Recensione: The Bivouac

Di Luca Montini - 17 Ottobre 2012 - 0:00
The Bivouac
Band: Vexillum
Etichetta: Limb Music
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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78

Scende la notte. Gli avventurieri hanno appena raggiunto la chiassosa taverna: luogo di canti a squarciagola e di risse furibonde; luogo di riposo, di rumore, di alcol, di storie e leggende, dove la fantasia è spesso fittamente intrecciata con la realtà. Il tempo di rifocillarsi è poco, il risveglio dell’indomani attende nuovi viaggi e nuove avventure senza fine.
Dalla demo Neverending Quest (2007), in quella taverna i toscani Vexillum hanno già albergato, ed ivi hanno narrato le loro storie, nel debut album The Wandering Notes (2011); il ricco artwork di quest’album è infatti proprio la taverna nella quale ci troviamo. L’alba di un nuovo giorno, ed i Vexillum sono già partiti per il fortunato tour europeo dei Rhapsody of Fire. Non paghi di cotante avventure, i nostri hanno avuto anche il tempo di farsi una partita a biliardo, con un’eccellente cover in versione metal de “Il Giocatore di Biliardo”, di Angelo Branduardi, disponibile su youtube.

Con The Bivouac la band si è fermata stavolta a riposare in mezzo alla foresta, nuovamente con un artwork davvero ben curato che aiuta fin da subito a creare la giusta atmosfera. The Bivouac è un album solido, un’evoluzione naturale delle sonorità già proposte nel debut, diretto ed evocativo, dalla struttura mai banale. Ogni traccia è preceduta o inframezzata da spaccati di musica folk, celtica o rumori di sottofondo (la foresta, la taverna, il mercato) ben dosati, capaci di accompagnare l’ascoltatore senza spezzare troppo i brani – in questo senso, è giusto sottolineare l’assenza di lunghe prolusioni, parti narrate o tracce introduttive, che spesso in questo genere finiscono per risultare filler ridondanti: in The Bivouac ogni traccia è funzionale a sé stessa ed ha una sua ragion d’essere.
Lanciamoci subito, errabondi ed impavidi, all’ascolto dell’album.
The Wanderer’s Note è il primo brano, nonché primo singolo dell’album; ci troviamo nella foresta, all’interno della carovana si solleva una cantilena mentre i cavalli incedono lentamente. Immantinente un riff ci risveglia dalla tregua: lo schema brano si mantiene abbastanza classico, ed è già un buon esempio rappresentativo del sound proposto dalla band, con l’alternarsi di chitarre acustiche ed elettriche, cori, doppia cassa, assoli al fulmicotone e liriche cantate dalla giovane voce graffiante di Dario Vallesi. Dethrone the Tyrant segue in crescendo, spinge ancora di più il drumming di Efisio Pregio, e la strofa sfocia subito in un coro potente in stile Rhapsody, inneggiando alla caduta del tiranno. Il terzo brano Dancing Goddess procede senza perdere vigore, ma con ritmi ancor più serrati, una danza fin dalla linea vocale, una breve parentesi folk ed un intermezzo di violino.
The Oak and Lady Flame esce dagli schemi finora presentati, con l’intervento della cornamusa in apertura ed un intenso duetto con la voce femminile di Maxi Nil (Vision of Atlantis). Una power ballad dal sapore magico, carica di passione ed energia. Il viaggio riparte a tutta velocità, con la potente The Hunt ed il suo chorus trascinante.
The Dream è la vera e propria ballad onirica dell’album, completamente acustica, accompagnata da un arpeggio classico e da una buona interpretazione drammatica di Dario, anche sul lento. Nonostante ciò, resta l’impressione che rispetto alla precedente power ballad perda qualcosa. The Marketsquare of Dooly risveglia subito dal sogno con le sonorità della piazza, le grida e gli schiamazzi, un riff che ti prende e ti spinge tra la folla. Notevole ed epico l’attacco all’inizio e dopo l’intermezzo. The Way Behind the Hill è un mid tempo che ci lancia all’avventura su diversi registri musicali, in alcuni tratti (in particolare nella chiusura) ricorda la Farewell degli Avantasia. La successiva Valhalla è un brano power dalle grosse potenzialità sul palco, veloce ed esplosiva nel suo chorus, come già ha dimostrato di essere l’epica Avalon degli stessi Vexillum, nel precedente The Wandering Notes. Letter From the Earth è un mid tempo impreziosito da un’eccellente intro (e non solo) di cornamusa, con un interessanti intermezzi acustici accompagnati dal flauto. Megiddo implementa sonorità orientali per spezzare un po’ l’ambientazione, prima della degna conclusione. Davvero notevoli gli assoli di Michele Gasparri ed Andrea Calvanico, entrambi, assieme al bassista Francesco Ferraro, musicisti dalle indubbie qualità tecniche. Chiude l’ascolto il benvenuto (o l’arrivederci) all’ultima locanda, con la quale, tra l’altro, abbiamo aperto la recensione: The Last Inn.

The Bivouac è un bell’album, compatto e potente, capace di regalare emozioni agli amanti del genere. Dovendo trovare a tutti i costi dei difetti, non è difficile localizzarli in un eccessivo minutaggio dell’album, ed una conseguente difficile assimilabilità del lavoro: dodici tracce della durata mai inferiore a cinque minuti prive di intermezzi possono scoraggiare il secondo ascolto, e sebbene di idee e spunti quest’album non manchi, alla lunga potrebbe finire per ripetersi. Un difetto al quale si potrebbe facilmente obiettare con l’evidente passione dei nostri nel proporre così tanto materiale di buona qualità.
In definitiva, si tratta di un lavoro davvero notevole, parte dagli ottimi spunti del primo album, raccoglie nuove idee e propone ottimi brani da riprodurre in sede live, senza troppi fronzoli e con tanta musica pura e genuina, potente e diretta, che siamo sicuri coinvolgerà il pubblico già dal prossimo tour, assieme ai Luca Turilli’s Rhapsody, con la stessa carica e lo stesso carisma che i Vexillum già hanno dimostrato di possedere, dal vivo come in studio.
Questo 2012 è stato un buon anno per il power metal italiano, e quest’album ne è l’ennesima prova evidente. Sollevate dunque i vessilli al cielo, cantatene le storie nelle vostre avventure: i menestrelli festanti auspicano che questo bivacco nella foresta non sia che l’ennesima tappa di un epico viaggio ramingo ancora molto lungo!

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Luca “Montsteen” Montini

Tracklist:
1.     The Wanderer’s Note    
2.     Dethrone The Tyrant        
3.     Dancing Goddess        
4.     The Oak And Lady Flame    
5.     The Hunt    
6.     The Dream    
7.     The Marketsquare Of Dooly    
8.     The Way Behind The Hill        
9.     Valhalla    
10.     Letter From The Earth    
11.     Megiddo    
12.     The Last Inn
    
Durata: 01:07:43

Lineup:
Dario Vallesi – Voice and Backing Vocals
Michele Gasparri – Guitars, bagpipe and backing vocals
Andrea Calvanico – Guitars and backing vocals
Francesco Ferraro – Bass Guitar
Efisio Pregio – Drums

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