Recensione: The Divine Art of Torture

Di Alberto Fittarelli - 24 Aprile 2003 - 0:00
The Divine Art of Torture
Band: Necrophagia
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
45

I Necrophagia sono la dimostrazione che bisogna sempre drizzare le antenne quando si sente parlare di gruppo di “culto”: ho imparato a mie spese che il più delle volte con questa espressione si definiscono quei gruppi che magari per fama dei musicisti e presunta attitudine fanno scalpore presso una ristretta cerchia di ascoltatori, ma che musicalmente hanno davvero poco da dire.

Al di fuori di questi parametri infatti non saprei proprio come giudicare un lavoro del genere, che pesca un po’ qua ed un po’ là nel più banale death/thrash, senza una sola idea originale ed uno straccio di canzone che valga davvero i soldi spesi per l’acquisto del CD.
E dire che l’inizio del disco non era neanche malissimo, con una Blaspheme the body piatta ma comunque feroce quanto basta, capace di lasciare un minimo il segno se non altro grazie alle vocals di Killjoy, acide e maligne… ma al di fuori di questo per di più piccolo particolare, se analizziamo la struttura del pezzo, troviamo la banalità più assoluta: ritmi costantemente cadenzati, nessuna variazione di batteria, nessun riff che esca dai clichè dei peggiori gruppi thrash della prima ondata. Ed il (grosso) problema è che tutto l’album persevera su queste coordinate: sembra quasi che questi 6 buontemponi, una vera multinazionale del metal tra l’altro, abbiano voluto basare tutto su un ostentato cattivo gusto e su basi musicali minime, rifacendosi per lo più a cose dette e stradette negli anni ’80 ed al flavour da horror “di culto” (frase che ora si comprende già di più) proprio dei film di Fulci e Bava, a cui i testi dichiaratamente si ispirano.

Non credo proprio che possa bastare un theremin su Parasite Eve a risollevare l’ascoltatore, come neanche certe trovate francamente pacchiane come i rintocchi di campana o gli ormai abusati samples da film. La verità è che la band si presenta come una versione povera dei Celtic Frost con tematiche gore, espresse come se non bastasse con testi davvero poveri ed una produzione rozzissima: era stato lo stesso Killjoy a dirmi in un’intervista che il processo compositivo, per questi musicisti, avveniva sotto i fumi dell’alcool, cosa non nuova nel mondo del metal estremo; il problema sta nel riscontrare che il risultato stavolta forse richiederebbe una maggiore sobrietà, almeno se si considera chi questi dischi li compra. Una grande delusione, quindi: un disco che non credo potrebbe piacere neanche agli amanti del death più grezzo, dato che i pezzi risultano purtroppo oggettivamente brutti. Peccato.

Alberto “Hellbound” Fittarelli

Tracklist:

1. Blaspheme the Body
2. Upon Frayed Lips of Silence
3. Parasite Eve
4. Maim Attraction
5. Rue Morgue Disciple
6. The Sick Room
7. Conjuring the Unnamable
8. Flowers of Flesh and Blood
9. The Divine Art of Torture
10.Ze Do Caixao

 

Ultimi album di Necrophagia

Band: Necrophagia
Genere:
Anno: 2011
75