Recensione: The Gift of the Dark

Di Stefano Ricetti - 1 Dicembre 2005 - 0:00
The Gift of the Dark
Band: Timedust
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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74

Il combo Lombardo nasce nel 2000, a opera del cantante dei Clairvoyants Gabriele Bernasconi e di Maddalena Di Tommaso, tastierista. Dopo aver reclutato altri musicisti, iniziano a suonare nei locali della Lombardia proponendo un repertorio di cover power ‘n’ speed di band famose. Inevitabili, negli anni, gli innumerevoli cambi di line up fino ad arrivare, nella primavera di quest’anno, al contatto con il management di Fulvio Trinca e della Silver Swan. Da lì nasce l’idea di registrare questo 3 track presso gli Alpha Omega Studio di Alessandro Azzali.

 

The Gift of the Dark   

La prima Could I be Blind è, a mio avviso, l’indiscusso highlight del demo: l’attacco è alla Labyrinth, quelli del famoso dischetto viola, non gli ultimi più modernisti. Poi la canzone esplode nel refrain, nel quale il cantante Gabriele dà sfoggio alla propria verve interpretativa, restando sempre e su tonalità potenti e cattive, lontano anni luce dalle sirene stereotipate che sembrano avere l’esclusiva nel genere (vero band provenienti dal nord Europa costruite con lo stampino?). Al resto ci pensa la sezione ritmica: massiccia e incazzata, così come la chitarra Thorseniana di Alessio che, pur essendo derivativa, conferisce il giusto groove al pezzo. Segue poi la title track, che parte con le tastiere di Maddalena in bella evidenza, in perenne duello con l’ascia dell’axeman. Il ritmo è più cadenzato rispetto all’opener e, anche in questo caso, il refrain, pur essendo accattivante, rimane fiero e lontano dall’essere “catchy”, almeno per come si intende questa definizione negli ultimi anni. I Nostri cercano in tutti i modi di rendere epico il pezzo, con risultati però altalenanti: la parte centrale poteva essere indubbiamente più azzeccata e calzante anche se, a onor del vero, verso il finale il pezzo riacquista il giusto “tiro”. Il demo si conclude con Spirit of the Oak, episodio decisamente con meno mordente rispetto ai due che lo hanno preceduto dove il singer dimostra di essere molto più a suo agio in campi di battaglia power ‘n’ speed che in episodi meno tirati. Da segnalare però l’ottimo intermezzo acustico che, pur ricordando lontanamente i Rhapsody, è molto caratterizzato e lascia intravedere ottime possibilità future per la band.

 

La produzione di queste 3 track è di alto livello, particolare fondamentale oggigiorno per sfornare dei prodotti credibili, inoltre la copertina risulta accattivante e ben curata. Collegandosi al sito della band www.timedust.it  , all’interno della sezione musica è possibile scaricare gli MP3 delle canzoni presenti sul demo. Riguardo gli appuntamenti live, suoneranno il prossimo 9 dicembre al Rock Sound Cafè di Merone (Co).

 

I Timedust in questo demo di sole tre canzoni hanno dimostrato di avere gli attributi, confezionando un pezzo come Could I be Blind che potrebbe figurare tranquillamente in un top album del genere. Il tempo è a loro favore, l’entusiasmo e i numeri ci sono, manca solo loro un contratto…

A buon intenditor… poche parole!

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti 

            

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