Recensione: Toto

Di Abbadon - 15 Giugno 2003 - 0:00
Toto
Band: Toto
Etichetta:
Genere:
Anno: 1978
Nazione:
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90

Nel 1978 gli allora sconosciuti Toto, gruppo formato e trainato dai fratelli Jeffrey e Steve Porcaro, con il supporto di Kimball, Lukather, Hungate e Paich, dicevo i Toto entrano di diritto nel grande circuito della musica Rock con il loro album di esordio, ovvero l’omonimo “Toto”. La ricetta proposta è un rock abbastanza leggero, che si avvicina decisamente all’AOR, molto melodico, dinamico, scorrevole e con grande presenza e contributo di tutti gli strumenti, senza che uno spicchi necessariamente sull’altro. Questo grande disco è forse il vero emblema dei Toto, ed è probabilmente il loro miglior album, anche se è sempre stato un pò messo in ombra dal peggiore, a mio avviso, Toto IV, che sarà comunque il lavoro che proietterà la band al rango di superstar della musica pochi anni dopo.
Analizzando l’album, non si può prescidenre dal dare una menzione d’onore alla splendida copertina, che subito scatena la fantasia di chi la vede, facendogli venire una grande voglia di sentire i contenuti dell’album stesso (perlomeno a me è successo così). I pezzi di “Toto” sono in tutto dieci, tutti individuali (nel senso che un pezzo non si lega agli altri), e sono davvero dieci gemme da custodire. Il livello compositivo e soprattutto esecutivo delle tracce è di una qualità impressionante, con pochi confronti nel genere,
e le tracce stesse risultano talmente godibili e orecchiabili, da essere (alcune di loro) ancora oggi considerate delle vere e proprie parti di storia della musica (vedi ad esempio il ritornello di “Hold the Line”). L’esecuzione è come detto impeccabile, e ha nei suoi punti di forza le tastiere usate davvero in modo geniale, e le chitarre che seguono e accompagnano tutta “l’orchestra” come Dio comanda. Anche gli altri strumenti fanno il loro dovere e il cantato, sia singolo che quando supportato dalle backing vocals, è in se davvero splendido, molto caratteristico e riconoscibile, e appoggia e si integra con le parti melodiche in un tutt’uno davvero incredibile quanto a legame che si viene a creare. Ora ascoltiamo il disco e cerchiamo di sviscerare quanto di buono (davvero molto) ha al suo interno.

“Toto” si presenta subito nel migliore dei modi con la strumentale “Child’s Anthem”. Si sente subito il pianoforte sullo sfondo che detta davvero legge, per bellezza e grazia con la quale è suonato. Ben presto tale strumento viene accompagnato da una grande chitarra, che completa alla perfezione una esecuzione da brividi, per questo pezzo sì breve ma intenso, veloce, spettacolare in una sola parola. A questa specie di introduzione segue l’altrettanto valida “I’ll Supply the the Love”, molto veloce e dinamica, pur con il giusto carico di romanticismo. Splendida la chitarra nell’assolo e la voce di Mr. Bobby Kimball, accompagnato dalle backing vocals, che entrano in gioco per la prima volta e lo fanno davvero in grande stile. Ottimo anche il motivo in conclusione della song, davvero divertente e
brioso. Altro giro e altro regalo, questa volta sotto forma di “Georgy Porgy”, canzone decisamente lenta e particolare, con tutti gli effetti sonori che presenta al suo interno. Peccato perchè nonostante sia una delle canzoni più famose del disco, e nonostante sia davvero bella, non mi ha mai preso al 100%, forse proprio per la sua relativa diversità dal resto della compilation, compilation che torna a coinvolgermi al massimo con “Manuela Run”, che inizia come sempre con un geniale attacco di tastiera al quale si sommano pian piano gli altri strumenti. Siamo di fronte a una mid tempo che risalta alla perfezione anche qui la voce, davvero legata come non mai agli strumenti. La lirica, come tutte del resto, è splendida e molto, molto ispirata. La prima metà di Toto si esaurisce con “You are the Flower”, track dolce ma non troppo mielosa, forse leggermente sotto alle altre citate fino ad ora, ma dotata di un pathos molto singolare. Carica di ritmo e di potenza è invece “Girl Goodbye”, una vera e propria marcia trionfale, dalla intro possente, e un prosequio dove gli strumenti raggiungono il massimo in quanto a esaltazione. Deciso anche il refrain, anche se viene parzialmente addolcito dal coro delle backing vocals, ma canzone comunque da sentire perchè merita. Totalmente diversa ma comunque valida anche “Takin’ it Back” che parte subito con un carico
di dolcezza infusa, che mette quasi tenerezza, per poi proseguire come pezzo lento e scandito benissimo dal vocalist. Stavolta refrain un pò sottotono rispetto alla media della song, molto romantica. Bella bella anche “Rockmacker”, pezzo dal ritmo splendido, non irrompente ma incalzante, dalla ottima chitarra e un basso in grande spolvero, che necessita una nota di merito. Bello anche l’assolo, eseguito impeccabilmente.

Dobbiamo arrivare alla penultima canzone per trovare forse il pezzo più famoso della band, che ormai è, assieme a poche altre canzoni, il vero e proprio simbolo del gruppo. Ovviamente sto parlando della celeberrima “Hold the Line”, song che ha avuto un successo strepitoso anche fuori dal disco stesso, con numerose band a coverizzarla eccetera. Il motivo di base, sia eseguito con la tastiera che con la chitarra, è di quelli che hanno fatto la storia, così come il famosissimo refrain, che penso quasi nessuno non abbia
avuto l’occasione di ascoltare, magari anche senza sapere di che canzone si trattasse. Comunque sia Hold the Line merita tutto il successo che ha avuto, perchè è davvero speciale, un concertato di decisione, musica e ritmica fatto canzone. Decisamente sopra la media anche l’assolo, che è una ciliegina sulla torta per un pezzo unico. La chiusura di Toto è affidata alla canzone probabilmente più romantica di tutto il CD, ovvero alla bellissima “Angela”, i quali flauti e pianoforte risuonano ancora nelle orecchie dopo
averla sentita. La voce è colma di emozioni, la chitarra che ricama le keyboards è stupenda, e anche nelle sequenze dinamiche il livello musicale è altissimo, ma senza perdere una vena di dolcezza… cosa volere di più da una ballata?

E finisce qui il miglior album dei Toto, un must per ogni amante dell’Aor, prodotto da ungrandissimo gruppo destinato a un grandissimo successo, ora solo ai primi passi della sua scalata verso la gloria. Il disco secondo me va preso a occhi chiusi, a meno che ovviamente non siate amanti solo di una musica brutale, nel qual caso lasciate perdere.

Riccardo “Abbadon” Mezzera

Tracklist :
1) Child’s Anthem
2) I’ll Supply the Love
3) Georgy Porgy
4) Manuela Run
5) You Are the Flower
6) Girl Goodbye
7) Takin’ it Back
8) Rockmacker
9) Hold the Line
10) Angela

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