Recensione: Unbreakable

Di Abbadon - 9 Giugno 2004 - 0:00
Unbreakable
Band: Scorpions
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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78

Devo chiedere scusa a tutti per questo mio ritardo. Mi trovo infatti a pubblicare questa recensione ad oltre un mese dall’effettiva uscita dell’album correlato e, a mia aggravante, ad oltre un mese di mio possedimento dell’album stesso. Ho avuto infatti un po’ di problemi che mi hanno tenuto lontano da internet, e forse è un bene vista l’enorme quantità di danni mentali che mi sono fatto nel cercare di valutare questo Unbreakable, ventesimo disco ufficiale (esclusi i best of) degli Scorpions, da sempre mia band preferita. Ho provato dubbi, ripensamenti, delusioni ed esaltazioni a causa di numerosi piccoli e grandi fattori, quali le interviste pre e post rilascio della band, l’estrema divisione che questo prodotto ha avuto sulla critica più o meno del settore ed altro ancora, ma finalmente credo di essere arrivato, dopo decine e decine di ascolti, ad una conclusione (seppur ancora frammentaria, come potrà risultare questa mia inconvenzionale rece, me ne scuso in anticipo). Unbreakable, come già detto poco fa ventesimo disco partorito dagli Scorps, dopo ben 32 anni dal primissimo “Lonesome Crow”, veniva presentato come un grande ritorno all’hard rock, genere che la band aveva da ormai un po’ di anni abbandonato (per me l’ultimo vero hard rock, pure un po’ metal, degli scorpioni era stato “Face the Heat”, datato 1993) per dedicarsi a sviolinate melense e affini che nulla avevano aggiunto al combo e nulla gli avevano tolto, se non la popolarità verso gli amanti del genere per me più bello del mondo. Ebbene sì, abbiamo un ritorno all’Hard Rock, sicuramente non comune però. Sempre in una intervista Meine disse che Unbreakable (che si presenta fra l’altro con un artwork a mio avviso stupendo nella sua semplicità) avrebbe contenuto tutti gli elementi di 30 anni di apprendimento musicale. Anche questa premessa è stata rispettata ma il risultato è un disco estremamente spiazzante, per vari motivi, quindi non aspettatevi un “Blackout”, un “Lovedrive”, un “Virgin Killer”, un “Eye to Eye”, bensì un prodotto tutto nuovo e al contempo vissuto, che ben pochi capiranno alla prima volta e potrebbe lasciare estremamente spiazzati (la prima volta che l’ho sentito io mi sono detto “ma chi sono questi qua? Gli Scorpions? EH?”).
Ad aggravare questo spiazzamento contribuiscono di certo pure le curiosità tecniche. I riffs ad esempio : spesso i migliori vengono utilizzati per le song che, alla prova del nove, risultano essere le meno esaltanti (vedi quello di “New Generation”, forse la canzone emblema, da buona opener, di Unbreakable : il riff è uno dei migliori dell’intero disco, eppure il brano nel suo complesso è uno di quelli che forse prende di meno). Musicalmente siamo ben distanti dai recenti lavori (non un granchè…), anzi posso tranquillamente dire che se sicuramente non ci troviamo di fronte al prodotto più dinamico del quintetto teutonico, siamo altrettanto certamente  davanti ad uno dei lavori più duri per sonorità di Rudy&Co. (e con tutta probabilità il migliore da tanto a sta parte). Le due Gibson di Jabs e Schenker macinano un bel numero di buoni riffs, senza risparmiare la proverbiale ruvidezza di questo tipo di sei corde, vera essenza del rock/metal tedesco.  In alcuni aspetti il disco ricorda molto da vicino il già citato “Face the Heat”, con strizzate d’occhio a produzioni più in là e, volendo, anche in qua nel tempo. A ulteriore riprova del voluto ritorno al duro abbiamo l’esiguo (rispetto al recente passato) numero di ballad, da sempre uno dei punti di forza dei teutonici. Qui siamo a quota 2 su ben 12 pezzi (13 per chi possiede l’edizione limitata contenente la bonus track “Remember the Good Times”), pezzi che coprono una buona gamma di soluzioni tematiche, musicali ed emotive. La produzione è, manco a dirlo, molto moderna e spesso un po’ “cromata”, un peccato perché se da un lato si esaltano gli strumenti musicali dall’altro si perde quel sapore vissuto e sporco che rende tanto belle le canzoni hard rock, che proprio grazie ai vecchi stili produttivi risultano caldissime. La stessa qualità delle song stesse, seppur mediamente più che buona, mi porta a dire che vi non vi siano dei classici da ricordare, a causa di un po’ troppa alternanza fra momenti di classe pura ad altri scartabili. Non freintendetemi c’è tanto di cui godere, basti sentire le varie e scanzonatissime “Love’em or Leave’em”, “Blood to Hot”, “Someday is Now” o “Through my eyes”, che mescolano potenza ed allegria in maniera più che accettabile. Abbiamo anche la già citata “New Generation”, forse un vero e proprio messaggio di saluto (io personalmente questo temo sia l’ultimo album degli Scorpions) e di incentivazione allo sbattersi verso le nuove leve di musicisti (basta che leggete il refrain e fate due conti), la bella ballad “Maybe I, Maybe You”, concentrato di arte e dolcezza impreziosita da un ottimo pianoforte. Ho citato giusto i pezzi principali (a cui vanno aggiunte la bella bonus track e il mid tempo “Alone in the Dark” che vanta una splendida melodia in sede di strofa), ma più in generale tutto Unbreakable (tranne “Borderline”, l’unica che davvero non sopporto e skippo sempre), dopo dubbi, ascolti, pazienza e riascolti mi ha detto una cosa, in fondo quella che volevo sentire : il veleno dello scorpione non ha perso il suo effetto, forse non è più letale, ma può ancora dire la sua. Avrò proprio questo sabato il grande onore di vedere i miei idoli dal vivo, coronando un sogno, e se davvero questo come temo sarà l’atto conclusivo di una delle più grandi hard rock band della storia, nessuno potrà dire che non abbiano chiuso, se non con un capolavoro sfolgorante, almeno con piena dignità. Quindi, cari rockers, date qualche buon ascolto a Unbreakable, se avrete pazienza e andrete oltre i primi sgomenti, tipici di un disco non certamente immediato, sono certo potrà darvi anch’esso qualche bella soddisfazione.

Riccardo “Abbadon” Mezzera

Tracklist :
1) New Generation
2) Love’em or Leave’em
3) Deep and Dark
4) Borderline
5) Blood to Hot
6) Maybe I, Maybe You
7) Someday is Now
8) My city is my town
9) Through my eyes
10) Can you feel it
11) This Time
12) She Said
13) Remember the Good Times (bonus track)

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