Recensione: X

Di Lorenzo Bacega - 22 Giugno 2010 - 0:00
X
Band: Royal Hunt
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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82

Li avevano inesorabilmente già dati per spacciati tre anni fa, quando, in seguito alla pubblicazione di due mezze delusioni del calibro di Eye Witness (dato alle stampe nel 2003) e Paper Blood (risalente invece al 2005), i danesi Royal Hunt e l’allora cantante John West (Artension, Destiny, Sun Red Sun, Feinstein) presero di comune accordo la decisione, nei primi mesi del 2007, di rompere il sodalizio che durava ormai da otto anni (a causa, a quanto pare, di varie divergenze dal punto di vista compositivo) e di proseguire ognuno per la propria strada. I tempi di Paradox e Moving Target sembravano ormai estremamente lontani nel tempo, e per il combo di Copenhagen parevano profilarsi tempi particolarmente bui, con una line-up ancora una volta da ricostruire e con la fiducia di migliaia di fan da riconquistare. Nel 2008 è arrivata la svolta: l’uscita di Collision Course… Paradox II (seguito del tanto acclamato platter del 1997, da molti considerato il vero e proprio capolavoro del quintetto danese) ci ha riconsegnato infatti un gruppo ampiamente in salute, preso per mano dal vecchio leone Mark Boals (Ring of Fire, ex Yngwie Johann Malmsteen), e capace di risalire prontamente la china con un lavoro assolutamente ispirato e convincente sotto ogni punto di vista. E’ quindi una band in un ottimo stato di forma quella che dà alla luce questo X, decimo full length ufficiale pubblicato dai Royal Hunt, dato alle stampe nel mese di giugno del 2010 dall’etichetta italiana Scarlet Records.

Varie cose sono cambiate in questi tre anni successivi all’uscita di Collision Course… Paradox II. Per cominciare, a livello di formazione, bisogna senz’altro segnalare l’ingresso in pianta stabile all’interno della band del bassista Andreas Passmark (Narnia, Rob Rock, E-Type) in sostituzione dell’ottimo Per Schelander (il quale ha deciso di abbandonare il gruppo nel corso del 2009, a causa dei numerosi impegni in qualità di turnista con i Pain of Salvation), in modo da costituire assieme al veterano batterista Allan Sorensen (Cornerstone, Narita) una sezione ritmica estremamente precisa e assolutamente efficace sotto ogni punto di vista. Sotto il profilo puramente stilistico sono invece molteplici i cambiamenti rispetto al recente passato: questo X infatti, pur rimanendo ancora una volta legato alla ormai solita, caratteristica miscela a cavallo tra progressive metal, melodie di stampo AOR e inserti più marcatamente power-oriented (vero e proprio marchio di fabbrica del quintetto danese), presenta in questa occasione un sound pesantemente influenzato dal progressive/hard rock settantiano (Kansas, Uriah Heep, Rainbow, Deep Purple, Genesis ed i primi Emerson Lake and Palmer, i nomi più ricorrenti), andando inoltre a limitare in maniera piuttosto evidente gli spunti di matrice prettamente neoclassica che erano soliti caratterizzare la produzione artistica del gruppo (inserti che, tuttavia, risultano ancora effettivamente presenti all’interno delle composizioni, anche se in tono assolutamente minore in confronto ai dischi precedenti). Un lavoro che, di conseguenza, appare abbastanza differente (perlomeno a livello di arrangiamenti) rispetto alle uscite passate, formato perlopiù da brani molto più articolati del solito, meno lineari a livello di strutture, e, nel complesso, decisamente poco immediati e assimilabili nella loro interezza solamente dopo un numero tutto sommato elevato di ascolti.

Composto da undici tracce (per un minutaggio complessivo che si aggira intorno ai cinquanta primi di durata), questo X ci offre una manciata di brani sicuramente di alto livello, dall’elevato tasso melodico, e perlopiù godibili. Da segnalare inoltre come tutte le tracce qui proposte si attestino su livelli qualitativi medio-alti, senza veri e propri filler di sorta, e con davvero pochi cedimenti nel corso dell’intera tracklist. Ad aprire le danze tocca ad un’accoppiata di brani assolutamente di altissimo livello, vale a dire la ariosa Episode X (Arrival), breve introduzione quasi interamente strumentale, caratterizzata dall’uso di melodie particolarmente azzeccate e ad ampio respiro, e la invece più movimentata End of the Line, vera e propria killer song (una delle poche di questo disco, a dire il vero), dall’incedere prettamente hard rock e impreziosita da un’ottima interpretazione vocale ad opera di Mark Boals. Molto interessante anche la seguente King for a Day, un pezzo che coniuga alla perfezione atmosfere più leggere e spensierate con un riffing più roccioso e ficcante, e che inoltre ha dalla sua un refrain particolarmente azzeccato e coinvolgente, mentre la più briosa Army of Slaves è un mid-tempo assolutamente frizzante e riuscito, molto vicino per certi aspetti alla produzione dei Rainbow (specialmente quelli dei primi anni ottanta). Sicuramente degna di menzione anche Shadowman (a detta di chi scrive uno dei veri e propri pilastri di questo lavoro), una canzone estremamente articolata che si snoda tra atmosfere soffuse, ritmiche martellanti e divagazioni strumentali dall’elevato tasso tecnico, a cui fa da contraltare invece la linearità di The Last Leaf, ballad di quattro minuti circa di durata, forse nel complesso un po’ troppo ruffiana, ma in ogni caso piuttosto gradevole.

Insomma, che altro rimane da aggiungere? Questo X si rivela essere in fin dei conti un album estremamente scorrevole e piacevole da ascoltare, assolutamente impeccabile sotto il profilo esecutivo e che presenta davvero pochi cali nel corso della tracklist. Un lavoro leggermente diverso a livello stilistico rispetto ai dischi precedenti, pesantemente influenzato dalla scena progressive/hard rock settantiana, e nel complesso un po’ più ostico da metabolizzare rispetto alle passate release, ma in ogni caso pienamente riuscito e decisamente coinvolgente. Certo, ancora non siamo sui livelli toccati anni fa da platter del calibro di Paradox o Moving Target, ma ciò non toglie che questa ultima fatica dei Royal Hunt risulti comunque ampiamente interessante, ben congegnata e piuttosto godibile.

Lorenzo “KaiHansen85” Bacega

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Tracklist:
01. Episode X (arrival)
02. End Of The Line
03. King For A Day
04. The Well
05. Army Of Slaves
06. Shadowman
07. Back To Square One
08. Blood Red Stars
09. The Last Leaf
10. Falling Down
11. Episode X (departure)

Line Up:
Mark Boals – Vocals
Marcus Jidell – Guitar
Andrè Andersen – Keyboards
Andreas Passmark – Bass
Allan Sorensen – Drums
 

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