Recensione: Tarantulo

Di Nicola Furlan - 7 Agosto 2012 - 0:00
Tarantulo
Band: Tarantulo
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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50

I Tarantulo sono una band che arriva dall’est, area geografica che da qualche anno è in fermento per ciò che riguarda il thrash metal underground, e non solo. Assieme alla Polonia, può essere di certo indicata come terra vergine ricca di potenziale, forse non sempre di qualità. Lo diciamo fin da subito, i Tarantulo sono originali, ma di strada per ottenere una visibilità notevole all’interno del panorama musicale internazionale, ne hanno ancora tanta da percorrere.
L’omonimo debutto discografico di questo quartetto proveniente da Omsk, città situata nella parte sud-occidentale della Siberia, è un disco molto spontaneo dal punto di vista delle idee, ne siamo certi, ma presenta parecchi limiti, sopratutto quando la band cerca di emulare la potenza e il groove tipico di quelle band che nel tempo hanno letteralmente soppiantato ed amplificato la capacità di mozzare il fiato che aveva il mosh fin dalle origini. Il tutto è sfumato da un’attitudine rock assai arida e corrosiva nonché da un martellante e costante hard-core.
Ancor prima che nascesse la nuova interpretazione del thrash ‘moderno’, i dettami di gruppi come Machine Head e Pantera avevano definito i nuovi stilemi compositivi che poi tantissime band avrebbero preso a riferimento per le loro produzioni. Nessuno riuscì a toccare le vette qualitative di questi mostri sacri perché il loro equilibrio artistico era bilanciato da una istintività propria dei talenti. Ma sappiamo ben tutti che di talenti nel mondo ce ne sono stati, e ce ne sono, davvero pochi. Errore comune allora è quello di cercar di emulare uno stile senza sentirlo veramente proprio, nelle viscere di noi stessi. Si corre il rischio di grossi scivoloni. Scivoloni che i Tarantulo hanno commesso per buona parte dei brani qui presenti; nel contempo, distanziandosi completamente dallo stile di alcuni di questi brani, hanno pure azzeccato delle soluzioni interessanti, assai godibili. Intuizioni paranoiche come Rejected e Why, comunque collage di stili già sentiti, sono brani equilibrati, coerenti e pregni di gusto. Sono, diciamo, dei punti di partenza importanti che lasciano intravedere una pesonalità distinguibile in aggressività convincente e in una sorta di ‘ripetitività’ di alcune soluzioni dal sound accattivante ed acido come pochi. Questi aspetti compositivi spesso si scontrano con la legnosità di sezioni ritmiche alquanto elementari e scarne d’impatto. Molti sono infatti, come già citato, i pezzi poco convincenti che evidenziano limiti tecnici, a volte di carattere elementare. Questa è in sostanza la carenza più riscontrabile nei Tarantulo: una incapacità ad esprimere loro stessi come vorrebbero. La nota positiva è che non di daro le loro idee emergono alla grande, ma non è abbastanza. Non resta che attendere.

Nicola Furlan

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Tracce:
01. Brothel in a Head – 04:24   
02. Go in the Fucking Hell – 03:36   
03. Coneranchozzz – 07:58   
04. Rejected – 02:07   
05. Pride of Prime – 05:39   
06. Why – 07:36   
07. New Revolution – 03:39   
08. One Day – 06:25   
09. We Will Fight – 02:39   
10. We Drive Now – 05:11    

Durata: 49 minuti ca.  

Formazione:
Kirill Arkhipenko: Basso
Aleksandr Maltsev : Batteria
Anton Sazonov : Chitarra
Dmitry Lier: Voce

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