Recensione: Will Work For Food

Di Nicola Furlan - 31 Gennaio 2007 - 0:00
Will Work For Food
Band: Uncle Slam
Etichetta:
Genere:
Anno: 1993
Nazione:
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70

Un altro prodotto della Bay Area, un’altra realtà ben poco conosciuta quella dei californiani Uncle Slam, il valore dei quali è ancora sepolto sotto le macerie causate dall’onda d’urto che ha disintegrato una miriade di thrash metal band durante il corso degli 80’s.
 
Il gruppo prende vita nel 1988 per mano del trio Moyer, Oliver e Smith – quest’ultimo ex drummer già con Suicidal Tendencies – partorendo il primo full-length carico di asfaltato hardcore intitolato Say Uncle. Il salto qualitativo avviene proprio con il successivo Will Work for Food che andiamo qui a recensire. La loro carriera si chiuderà con When God Dies (1995) che vede tra l’ altro dietro alle pelli R.J. Herrera, anche quest’ultimo all’opera con i Suicidal Tendencies.

La particolarità che induce a recensire l’album sta nei contenuti compositivi del lavoro, che toccano vari aspetti della scena californiana. Si parte dal prevalente thrash Bay Area di limpidissima ispirazione Testament (periodo The Legacy) e dall’hardcore primigenio dei vari D.R.I. e S.O.D.. Altro punto caratterizzante, sebbene in maniera secondaria, è un pizzico di rap-core che stava già prendendo piega soprattutto negli ambienti delle correnti thrash/hardcore di gruppi quali Anthrax, i già citati Suicidal Tendencies e, a voler essere pignoli, anche i primi Rage Against The Machine. Il risultato finale è un album particolare nel suo genere e quindi degno d’essere annoverato di fatto nel quadro generale della scena musicale made in USA cha ha trovato splendore a cavallo tra la fine degli anni ottanta e inizio novanta.

La produzione mette in evidenza la purezza da “presa diretta” soprattutto in relazione alle parti vocali. Nessuna ricercatezza sul settaggio dei suoni, ma d’altronde il genere pone l’accento proprio sulla trasmissione di sensazioni per lo più istintive se rapportate ai contenuti, lyrics in primis.

Non siamo di fronte ad un capolavoro, questo è certo, ma faccia a faccia con un disco praticamente unico nel suo genere, questo sì. Un collage di svariati motivi musicali ben equilibrati e di distinto effetto.
Todd Moyer & Co. hanno mescolato molte influenze e, se da un lato possono aver reso disomogeneo un prodotto che nel complesso potrebbe risultare ostico ai puristi, dall’altro hanno avuto la sensibilità di estrapolare dalla strada la voce della vivida musica californiana: rivoltosa, endemica e sincera. Gli amanti del thrash e dell’energia stradaiola che esso esprime se la spasseranno certamente alla grande.

– nik76 –
 
Tracklist:
01 Back from Beyond
02 Left for Dead
03 Roadkill
04 Hangin’ in the Hood
05 Dominant Submission
06 Face the Fight
07 Will Work for Food
08 Cold Fire
09 Dazed and Confused (Led Zeppelin Cover)
10 Finger First
11 It Can Happen

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