Recensione: Theatre of the Damned

Di Stefano Ricetti - 5 Ottobre 2007 - 0:00
Theatre of the Damned

C’era una volta in Gran Bretagna la New Wave of British Heavy Metal, con i Propri fuoriclasse (Def Leppard, Saxon, Iron Maiden), i buoni giocatori (Diamond Head, Tygers of Pan Tang, Wrathchild, Girlschool), le eterne promesse poi rimaste tali (Mythra, Holocaust), i faticatori di centrocampo (Jaguar, Raven, Praying Mantis), alcuni oscuri protagonisti ai quali mancava la continuità (Witchfynde, Angel Witch, Handsome Beast), gli incompresi (Venom, Satanic Rites) e una pletora di praticanti, spesso d’eccezione, come nel caso dei Blitzkrieg, gente che sarebbe stata titolare in qualsiasi altra nazionale heavy metal al di fuori del Regno Unito.

I Nostri nascono in quel di Newcastle, nord dell’Inghilterra, nell’ottobre del 1980 – quindi proprio questo mese compiono ventisette anni di dedizione al classic HM: chapeau! La pubblicazione del primo demo frutta loro il contratto con l’etichetta Neat Records, che mette di lì a poco sul mercato il singolo Blitzkrieg/Buried Alive. Nel 1981 la band si dissolve e alcuni membri entrano a far parte dei Satan, altro act interessante della NWOBHM. Nel 1985, a sorpresa, esce sul mercato il primo full length, dal titolo di A Time of Changes, divenuto famoso per aver fortemente influenzato gli allora ancora in erba Metallica, tanto che la cover del brano Blitzkrieg viene pubblicata all’interno dell’Ep Creeping Death.

Gli anni passano e i Nostri pubblicano album con una discreta continuità, tornando a far seriamente parlare di sé due anni fa, in occasione dell’uscita di Sins and Greed, all’interno del quale compare l’ottimo brano Hell Express, una sana cascata di metallo sferragliante concepito su due binari impazziti. I Blitzkrieg tornano a respirare l’aria fina che dimora sotto le luci della ribalta tanto che suonano per penultimi – prima dei Raven dei due Gallagher – alla prima edizione del  Play it Loud Festival di questa primavera a Orzinuovi (Bs), tra gli osanna degli astanti, dopo aver messo a ferro e fuoco l’Europa insieme a Doro Pesch e Saxon qualche mese prima.

Forti di questo nuovo entusiasmo i Nostri ingaggiano un signore del rumore come Biff Byford e lo piazzano alla co-produzione di questo Theatre of the Damned, targato 2007. Chi si aspetta cambiamenti sul tema rimarrà deluso perché la band di Brian Ross concentra in dieci brani (più due bonus), una colata di british steel d’altri tempi che farà la gioia di tutti i nostalgici degli anni Ottanta. Canzoni che fanno gridare al miracolo non ve ne sono: la coerenza musicale è la reale peculiarità di Theatre of the Damned. Fra un pezzo solido e un mid tempo massiccio (ottima la produzione della batteria) emergono agli onori della cronaca l’evocativa Theatre of the Damned, l’epica Spirit of the Legend, la catartica Into the Light (la traccia migliore di tutto l’album) e la  granitica Together We Are Strong, dal riffing NWOBHM “da paura” e dal bridge irresistibile.

Su tutte la benedizione di Brian Ross, un personaggio che fa parte della storia dell’HM e che, oltre a essere l’unico membro originario rimasto della primissima formazione dei Blitzkrieg, ancora oggi, anche se con un po’ di pancetta e i capelli tinti di nero corvino, dispensa brividi a non finire, grazie alla propria voce unica e riconoscibile dopo un paio di secondi. L’allestimento in digipack contiene anche nuove versioni dei classici Armageddon e Blitzkrieg oltre ai videoclip di Escape from the Village e I’m not Insane.

Stefano “Steven Rich” Ricetti 
            

Line-up:
– Brian Ross – voce
– Ken Johnson – chitarra
– Guy Laverick – chitarra
– Paul Brewis – basso
– Phil Brewis – batteria

Tracklist:
1. Theatre of the Damned   
2. The Phantom
3. Devil’s Spawn   
4. My Life is My Own    
5. Spirit of the Legend
6. The Passing    
7. Into the Light    
8. Tortured Souls    
9. Together We Are Strong
10. Night Stalker