, nuovo EP che conferma quindi quanto di buono detto in precedenza.

Vai Stavros (& friends), ora aspettiamo il tuo full length vero e proprio ora: le basi per un debutto a prova di bomba ci sono tutte!

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