Recensione: Sworn to the Dark

Di Stefano Risso - 18 Dicembre 2007 - 0:00
Sworn to the Dark
Band: Watain
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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80

E’ dura la vita per quei dischi che seguono il lavoro considerato il punto
più alto di una formazione, spesso offuscati non solo per una reale distanza dal
capolavoro sopraccitato, ma anche dalla tendenza di molti ascoltatori di voler
fare un paragone a tutti i costi col passato, senza fermarsi a ragionare sulla
reale validità del nuovo materiale. Una sorte analoga è toccata anche a Sworn
to the Dark
, successore del grandioso
Casus Luciferi
,
disco che ha portato alla ribalta i Watain, tanto da fargli sottoscrivere un contratto
con la prestigiosa Season of Mist.

Come agire dunque? Riproporre una album dalle sonorità simili all’album di
punta per continuare a vivere “di rendita” o cambiare le carte in gioco
e pubblicare qualcosa di diverso? I Watain hanno optato per quest’ultima
via, lasciando in un primo momento interdetti. Quello che caratterizzava
Casus Luciferi
era uno spirito barbarico e violentissimo, fatto di grande
ispirazione e istintività, in Sworn to the Dark invece è come se i
nostri ci offrissero l’altro lato della medaglia della propria musica, con un
disco finemente studiato in tutti i dettagli, a partire dalla produzione,
cristallina, arrivando a intaccare pesantemente il songwriting. Troveremo quindi
brani in cui la velocità sfrenata del passato appare solo in parte, lasciando
ampio spazio a rallentamenti asfissianti, e mid tempo lugubri, in cui le
strutture appaiono decisamente meno lineari rispetto allo standard della band,
dando la sensazione che l’istinto feroce della release precedente sia stato
volutamente messo da parte, in favore di album più raccolto e intimo.

Sicuramente una decisione rischiosa, che avrebbe potuto anche torcersi contro
Erik Danielsson e compagni, ma che a mio avviso ripaga i nostri degli
sforzi compiuti. Diciamo subito che chi si aspettava un Casus Luciferi “II”
rimarrà fortemente deluso, ma una volta assimilate le tracce presenti, emerge
comunque quel senso di disperazione e negatività di cui i Watain vogliono
farsi bandiera. Tutto viene ripulito, concepito secondo parametri differenti,
così un pezzo all’apparenza classico come Storm of the Antichrist, viene
trasformato in qualcosa di diverso attraverso un songwriting di maggior respiro,
che abbraccia anche sonorità thrash old school (che affiorano a più riprese nel
disco), stoppando le sfuriate presenti quasi sul più bello, rallentandole e
giocando su contrapposizioni ritmiche a mio avviso efficacissime, infondendo
sempre un senso melodico spiccato. Ma questo è solo un esempio, in quanto tutto
Sworn to the Dark si mantiene su questi parametri, come l’opener
Legions of the Black Light, otto minuti spettacolari tra bordate in blast
beat, aperture melodiche e chitarre semplici ma irresistibili, o la successiva
Satan’s Hunger, che sotto il riffing ossessivo riesce a farsi apprezzare
per una forte sensibilità, grazie a una produzione (finalmente) perfetta che
permette al basso di donare il giusto feeling ai brani. Non mancano passaggi in
cui i Watain sembrano aver calcato troppo la mano, vedi Underneath the
Cenotaph
, in cui però i nostri hanno avuto il merito di non smarrire mai
l’ispirazione, riuscendo a dare sempre la chiave di Volta in grado di cambiare
luce a brani che in un primo momento potrebbero sembrare zoppicanti e privi di
mordente. Mi riferisco in particolar modo a The Light That Burns the Sun,
il più lento e asfissiante del lotto, la title-track Sworn to the Dark,
impreziosita da ottime variazioni, a mio avviso, sempre più indovinate, o a
The Serpent’s Chalice
con un crescendo da pelle d’oca e un finale persino
elegante, per non parlare della conclusiva Stellarvore, dalla tensione
emotiva considerevole, dai primi minuti a dir poco solenni, con tanto di cori in
sottofondo.

Un disco che non raccoglierà i consensi del predecessore, ma che deve essere
visto e valutato sotto una luce completamente diversa. Che poi i Watain
abbiamo fatto bene o no, sta a voi deciderlo.

Stefano Risso

Tracklist:

1. Legions of the Black Light 08:04
2. Satan’s Hunger 06:46 (mp3)
3. Withershins 01:02
4. Storm of the Antichrist 04:15
5. The Light That Burns the Sun 07:04
6. Sworn to the Dark 05:03 (mp3)
7. Underneath the Cenotaph 04:12
8. The Serpent’s Chalice 06:42
9. Darkness and Death 04:13
10. Dead but Dreaming 02:05
11. Stellarvore 08:17

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