Recensione: Technical Difficulties

Di Angelo D'Acunto - 15 Ottobre 2007 - 0:00
Technical Difficulties
Band: Racer X
Etichetta:
Genere:
Anno: 2000
Nazione:
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88

La storia dei Racer X comincia nel 1984, quando un allora 19enne Paul Gilbert decise di metter su una band che avesse nelle proprie caratteristiche quella della velocità di un’auto lanciata in corsa durante una gara (e qui il monicker del gruppo che prende spunto dal personaggio di Speed Racer). I compagni di viaggio sono tutti elementi di un certo livello: Jeff Martin alla voce, Bruce Bouillet alla seconda chitarra, John Alderete al basso e Scott Travis alla batteria. L’esordio discografico arriva nel 1985 con Street Lethal, un misto di sonorità Hard Rock e Heavy/Speed Metal che si impone sul mercato in maniera strepitosa ricevendo consensi in ogni parte del globo. Dopo la pubblicazione dei successivi Second Heat, Live Extreme Vol. I e Live Extreme Vol. II Paul Gilbert lascia la band e raggiunge Billy Sheehan, Pat Torpey ed Eric Martin nei Mr. Big, Scott Travis entra a far parte dei leggendari Judas Priest, Jeff Martin entra come batterista nei Badlands (band di Jake E. Lee) e il resto del gruppo decide di continuare sulla propria strada con il monicker The Scream. Nell’anno 2000 Paul Gilbert decide di riunire la formazione originale dei Racer X (reunion alla quale non partecipa il solo Bouillet a causa di problemi fisici che gli impediscono di suonare la chitarra) e ritorna come una bomba sul mercato con Technical Difficulties, il terzo studio album della band californiana.

Technical Difficulties può essere certamente considerato il punto più alto mai raggiunto in tutti gli anni di carriera della band, un concentrato di energia che investe l’ascoltatore dall’inizio sino alla fine. L’intro Phallic Tractor fa da preludio ad una potente Fire Of Rock che lascia intendere fin da subito quali territori stiano calcando i quattro Supereroi; un brano dalla potenza e l’energia inesauribile, grazie sopratutto alla voce di Martin che riesce a mettersi in risalto rispetto a tutti gli altri strumenti. La seconda traccia, Snakebite, è subito un’altra prova di velocità per la band californiana che si lascia andare in una corsa sfrenata senza porsi nessun limite, e i limiti per questa band dalle capacità tecniche stratosferiche sembrano non esistere per niente; Scott dietro le pelli è perfetto al millimetro, le ritmiche di Paul sono velocissime e gli assoli non tralasciano di certo la melodia, l’estensione vocale di Jeff è capace di distruggere qualunque ostacolo si presenti sulla propria strada. Arriva il turno della title track, la strumentale Technical Difficulties che mette in mostra le straordinarie capacità tecniche della sezione ritmica della band, superlativi i fraseggi fra la chitarra di Gilbert e il basso di Alderete. Le successive Miss Mistreater, Bolt In My Heart e 17th Moon mettono in mostra il lato più Heavy della band attraverso la perfetta unione fra potenza, melodia ed abilità tecnica per poi lasciarsi andare a momenti più delicati e romantici quando arriva il turno della stupenda Waiting, traccia solo di poco inferiore all’emozionante capolavoro del passato che risponde al nome di Sunlit Nights (presente nell’album Second Heat).Sul disco sono presenti anche alcune tracce suonate spesso dalla band nelle occasioni live del passato ma mai registrate in studio prima d’ora; ed è così che vengono proposte sotto una luce diversa ma che di certo non altera il valore dei singoli brani, la potente Poison Eyes e la ritmata Give It To Me. In B.R.O. c’è anche spazio per un breve interludio virtuosistico di Paul Gilbert che si cimenta in un rifacimento con chitarra elettrica del Preludio In D Minore di J. S. Bach. Non meno degni di nota i mid-tempos di God Of The Sun e la lenta pesantezza di The Executioner’s Song che ci trascinano verso la chiusura dell’album che viene affidata alla cover Children Of The Grave dei maestri Black Sabbath.

In conclusione, Technical Difficulties è un disco che ha nella sua forza una varietà di pezzi che spaziano tranquillamente dall’Heavy Metal fino all’Hard Rock che riassumono nel miglior modo possibile tutti gli anni di carriera maturati da ogni singolo componente anche con esperienze al di fuori di questa formazione. Un disco maturo e completo che non può di certo mancare nella collezione privata di tutti i fan della band e del genere.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

Tracklist:

01 Phallic Tractor
02 Fire Of Rock
03 Snakebite
04 Technical Difficulties
05 Miss Mistreater
06 Bolt In My Heart
07 17th Moon
08 Waiting
09 Poison Eyes
10 B.R.O.
11 God Of The Sun
12 Give It To Me
13 The Executioner’s Song
14 Children Of The Grave (Black Sabbath Cover)

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